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Alveare. “Non serve combattere il razzismo”. La rubrica di Rino Negrogno

La Redazione
Benito Mussolini
Erano poveri e affamati, ma quando Mussolini pronunciò le famose parole: "Corri alle armi(?), e dimostra la tua tenacia, il tuo coraggio, il tuo valore!", tutti esultarono infervorati.
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Proviamo a ragionare. È ormai lapalissiano che attaccare Salvini e la destra sul razzismo non serve, anzi è controproducente. Cos’è il razzismo? È un preconcetto, è la convinzione, peraltro incontrastabile, di essere proprietari della terra dove si nasce, ma non solo, è spesso un sentimento che scaturisce dall’incertezza, se non dalla paura o più che altro dalla fobia. Ma non convinceremo mai nessuno che abbia una qualsiasi fobia, che questa sia ingiustificata e priva di fondamento. A meno che non lo sediamo con un farmaco. La destra e Salvini lo hanno capito bene, infatti hanno bassato su questa fobia tutta la loro propaganda, propaganda che si protrae a oltranza, anche mentre governano, allo scopo di celare la loro inerzia e incapacità.

Ma cercare di contrastare l’inarrestabile avanzata di questi personaggi con i discorsi sull’antirazzismo, con i caritatevoli e cristiani “siamo tutti fratelli”, non serve, anzi è controproducente. Per di più, oltre alla fobia, è evidente che la povertà e la disoccupazione non sono fobie, sono reali, e la fame obnubila la mente, opprime ogni pensiero, per cui, più la sinistra si occuperà di razzismo e meno persone crederanno in essa, perché – mentre chi si occupa solo di cacciare migranti, di legittimare la difesa prospettando un nuovo Far West dove si entra nei Saloon con cinturone, fodero e pistola, ha seguito e seguaci perché lenisce queste fobie, non ha importanza che si resti affamati, questo sentirsi padroni della propria terra, della propria casa, anche spoglia e con la luce tagliata, smorza i campi della fame – chi invece risponde solo affermando che i migranti hanno diritto a sbarcare, lascia i fobici con i crampi della fame che si amplificano con la paura.

Mussolini, nella fatidica ora segnata dal destino, quella delle decisioni irrevocabili, “invitò” il popolo italiano, proletario e fascista, a impugnare le armi(?) contro Francia e Gran Bretagna. Concluse il suo famoso e avvincente discorso dal balcone di Palazzo Venezia affermando che avremmo vinto e che la guerra sarebbe servita per garantire un lungo periodo di pace. La guerra è pace, quindi. Del resto, successivamente, lo affermò anche George Orwell nel 1949, nel suo romanzo “1984”, per spiegare che la guerra è utile per distruggere l’eccesso della produzione industriale che, altrimenti, potrebbe determinare un miglioramento delle condizioni di vita degli uomini, rendendoli così incontrollabili. Erano poveri e affamati, ma quando Mussolini pronunciò le famose parole: “Corri alle armi(?), e dimostra la tua tenacia, il tuo coraggio, il tuo valore!”, tutti esultarono infervorati.

Tentare di contrastare la destra e Salvini sul terreno delle fobie degli italiani, è una partita persa in partenza, bisognerebbe piuttosto iniziare un lavoro, lento e laborioso, per dare agli italiani fiducia in loro stessi, sfamarli, risolvere la loro povertà, altrimenti non riusciremo ad aiutare nessuno, nemmeno i migranti, che ne hanno il sacrosanto diritto, ma fin quando continueranno, la destra a lasciarli in mare e la sinistra a volerli far approdare ed entrambi a lasciare il popolo affamato mentre assiste ai rilanci e ai bluff, Salvini continuerà a guadagnarci, la sinistra perderà sempre più consenso, nessuno si salverà, né noi, né i disperati che arrivano per mare, e alla fine qualcuno potrebbe ripensare che la guerra è pace.

Alveare 2017

1 Ernesto Che Guevara – 2 Al capezzale dei vecchi – 3 La visita medica – 4 Il sindaco è come il pesce – 5 L’incidente dell’ambulanza – 6 Le nonne che giocavano a tombola – 7 Vi racconto il mio primo appuntamento al buio con una donna – 8 Barresi-Bottaro: che brutta storia – 9 Lei è un medico? Una donna? – 10 Quello strano fascista di Pinuccio Tarantini – 11 Rossella è andata via da Trani – 12 Disabili vs. normodotati. Volete sapere chi ha vinto? – 13 Ciao Ivan, compagno di liceo – 14 Lettera di Gesù Bambino – 15 Non sparate a Capodanno

Alveare 2018

1 Il problema etico di Giuseppe Tarantini – 2 Il Pronto Soccorso – 3 Il corte di Acca Larentia – 4 La razza del mio cane – 5 Alfredo Albanese – 6 Quale giorno della memoria? – 7 Sai già a chi votare? – 8 Caro Michele – 9 Sanremo senza Facebook – 10 Una campagna elettorale monotona – 11 Cara, brumosa, desolata periferia – 12 La favola di Sfortunina – 13 Gli occhi di Marilena – 14 Il furto al centro trasfusionale – 15 Attaccatevi al tram – 16 Nicola, novantasei anni. Colto da malore – 17 La stiratrice Isoardi – 18 Violenza contro anziani e lavoro sottopagato delle badanti – 19 Così festeggiate la Liberazione? – 20 Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono – 21 Don Dino, il sacerdote di quartiere – 22 L’arrivo di Emiliano – 23 Un vaccino per la solidarietà – 24 L’uomo nudo con le mani in tasca – 25 Doppio senso di marcia sul lungomare – 26 Ma siamo uomini o caporali? – 27 Cronaca di una serata di anormalità – 28 Il passaggio a livello è chiuso – 29 Gli zingari mettono sempre d’accordo tutti – 30 Papà, e se ti infilza? – 31 Il razzismo ve lo spiego con la mitologia – 32 Tra qualche giorno nei porti approderanno i Santi – 33 La pistola ad aria compressa – 34 Il razzismo è vita e i preti tutti pedofili 35 – Il pomodoro e il sangue – 36 Non essere stupido – 37 Le polpette avvelenate di ignoranza – 38 Finalmente potrò andare a messa la domenica – 39 Ho commesso atti impuri – 40 Cara Cecilia di Lernia – 41 Aggredito il 118 – 42 L’ignoranza allontana, l’arte avvicina – 43 Chi sono io per giudicare? – 44 Il sindaco di Riace, la sindaca di Lodi e la sorella di Cucchi – 45 I soccorritori della Misericordia di Andria – 46 Ascoltiamo i bambini – 46 Nicola Landriscina, i suoi primi 40 anni – 47 A proposito di Silvia Romano che se l’è cercata – 48 Il carabiniere, Felice Di Lernia, Amedeo Bottaro e Stefano Cucchi – 49 Ehy tipa, vieni in camera con me! Portati un’amica – 50 La medicina narrativa di Maurizio Turturro e Guevara – 51 Ho finito il presepe

Alveare 2019

1 Sono felice anch’io – 2 Cesare Battisti – 3 Mi dispiace per il magistrato arrestato – 4 Francesco non era morto – 5 Il Giorno della Memoria. E gli altri morti? I morti vostri 6 Scendi il cane? Bazzecole, a noi non c’interessa dell’Accademia della Crusca 7 Nunzio aveva scritto un libro – 8 Il filosofo Simeone – 9 Il girone dei dannati – 10 Buona festa per cosa

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martedì 26 Marzo 2019

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