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Alveare. “Francesco non era morto”. La rubrica di Rino Negrogno

Rino Negrogno
Franchino
Io ho avuto la fortuna di assisterlo più di una volta, a volte mostrava un ghigno stizzito, senza alcuna ragione, e mi ricordava la sua rabbia nei confronti di chi lo scherniva, ma Francesco era sereno
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Francesco non era morto come molti credevano, solo che non passeggiava più su e giù per la piazza, vestito d’inverno anche ad agosto, solo che, un gruppo di coglioni vestiti con Moncler e stivali da mandriano, non poteva più insultarlo da un marciapiede all’altro e affibbiargli nomignoli. Francesco invece è morto dopo vent’anni, quando quei coglioni sono diventati grandi e si possono rendere effettivamente conto di quanto fossero coglioni, coglioni che ora hanno persino dei figli, figli a cui non racconteranno mai di quel loro passatempo che consisteva nel prendere in giro Francesco.

Ma Francesco li osservava in silenzio, forse li invidiava o forse aveva compassione per loro, che con cinture El Charro e calzini a rombo, frequentavano le scuole grosse senza trarne, al giorno d’oggi, alcun profitto. Francesco si difendeva tirando delle pietre, ma la pietra più grande la tira oggi, con la sua morte a vent’anni di distanza, quando loro sono invecchiati come uomini qualunque.

Io ho avuto la fortuna di assisterlo più di una volta, a volte mostrava un ghigno stizzito, senza alcuna ragione, e mi ricordava la sua rabbia nei confronti di chi lo scherniva, ma Francesco era sereno, grazie a suo fratello che lo accudiva con amore, di nascosto, in una casa che si affaccia su un cortile dove giocavo a palla da bambino. Ho somministrato la terapia a Francesco, poi gli ho fatto una carezza, ha sorriso, un sorriso forse inconsapevole, mi sono chiesto cosa provasse, quel fratello che lo accudiva con amore, vent’anni fa.

Faccio un appello al sindaco Amedeo Bottaro perchè si dedichi una via a Francesco, come monito, sulla targa scriverei: Francesco, osservatore. Per averci osservato piccoli, piccoli, piccoli

La foto nel pezzo è di un quadro dedicato a “Franchino”, realizzato dall’artista tranese Kochisedecor nell’ambito della mostra I colori del nero, durante la quale espose quattro tele a tema “tranesità”. Un omaggio a Trani e la sua gente

Alveare 2017

1 Ernesto Che Guevara – 2 Al capezzale dei vecchi – 3 La visita medica – 4 Il sindaco è come il pesce – 5 L’incidente dell’ambulanza – 6 Le nonne che giocavano a tombola – 7 Vi racconto il mio primo appuntamento al buio con una donna – 8 Barresi-Bottaro: che brutta storia – 9 Lei è un medico? Una donna? – 10 Quello strano fascista di Pinuccio Tarantini – 11 Rossella è andata via da Trani – 12 Disabili vs. normodotati. Volete sapere chi ha vinto? – 13 Ciao Ivan, compagno di liceo – 14 Lettera di Gesù Bambino – 15 Non sparate a Capodanno

Alveare 2018

1 Il problema etico di Giuseppe Tarantini – 2 Il Pronto Soccorso – 3 Il corte di Acca Larentia – 4 La razza del mio cane – 5 Alfredo Albanese – 6 Quale giorno della memoria? – 7 Sai già a chi votare? – 8 Caro Michele – 9 Sanremo senza Facebook – 10 Una campagna elettorale monotona – 11 Cara, brumosa, desolata periferia – 12 La favola di Sfortunina – 13 Gli occhi di Marilena – 14 Il furto al centro trasfusionale – 15 Attaccatevi al tram – 16 Nicola, novantasei anni. Colto da malore – 17 La stiratrice Isoardi – 18 Violenza contro anziani e lavoro sottopagato delle badanti – 19 Così festeggiate la Liberazione? – 20 Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono – 21 Don Dino, il sacerdote di quartiere – 22 L’arrivo di Emiliano – 23 Un vaccino per la solidarietà – 24 L’uomo nudo con le mani in tasca – 25 Doppio senso di marcia sul lungomare – 26 Ma siamo uomini o caporali? – 27 Cronaca di una serata di anormalità – 28 Il passaggio a livello è chiuso – 29 Gli zingari mettono sempre d’accordo tutti – 30 Papà, e se ti infilza? – 31 Il razzismo ve lo spiego con la mitologia – 32 Tra qualche giorno nei porti approderanno i Santi – 33 La pistola ad aria compressa – 34 Il razzismo è vita e i preti tutti pedofili 35 – Il pomodoro e il sangue – 36 Non essere stupido – 37 Le polpette avvelenate di ignoranza – 38 Finalmente potrò andare a messa la domenica – 39 Ho commesso atti impuri – 40 Cara Cecilia di Lernia – 41 Aggredito il 118 – 42 L’ignoranza allontana, l’arte avvicina – 43 Chi sono io per giudicare? – 44 Il sindaco di Riace, la sindaca di Lodi e la sorella di Cucchi – 45 I soccorritori della Misericordia di Andria – 46 Ascoltiamo i bambini – 46 Nicola Landriscina, i suoi primi 40 anni – 47 A proposito di Silvia Romano che se l’è cercata – 48 Il carabiniere, Felice Di Lernia, Amedeo Bottaro e Stefano Cucchi – 49 Ehy tipa, vieni in camera con me! Portati un’amica – 50 La medicina narrativa di Maurizio Turturro e Guevara – 51 Ho finito il presepe

Alveare 2019

1 Sono felice anch’io – 2 Cesare Battisti – 3 Mi dispiace per il magistrato arrestato

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