Attualità

Alveare. “Una campagna elettorale monotona”. La rubrica di Rino Negrogno

Rino Negrogno
Una "campagna elettorale monotona"
Siamo stati talmente e spudoratamente disonesti negli ultimi secoli da far loro ritenere che l'onestà debba o possa essere, non la conditio sine qua non per governare il paese
scrivi un commento 24

In questa uggiosa campagna elettorale, tesa come sempre, non a discutere di proposte realizzabili, ma a scovare ognuno gli errori e le debolezze dell’altro, l’elemento che più mi colpisce è l’utilizzo dell’immigrato, dello straniero, del ragazzo di colore senza biglietto sbattuto sui social come simbolo dell’illegalità. Come se non riuscissimo a trovare, pur sforzandoci e con grande impegno, nessun esempio di illegalità tra i nostri connazionali, compresi quelli che vorrebbero governarci e ci governeranno.

Le parole più diffuse: immigrati, razzismo, fascismo antifascismo e insulsaggini simili. I fascisti dicono che i comunisti hanno ucciso di più, i comunisti dicono che invece i fascisti hanno ucciso di più, il centrosinistra e il centrodestra dicono che i comunisti e i fascisti non esistono più, ma ora tutti insieme si tengono per mano nella ballata contro il grillino dal rimborso Sim-sala-bim. Pecunia non olet e non solo, ella è così profumata dal mettere a repentaglio un sogno, perché, secondo me, ciò che tiene in piedi il movimento stellare è proprio il sogno dei suoi sostenitori, ne conosco molti di indiscutibile buona fede, pervaso dal convincimento che si possa essere diversi da come in realtà e irrimediabilmente si è.

Siamo stati talmente e spudoratamente disonesti negli ultimi secoli da far loro ritenere che l’onestà debba o possa essere, non la conditio sine qua non per governare il paese, ma l’unica qualità che il governante debba avere e, se a un tratto, anche solo taluni di loro, si dimenticano di essere stati ispirati da cotanti sentimenti di rettitudine, il sogno potrebbe andare via via svanendo.

I fascisti stanno tornando? Che ne so? Non so esattamente cosa pensassero i fascisti del ventennio, quanto fossero consapevoli, cosa sognassero di trovare in Etiopia, quanto il colonialismo fosse utile per il consenso; cosa facesse loro pensare, ignoranti e affamati com’erano, di essere una razza talmente perfetta da emanare delle leggi raziali. In realtà, quel che abbiamo è ormai talmente poco, soprattutto rispetto a quel che desideriamo, da risultare una conseguenza logica sentirsi usurpati e, meno abbiamo, più ci sentiamo privati di quel che già non avevamo. Gioverebbe, piuttosto, un po’ di Seneca.

I comunisti non possono tornare perché, forse, non ci sono mai stati oppure, credevano di essere comunisti ma dopo hanno fatto Sim-sala-bim come con il rimborso dei grilli e la dittatura del proletariato è venuta sempre e improvvisamente a mancare per metamorfosi dell’ex proletario ormai bello che satollo. Con un sano e naturale egoismo si può invece diventare un bravo e coerente fascista, colonialista, persino razzista, facente parte, anche con le pezze sul deretano e senza troppa cultura, di una razza eletta che deve a tutti i costi difendere il suo territorio casuale. Ma comunista? È una parola grossa! Così, con tanta leggerezza rinunci a quel che hai, in cambio di una giustizia e uguaglianza sociale? Tutti uguali, un po’ grigi e tetri, tutti con le stesse cose, compresi i governanti, senza residenza a Cayo Piedra, senza pensione anticipata solo per aver governato, tutti con gli stessi diritti e con gli stessi doveri, tutti con quel che è possibile dividere in parti uguali, che può essere tanto o può essere poco, ma è per tutti. È un sogno più impraticabile di quello dei grillini, utopico più dell’onestà, più della puzza del denaro, quasi quanto quello di Cristo che però aveva il vantaggio di morire e risorgere, un po’ il contrario del rimborso dei grillini che prima c’è e poi non c’è più.

Non so voi ma io, sarà che domo poco, non sogno più; anche se vivo sempre nella speranza di essere smentito, però solo da Dio e dagli extraterrestri, dall’onestà e dai comunisti no.


Alveare 2017

1 Ernesto Che Guevara – 2 Al capezzale dei vecchi – 3 La visita medica – 4 Il sindaco è come il pesce – 5 L’incidente dell’ambulanza – 6 Le nonne che giocavano a tombola – 7 Vi racconto il mio primo appuntamento al buio con una donna – 8 Barresi-Bottaro: che brutta storia – 9 Lei è un medico? Una donna? – 10 Quello strano fascista di Pinuccio Tarantini – 11 Rossella è andata via da Trani – 12 Disabili vs. normodotati. Volete sapere chi ha vinto? – 13 Ciao Ivan, compagno di liceo – 14 Lettera di Gesù Bambino – 15 Non sparate a Capodanno

Alveare 2018

1 Il problema etico di Giuseppe Tarantini – 2 Il Pronto Soccorso – 3 Il corte di Acca Larentia – 4 La razza del mio cane – 5 Alfredo Albanese – 6 Quale giorno della memoria? – 7 Sai già a chi votare? – 8 Caro Michele – 9 Sanremo senza Facebook


Altri articoli

Odierei gli indifferenti

giovedì 15 Febbraio 2018

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti