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Alveare. “Caro Michele”. La rubrica di Rino Negrogno

La Redazione
Rino Negrogno e la sua divisa da lavoro
La prima cosa che ho pensato, anche se mi rendo conto di quanto magra sia la consolazione, è stata: "Menomale che non era di turno Michele stanotte"
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Amico e collega nel servizio emergenza 118, che hai perso tuo fratello Nicola per un grave incidente stradale, sabato scorso, anche lui soccorritore; quanto dolore provo per te e quanto rancore verso un destino tenacemente beffardo quella notte. Nicola, astemio, tanto che era sempre affidata a lui la guida dell’auto dopo una serata in pizzeria; morto perché quell’unica volta ha preferito non guidare, forse perché stanco e, imprudentemente l’ha affidata a un uomo che poi, all’esito delle analisi, è risultato con un tasso alcolemico superiore a quello consentito. La prima cosa che ho pensato, anche se mi rendo conto di quanto magra sia la consolazione, è stata: “Menomale che non era di turno Michele stanotte”, perché per quanto non cambi le sorti di tuo fratello e l’intensità della tua sofferenza, non riesco nemmeno lontanamente a immaginare cosa sarebbe accaduto se ti fossi trovato tu davanti a tuo fratello straziato e morto sul colpo.

È la circostanza che più mi terrorizza da quando svolgo questo lavoro.

Caro Michele, ho più volte scritto sui giornali locali, invitando i giovani a non bere perché è un veleno che ci danneggia lentamente e inesorabilmente, a non bere prima di mettersi alla guida perché si muore e si ammazza e noi abbiamo già visto troppe vittime sulla strada, ma ti confesso che, dopo la morte di tuo fratello, sono molto scoraggiato, come certamente e maggiormente lo sarai tu, mi verrebbe voglia di non scrivere mai più su questo argomento e ti confesso che così avevo deciso in un primo momento; ma alla fine, quando sono tornato al lavoro e al tuo posto c’ era un altro soccorritore, ho riflettuto e ho ritenuto che non sarebbe stato giusto nei tuoi confronti, nei confronti di tuo fratello deceduto senza colpe, quindi ti ho scritto questa breve lettera e ho anche ritenuto di renderla pubblica per spaventare la gente, per farla soffrire con noi, perché ormai è l’unica possibilità che ci resta: terrorizzare, raccontare di quanti morti e feriti agonizzanti vediamo distesi sull’asfalto dopo una piacevole serata tra amici in pizzeria o in discoteca, di quanto poi, in lacrime, siano devastati dal pentimento ormai invano.

Caro Michele, torna presto in postazione, mi mancherà il tuo sorriso sempre pronto.


Alveare 2017

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Alveare 2018

1 Il problema etico di Giuseppe Tarantini – 2 Il Pronto Soccorso – 3 Il corte di Acca Larentia – 4 La razza del mio cane – 5 Alfredo Albanese – 6 Quale giorno della memoria? – 7 Sai già a chi votare?


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lunedì 5 Febbraio 2018

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