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Alveare. “L’arrivo di Emiliano”. La rubrica di Rino Negrogno

La Redazione
Ospedale di Trani
Io non ci sarò domani, ma evitate inutili campanilismi, proteste infondate; ragionate, se servirà a qualcosa.
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Non parteciperò all’incontro con Emiliano perché ritengo che le autorità cittadine avrebbero dovuto fare un pre incontro con gli operatori per conoscere le problematiche, le criticità che affrontiamo ogni giorno con i nostri pazienti, per conoscere le proposte di chi, lavorando ogni giorno, con poche risorse a disposizione, con pochi posti letto e con i vecchi sbattuti anche a cento chilometri dalle loro famiglie, una vaga idea se l’è fatta.

Sicuramente è una casualità e, il considerevole intervento di manutenzione e potatura effettuato ieri, era già in programma a prescindere dalla attesa visitazione di venerdì prossimo, deciso in base a ponderati e scientifici criteri e tempi tecnici, ma vi confesso che, per la fortuita coincidenza, un po’ mi sento schernito da un ospedale tirato a lucido, senza erbacce e fronde, proprio in occasione dell’arrivo di Emiliano e non quando vi arrivo io ogni giorno e ogni notte o vi giungono, loro malgrado, i miei pazienti. Certamente trovandolo così splendente, il presidente, non ci restituirà i gloriosi reparti, né lo convertirà in una sfarzosa sala ricevimenti.

Sto invecchiando e mentre curo gli ammalati, comincio, sempre più spesso, a pensare che un giorno sarò io il signore impaurito che mi guarda inerme dal basso verso l’alto, disteso sulla barella; comincio a sentire sulla mia pelle le difficoltà che incontra chi ha bisogno di cure e deve attendere la ricerca ansimante di un posto letto. Gli ospedali inutili vanno chiusi, è lapalissiano, ma andrebbero potenziati quelli che vengono ritenuti idonei, andrebbero garantiti i posti letto, potenziata la medicina territoriale; in una città come Trani ci vorrebbe immediatamente, prima dell’arrivo imminente dei turisti, almeno una seconda postazione 118, peraltro promessa e non realizzata.

Tanto altro ancora ci vorrebbe per il bene degli ammalati, cui l’azienda è costretta a far fronte con le poche risorse restanti dopo anni e anni di tagli effettuati dalla politica nazionale, e non possiamo non affrontare la questione, giacché, purtroppo, prima o poi il problema della salute, lo fronteggeremo tutti.

Io non ci sarò domani, ma evitate inutili campanilismi, proteste infondate; ragionate, se servirà a qualcosa.

Alveare 2017

1 Ernesto Che Guevara – 2 Al capezzale dei vecchi – 3 La visita medica – 4 Il sindaco è come il pesce – 5 L’incidente dell’ambulanza – 6 Le nonne che giocavano a tombola – 7 Vi racconto il mio primo appuntamento al buio con una donna – 8 Barresi-Bottaro: che brutta storia – 9 Lei è un medico? Una donna? – 10 Quello strano fascista di Pinuccio Tarantini – 11 Rossella è andata via da Trani – 12 Disabili vs. normodotati. Volete sapere chi ha vinto? – 13 Ciao Ivan, compagno di liceo – 14 Lettera di Gesù Bambino – 15 Non sparate a Capodanno

Alveare 2018

1 Il problema etico di Giuseppe Tarantini – 2 Il Pronto Soccorso – 3 Il corte di Acca Larentia – 4 La razza del mio cane – 5 Alfredo Albanese – 6 Quale giorno della memoria? – 7 Sai già a chi votare? – 8 Caro Michele – 9 Sanremo senza Facebook – 10 Una campagna elettorale monotona – 11 Cara, brumosa, desolata periferia – 12 La favola di Sfortunina – 13 Gli occhi di Marilena – 14 Il furto al centro trasfusionale – 15 Attaccatevi al tram – 16 Nicola, novantasei anni. Colto da malore – 17 La stiratrice Isoardi – 18 Violenza contro anziani e lavoro sottopagato delle badanti – 19 Così festeggiate la Liberazione? – 20 Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono – 21 Don Dino, il sacerdote di quartiere

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giovedì 10 Maggio 2018

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