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Alveare. “Chi sono io per giudicare?” . La rubrica di Rino Negrogno

La Redazione
La foto scelta da Rino Negrogno. Piazza della Repubblica
Mia nonna si sentiva abbandonata da quell'unico figlio maschio. Un po' come quando ci chiediamo come facciano, questi giovani africani, ad abbandonare le famiglie.
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Guardatela Trani com’era alla fine degli anni 50. Le querce smilze ma con la chioma più folta, le palme a sinistra, non superano il primo piano, circondate dai fiori, la Fiat Seicento, le botteghe al posto del palazzone, prima dell’Upim e poi dell’Ovs. Osservate l’eleganza dei ragazzi, il secondo da destra è mio padre, mi piacerebbe tanto sapere chi siano gli altri. A destra, dietro gli alberi, si intravede la struttura che ospita un bar; il cartello pubblicitario dietro l’ultimo ragazzo a sinistra, sembra riguardi Gusmai Mobili. Dovrebbe trattarsi di una domenica mattina, autunnale, ottobrina, o forse un sabato, perché non penso che le botteghe restassero aperte di domenica.

Sarà il bianco e nero, saranno le palme che non sovrastano la piazza, sarà anche il fatto che tra i ragazzi c’è mio padre, ma quando ho visto questa foto, mi è parsa meravigliosa Trani e ho desiderato condividerla con voi. I giovani che si ornavano al dì di festa, dopo aver studiato e lavorato, come faceva mio padre, per potersi mantenere gli studi e avere due soldi in tasca la domenica. Altri andavano via, al nord, per cercare qualcosa di meglio, come aveva fatto mio zio.

Mia nonna si sentiva abbandonata da quell’unico figlio maschio. Un po’ come quando ci chiediamo come facciano, questi giovani africani, ad abbandonare le famiglie.

Ma chi sono io per giudicare mio zio?

Alcuni giorni fa, c’era una donna anziana in fin di vita accudita solo da una badante straniera, abbiamo chiamato i figli che vivono al nord per lavoro, ma l’anziana ha cercato di opporsi, non si sentiva abbandonata, chiedeva di non disturbare i figli, perché loro hanno bisogno di lavorare. In un primo momento ho biasimato quei figli, ma poi mi sono chiesto chi fossi io per giudicare, io che ho la fortuna di avere un lavoro nella mia città. E ho cambiato idea.

Mi ricordo di mio zio, quando mia nonna si è ammalata di tumore, ogni venerdì prendeva il treno da Milano, tornava a Trani e ripartiva la domenica sera, arrivando giusto in tempo per andare a lavorare. Lo ha fatto per diversi mesi. Un giorno lo hanno chiamato in settimana perché mia nonna si era aggravata. Ha preso il primo treno, contro il parere dei suoi dirigenti, ma anche della famiglia, rischiava di perdere quel lavoro così importante. Non se n’è preoccupato. Mia nonna è morta quando lui è arrivato, ha potuto così usufruire del congedo per lutto e non essere licenziato. Chi eravamo noi per giudicare quella scelta sconsiderata? Anch’io la avevo ritenuta tale, ma poi avevo cambiato idea.

Quante volte mi succede di cambiare idea se provo a immedesimarmi in chi vive il problema sulla sua pelle.

Alveare 2017

1 Ernesto Che Guevara – 2 Al capezzale dei vecchi – 3 La visita medica – 4 Il sindaco è come il pesce – 5 L’incidente dell’ambulanza – 6 Le nonne che giocavano a tombola – 7 Vi racconto il mio primo appuntamento al buio con una donna – 8 Barresi-Bottaro: che brutta storia – 9 Lei è un medico? Una donna? – 10 Quello strano fascista di Pinuccio Tarantini – 11 Rossella è andata via da Trani – 12 Disabili vs. normodotati. Volete sapere chi ha vinto? – 13 Ciao Ivan, compagno di liceo – 14 Lettera di Gesù Bambino – 15 Non sparate a Capodanno

Alveare 2018

1 Il problema etico di Giuseppe Tarantini – 2 Il Pronto Soccorso – 3 Il corte di Acca Larentia – 4 La razza del mio cane – 5 Alfredo Albanese – 6 Quale giorno della memoria? – 7 Sai già a chi votare? – 8 Caro Michele – 9 Sanremo senza Facebook – 10 Una campagna elettorale monotona – 11 Cara, brumosa, desolata periferia – 12 La favola di Sfortunina – 13 Gli occhi di Marilena – 14 Il furto al centro trasfusionale – 15 Attaccatevi al tram – 16 Nicola, novantasei anni. Colto da malore – 17 La stiratrice Isoardi – 18 Violenza contro anziani e lavoro sottopagato delle badanti – 19 Così festeggiate la Liberazione? – 20 Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono – 21 Don Dino, il sacerdote di quartiere – 22 L’arrivo di Emiliano – 23 Un vaccino per la solidarietà – 24 L’uomo nudo con le mani in tasca – 25 Doppio senso di marcia sul lungomare – 26 Ma siamo uomini o caporali? – 27 Cronaca di una serata di anormalità – 28 Il passaggio a livello è chiuso – 29 Gli zingari mettono sempre d’accordo tutti – 30 Papà, e se ti infilza? – 31 Il razzismo ve lo spiego con la mitologia – 32 Tra qualche giorno nei porti approderanno i Santi – 33 La pistola ad aria compressa – 34 Il razzismo è vita e i preti tutti pedofili 35 – Il pomodoro e il sangue – 36 Non essere stupido – 37 Le polpette avvelenate di ignoranza – 38 Finalmente potrò andare a messa la domenica – 39 Ho commesso atti impuri – 40 Cara Cecilia di Lernia – 41 Aggredito il 118 – 42 L’ignoranza allontana, l’arte avvicina

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lunedì 1 Ottobre 2018

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