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Alveare: “Il sindaco è come il pesce”. L’appuntamento con la rubrica di Rino Negrogno

Rino Negrogno
Rino Negrogno
E sui social network più famosi leggi i loro assiomi, comizietti suadenti, battibecchi interminabili, immancabili e ostentate minacce di querela nei confronti dei più avventati oppositori.
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Se ci fate caso, mentre giocate anbriscola, pur mescolando le carte ripetutamente e con irragionevole affaccendamento,nnon cambiano mai e, se vi ritrovate la stessa fortuna che ho io nel gioco,nspecchierete costantemente il due di coppe. Se ci fate caso, il sindaco è comenl’ospite, dopo un po’ puzza e l’olezzo si diffonde più speditamente da quandonabbiamo la fortuna di usufruire dei social network. Così per ogni sindaco assistiamonciclicamente a una prima fase di euforia, perlopiù elettorale, cui segue unanseconda fase di presa di coscienza circa le reali e obiettive difficoltà a risolvereni problemi della città. Si dovrebbe, prima di candidarsi sindaco o consigliere,nsuperare un test d’ingresso, non come quelli a cui ho partecipato io per poternaccedere alla facoltà di infermieristica, dove, tra le altre domande, mi sinchiedeva il nome della nuora della regina d’Inghilterra, ma un test dove sianonelencati quasi tutti questi problemi, ovviamente a risposta chiusa, cosicchéndopo non si corra il rischio di ritrovarsi sorpresi e impreparati.

La terza fase

Poi c’è unanterza fase, quella del pesce che puzza come l’ospite; improvvisamente ilnsindaco è inetto e i marinai cominciano ad aggirarsi sul ponte della nave,nindecisi se restare fedeli al capitano o investire in una nuova futurancandidatura prendendone opportunamente le distanze. E infine ci sono quellindell’opposizione che, smaltita l’amarezza elettorale, abbordano subitaneinl’imbarcazione sgangherata, ben agghindati di nuove candide vesti; loro,ninvece, hanno le soluzioni a quei problemi che la maldestra ciurma non è inngrado di risolvere. E sui social network più famosi leggi i loro assiomi,ncomizietti suadenti, battibecchi interminabili, immancabili e ostentate minaccendi querela nei confronti dei più avventati oppositori. Ebbene, vinceranno inpretendenti perché i marinai della nave sono esausti e soprattutto divisi, ilnpopolo, affamato, desidera pesce fresco e sa perfettamente che un equipaggionrinvigorito prenderà il largo e gliene pescherà prima delle votazioni; inoltrengli elettori sono sempre e comunque avidi di camminate sui trampolini enassetati di nuovi idoli. Ma dopo un paio di anni anche il nuovo sindaco saràndiventato un pesce, che è come l’ospite. Se ci fate caso, mentre giocate anbriscola, i nostri politici sono come le carte, si mescolano, si rimescolano,nma sono sempre gli stessi; si alternano, cambiano nome ai partiti o cambianondirettamente partito, alcuni hanno addirittura ereditato cromosomicamente l’attitudinena occupare uno scranno e a seguire le processioni dietro il paliotto, di padrenin figlio e, soprattutto, ciclicamente criticano l’operato gli uni degli altri,nalternativamente, ogni due anni, ma a nessuno salta in mente che se hanno tuttanquesta intermittente solerzia nel proporre rimedi sui social e ad avere innpugno soluzioni efficaci, avrebbero potuto porle senza indugio in atto quando hannonavuto l’onore di governare, mentre la città non sembra averne avuto alcunchéngiovamento, resta da sempre immutata, anzi peggiora, inesorabilmente muore.

Impavidi giocatori di briscola

Mana noi va bene così tant’è che continuiamo impavidi a giocare a briscola; Traninoltretutto è evidentemente scalognata, è come me quando ci gioco, nel suo mazzonvi saranno sicuramente più di un due di coppe e la carta se la ritrova in ogninmano. Bisognerebbe ripartire dal basso, direbbe qualche irriducibile compagnoncome Doria, ma, caro Giovanni, è così in basso che è finito per sprofondare.


BIO – Alveare – Lavoro per strada, in mezzo alla gente, ascolto il brusio e ho l’impressione di trovarmi in un alveare; salgo e scendo i gradini delle scale, entro ed esco dalle case, dai reparti ospedalieri, delle prigioni e ho l’impressione di entrare e uscire dalle celle esagonali dei favi di un alveare; scorro le notizie e le storie sul mio pc, su e giù e mi ritrovo di nuovo in un alveare di pensieri e avvenimenti; mi fermo un istante e nella mia mente nasce una storia. Lavoro come infermiere nel servizio emergenza urgenza 118 da quattordici anni ma ho la mania della scrittura, della poesia e del racconto e qualcuno è così folle da concedermi lo spazio per farlo, ma, tutto sommato, è meglio incontrarmi in veste di poeta e scrittore. Buona lettura.

venerdì 27 Ottobre 2017

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