«In data 30 dicembre 2011 il dirigente pro tempore della VI Ripartizione – Polizia Municipale aggiudicava, a seguito di regolare procedura ad evidenza pubblica, la fornitura e posa in opera di materiale informatico necessari al controllo, monitoraggio, registrazione e sicurezza degli accessi al Palazzo di Città. Tale fornitura si rendeva necessaria a seguito di numerosi solleciti indirizzati al Dirigente della VI Ripartizione provenienti dall’Ente e da altri organi dello Stato in riferimento all’annosa problematica della sicurezza e dei relativi accessi al Palazzo di Città».
A ricordarlo, in una nota, è il Consigliere comunale di Uniti per Ferrante, Tommaso Laurora. «Dopo varie vicissitudini e in particolare dopo la sottoscrizione del contratto di appalto – sottolinea Laurora -, la Ditta S.E.C.A. S.r.l completava i lavori aggiudicati e con verbale di collaudo sottoscritto in data 2 novembre 2012 consegnava l’intero sistema al Comune di Trani. Tali lavori venivano regolarmente liquidati alla Ditta S.E.C.A. S.r.l. in due tranche e cioè, in data 6 dicembre 2012 e in data 4 aprile 2013. Come ben noto e come più volte evidenziato anche dagli organi di stampa e web locali, la problematica della sicurezza del Palazzo di Città non è stata in alcun modo risolta, anzi si procede a tentoni e più volte si è creata difficoltà alla Polizia Locale, all’istituto di Vigilanza tranese e alla Polizia di Stato e ai Carabinieri i quali sono costretti a intervenire per portar calma e sicurezza nei locali comunali».
«Tale questione, come ben noto – insiste Laurora -, riguarda principalmente il secondo piano del Palazzo di Città. Il tutto con grave dispendio di energie e risorse finanziarie pubbliche, infatti a tutt’oggi, nonostante l’evidente completamento di tutte le procedure amministrative e contabili riguardanti tale fornitura in favore dell’Ente, inspiegabilmente il sistema installato non è ancora in uso».
«A questo punto – scrive il capogruppo di UpF – è lecito porsi una serie di interrogativi: Perché non entra in funzione tale sistema? Perché si continua a fare ricorso ad interventi tampone da parte della polizia locale e degli organi di polizia dello stato? Perché per proteggere, giustamente, la figura del Primo cittadino si ricorre addirittura a personale appartenente all’Amiu? Perché questo ulteriore spreco di denaro pubblico non viene utilizzato per far fronte alle esigenze della collettività quali cooperative e servizi sociali? Infine, credo che la risposta a tutti questi interrogativi sia effettivamente complicata atteso che ben due Dirigenti del Comune di Trani, nominati dal Sindaco, dopo aver verificato la procedura amministrativa adottata hanno ritenuto opportuno e doveroso liquidare (con denaro pubblico) i lavori affidati, realizzati e collaudati».