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Alveare. “A proposito di Silvia Romano che se l’è cercata”, la rubrica di Rino Negrogno

La Redazione
Silvia Romano
È come se Cappuccetto Rosso, che in fondo se l'è cercata, non avesse attraversato il bosco per portare il cibo alla nonna
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A proposito di Silvia Romano che se l’è cercata e di Gamellini che vuole farle una ramanzina quando tornerà a casa, mi vengono in mente delle considerazioni.

Da tempo offro il mio contributo sanitario come volontario nelle varie strutture che accolgono i migranti: flebo, iniezioni, medicazioni, terapie varie. Un giorno un signore mi ha chiesto di occuparmi di una famiglia italiana povera, visto che mi occupo solo di migranti. Era chiaro il suo intento provocatorio. Gli ho risposto, provocazione per provocazione, che non mi occupavo di italiani ma solo di stranieri, perché la maggior parte delle persone “buone” si occupano degli italiani in difficoltà, mentre pochissimi si occupano degli stranieri. È una questione di numeri. Mi ha accusato di razzismo, un po’ come si è fatto con Silvia che se l’è cercata e avrebbe potuto fare la volontaria a casa sua. Un po’ come se la cercano le donne che indossano la minigonna, un po’ come se la sarebbe cercata Desiree, drogata, violentata e uccisa, se non fosse che erano africani, ragion per cui lei, che fortuna, non se l’è cercata.

Le contraddizioni nella testa di queste persone sono lapalissiane, celano il loro razzismo con l’assioma che bisognerebbe aiutarli a casa loro, ma se qualcuno va ad aiutarli a casa loro è uno sprovveduto che se l’è cercata.

Il volontario, in genere, non fa distinzioni, è un sognatore, pensa di poter cambiare il mondo con il suo contributo gratuito e volontario. Possiede quella cosa che si perde invecchiando: la speranza. Non esistono per lui paesi, regioni o nazioni; esiste il mondo e lui crede di averlo in pugno. È quasi sempre giovane, poi crescerà e non ci crederà più, terrà famiglia, avrà dei figli, avrà altro di cui preoccuparsi.

Ovviamente non è vero che non mi occupo degli italiani, molti di voi lo sanno, anche per averne usufruito personalmente, tutte le volte che mi sono recato a casa di chiunque per una terapia, non ho mai chiesto un quattrino.

Un po’ come quando mia moglie e mio figlio mi chiedono di lasciare il 118 perché comporta una serie di rischi, anche per la vita, per trasferirmi in un reparto più tranquillo. È come se un giorno dovesse accadermi qualcosa di grave e loro dicessero: se l’è cercata, poteva lavorare in oculistica.

È come se Cappuccetto Rosso, che in fondo se l’è cercata, non avesse attraversato il bosco per portare il cibo alla nonna. Come se non avesse avuto i sogni e la speranza tipiche della giovinezza e non avesse cercato fiori. La nonna sarebbe morta di fame e di solitudine; il lupo, non avendo alternative, prima o poi l’avrebbe divorata e, gracile com’era, non avrebbe riempito la sua pancia più di tanto, non avrebbe russato, il cacciatore non si sarebbe insospettito, il mondo avrebbe continuato a girare come sempre, nell’indifferenza e ognuno a casa sua.

Certi lavori sono sporchi, ma qualcuno deve pur farli.

Alveare 2017

1 Ernesto Che Guevara – 2 Al capezzale dei vecchi – 3 La visita medica – 4 Il sindaco è come il pesce – 5 L’incidente dell’ambulanza – 6 Le nonne che giocavano a tombola – 7 Vi racconto il mio primo appuntamento al buio con una donna – 8 Barresi-Bottaro: che brutta storia – 9 Lei è un medico? Una donna? – 10 Quello strano fascista di Pinuccio Tarantini – 11 Rossella è andata via da Trani – 12 Disabili vs. normodotati. Volete sapere chi ha vinto? – 13 Ciao Ivan, compagno di liceo – 14 Lettera di Gesù Bambino – 15 Non sparate a Capodanno

Alveare 2018

1 Il problema etico di Giuseppe Tarantini – 2 Il Pronto Soccorso – 3 Il corte di Acca Larentia – 4 La razza del mio cane – 5 Alfredo Albanese – 6 Quale giorno della memoria? – 7 Sai già a chi votare? – 8 Caro Michele – 9 Sanremo senza Facebook – 10 Una campagna elettorale monotona – 11 Cara, brumosa, desolata periferia – 12 La favola di Sfortunina – 13 Gli occhi di Marilena – 14 Il furto al centro trasfusionale – 15 Attaccatevi al tram – 16 Nicola, novantasei anni. Colto da malore – 17 La stiratrice Isoardi – 18 Violenza contro anziani e lavoro sottopagato delle badanti – 19 Così festeggiate la Liberazione? – 20 Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono – 21 Don Dino, il sacerdote di quartiere – 22 L’arrivo di Emiliano – 23 Un vaccino per la solidarietà – 24 L’uomo nudo con le mani in tasca – 25 Doppio senso di marcia sul lungomare – 26 Ma siamo uomini o caporali? – 27 Cronaca di una serata di anormalità – 28 Il passaggio a livello è chiuso – 29 Gli zingari mettono sempre d’accordo tutti – 30 Papà, e se ti infilza? – 31 Il razzismo ve lo spiego con la mitologia – 32 Tra qualche giorno nei porti approderanno i Santi – 33 La pistola ad aria compressa – 34 Il razzismo è vita e i preti tutti pedofili 35 – Il pomodoro e il sangue – 36 Non essere stupido – 37 Le polpette avvelenate di ignoranza – 38 Finalmente potrò andare a messa la domenica – 39 Ho commesso atti impuri – 40 Cara Cecilia di Lernia – 41 Aggredito il 118 – 42 L’ignoranza allontana, l’arte avvicina – 43 Chi sono io per giudicare? – 44 Il sindaco di Riace, la sindaca di Lodi e la sorella di Cucchi – 45 I soccorritori della Misericordia di Andria – 46 Ascoltiamo i bambini – 46 Nicola Landriscina, i suoi primi 40 anni

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