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Alveare. “Ma siamo uomini o caporali?” La rubrica di Rino Negrogno

Rino Negrogno
Migranti impegnati nella raccolta arance
Il caporale, satollo e con le mutande unte, prima di tornare al suo focolare, non tralascia mai di fare un salto veloce presso l'anziana madre cateterizzata e con un'emiparesi
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Avevo un amico, Italo Medio, così si chiama, ma non ci frequentiamo più, nemmeno ci salutiamo; lavora come caporale in un podere, per conto di un mezzadro che si è fatto con le sue mani ed è tutto d’un pezzo. Italo, quando eravamo amici, mi raccontava di quando la sera, in mezzo al largo, in Piazza Della Repubblica, era solito assoldare i contadini tranesi che permettevano al crepuscolo, camminando su e giù tra le querce; ora non accade più, preferisce servirsi degli immigrati irregolari a poco prezzo, a nero e sa dove trovarli. “Se dovrei scegliere, sveglierei loro” diceva. È ambrato, ampolloso e se ne sta piacevolmente circospetto sul muricciolo, osserva fumando il toscano, perché fa meno male delle sigarette, mentre il sole si rovescia ardente e impassibile dalle frasche, gli esuli, con i fazzoletti annodati ai quattro lati del capo, chinati sulla terra che vangano, annaffiandola con il sudore, tra poche lacrime e molte ore, costernati, senza via di scampo.

Italo è cattolico praticante, tutte le domeniche partecipa alla messa, è persino confratello e, con grande orgoglio, porta a spalla il santo protettore durante la processione. Si commuove alle feste popolari ed è irrinunciabile consuetudine accompagnarvi la consorte ammaliata dagli imbonitori e non si tira giammai indietro, quando questi termina il soliloquio, dall’acquisto amorevole di una mappina che deterga perfettamente qualunque superficie, persino quelle ruvide.

Politicamente non ha le idee chiare, pur essendo assolutamente persuaso che quando c’era lui i treni arrivassero in orario; ha apprezzato il movimento del comico, ma ora, tutto sommato, sembrerebbe orientato per i secessionisti, ex, ma prima o poi diventiamo tutti ex, scelta in parte condizionata dal suo padrone, pezzente arricchito che oramai ritiene straordinaria la trovata del ministro che, parafrasando Marx, dice che pagare in misura inversamente proporzionale rispetto alla ricchezza sia rivoluzionario.

Mi confessava che di ritorno, al crepuscolo, si fermava a osservare le lucciole svampite tra i falò, nude già d’inverno, di nascosto tra un camion e il suo rimorchio; “Ancora mi vede qualcuno” diceva; loro vendono l’amore per venti euro, parlano come le zingare, tra nenie senza sconti e una borsa colma di preservativi. Il caporale, ubriaco e con tracce di formaggio tra le unghie, glielo preparava la moglie amorevolmente il mattino, si fermava spesso, senza esitare, davanti a una rumena bionda a piedi nudi e con uno spacco di capelli neri al centro della testa. Tutto sommato, avrà pensato lei, meglio un caporale che un camionista, la cabina è troppo alta da scalare e la barba irsuta irrita la pelle; ora la puttana, con una gomma da masticare sulla cinta, è chinata sulle gambe senza comprendere l’italiano impreciso di Italo, tra le bestemmie e le auto che sfrecciano ammiccando con i fanali.

Il caporale, satollo e con le mutande unte, prima di tornare al suo focolare, non tralascia mai di fare un salto veloce presso l’anziana madre cateterizzata e con un’emiparesi; intanto, già la badante albanese le ha sostituito il pannolone, pieno di cacca, senza guanti, a nero e per pochi soldi; con quella stessa nenia della puttana, la chiama anche mamma, la solleva e la riposiziona sul materasso senza sforzi, chinata sulla coperta di lana fatta all’uncinetto, tra lo stuzzicadenti infilato nella bocca del caporale e la voce di Barbara D’urso che proviene dal televisore a tubo catodico.

Quando torna a casa lava con veemenza la bocca e le mani e riede alla sua parca mensa.

Alveare 2017

1 Ernesto Che Guevara – 2 Al capezzale dei vecchi – 3 La visita medica – 4 Il sindaco è come il pesce – 5 L’incidente dell’ambulanza – 6 Le nonne che giocavano a tombola – 7 Vi racconto il mio primo appuntamento al buio con una donna – 8 Barresi-Bottaro: che brutta storia – 9 Lei è un medico? Una donna? – 10 Quello strano fascista di Pinuccio Tarantini – 11 Rossella è andata via da Trani – 12 Disabili vs. normodotati. Volete sapere chi ha vinto? – 13 Ciao Ivan, compagno di liceo – 14 Lettera di Gesù Bambino – 15 Non sparate a Capodanno

Alveare 2018

1 Il problema etico di Giuseppe Tarantini – 2 Il Pronto Soccorso – 3 Il corte di Acca Larentia – 4 La razza del mio cane – 5 Alfredo Albanese – 6 Quale giorno della memoria? – 7 Sai già a chi votare? – 8 Caro Michele – 9 Sanremo senza Facebook – 10 Una campagna elettorale monotona – 11 Cara, brumosa, desolata periferia – 12 La favola di Sfortunina – 13 Gli occhi di Marilena – 14 Il furto al centro trasfusionale – 15 Attaccatevi al tram – 16 Nicola, novantasei anni. Colto da malore – 17 La stiratrice Isoardi – 18 Violenza contro anziani e lavoro sottopagato delle badanti – 19 Così festeggiate la Liberazione? – 20 Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono – 21 Don Dino, il sacerdote di quartiere – 22 L’arrivo di Emiliano – 23 Un vaccino per la solidarietà – 24 L’uomo nudo con le mani in tasca – 25 Doppio senso di marcia sul lungomare

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venerdì 8 Giugno 2018

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