Calcio

In campo con Maradona: i ricordi dei suoi avversari tranesi, Di Leo e Dell’Oglio

Vincenzo Avveniente
Dell'Oglio marca Maradona (ai lati); parata di Di Leo su Maradona (al centro)
Il primo, tranese doc, l'ha affrontato nelle tre stagioni con l'Avellino; il secondo, tranese d'adozione, ben otto volte fra Ascoli e Fiorentina
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Diego Armando Maradona, nel pomeriggio del 25 novembre, si è spento nella sua abitazione a Tigres colto da un attacco cardiorespiratorio all’età di 60 anni. Il calciatore per eccellenza, considerato a più voci la personificazione dello spirito di questo sport, considerato sintesi pura di genio e di sregolatezza sul rettangolo verde.

Un argentino, nato a Lanus, che ha rapito l’amore di una città, Napoli, e di rimando di un Paese intero che lo ha accolto nel campionato di massima serie. Napol ora pensa di dedicare all’amato numero 10 il suo Stadio, culla dei sogni di un popolo intero. Capitano della nazionale argentina vincitrice del mondiale del 1986, El Pibe de Oro ha conquistato in maglia azzurra gli scudetti del 1987 e del 1990.

A calcare lo stesso terreno del fuoriclasse dai riccioli neri nei suoi anni di prodezze, ci sono stati anche due tranesi. Uno di nascita, il portiere Nicola Di Leo, ed uno d’adozione, l’esterno di difesa e centrocampo Antonio Dell’Oglio.

Di Leo ha avuto modo di sfidare Maradona in Serie A in quattro occasioni: difendendo i pali dell’Avellino ha incrociato il capitano azzurro nella stagione ‘85-’86 alla 30^ giornata di campionato, mentre nella stagione ‘86-’87 è riuscito a mantenere la porta inviolata contro gli attacchi dei futuri campioni d’Italia di quell’anno. Infine, nella stagione successiva, l’Avellino di Di Leo ha sfidato il Napoli di Maradona per due volte, fra cui spicca, nel 4-0 incassato nella sfida di ritorno al San Paolo, un goal straordinario del Pibe de Oro passato in rassegna più volte dai video-racconti che parlano di Diego Armando.

È stata soltanto quest’ultima l’unica occasione in cui l’argentino è riuscito a battere il portiere tranese, che peraltro ricorda di aver condiviso lo spogliatoio con Maradona per via di una manifestazione sportiva di beneficenza in cui si sfidarono il team “Giocatori stranieri di Napoli e Avellino” contro il team “Giocatori italiani di Napoli e Avellino”. “Al termine di quella partita – racconta Di Leo – Maradona venne a salutarmi, feci una bella parata su di lui. Poco tempo dopo mi mandò anche una cartolina di Natale, un bel gesto. Come confermava anche il mio ex-compagno di allora, Nando De Napoli, Diego era di una grande umanità e sempre dalla parte dei più piccoli”. Sul calciatore, poi aggiunge “È un grande campione, tutti ci sentivamo più piccoli rispetto a lui nonostante fossimo tutti calciatori di Serie A: è stato straordinario, non ce ne saranno altri grandi quanto lui”.

A calcare per parecchie partite lo stesso terreno di gioco del Pibe de Oro è stato inoltre Antonio Dell’Oglio, sia con la maglia dell’Ascoli che con quella della Fiorentina. “C’era competizione tra noi giocatori per chi dovesse marcarlo, a me è capitato per due match. In quel momento non realizzi di star marcando il più forte di tutti: con mezzo metro di distanza riusciva a puntarti ed era la fine, mentre nella marcatura a stretto contatto riusciva a destreggiarsi ugualmente e scappare via con la palla. Era immarcabile!” spiega l’ex-calciatore.

Dell’Oglio lo ha affrontato per una volta nella stagione ‘84-’85 e due volte nella stagione ‘86-’87: nella sfida d’andata fu definito dalla Gazzetta dello Sport come “l’anti-Maradona”, per essere riuscito a neutralizzare l’argentino lasciandolo a secco di goal in quella partita. Nella stagione successiva Dell’Oglio incontrerà Diego Armando in entrambe le sfide, mentre a gennaio del 1989 ci sarà l’ultima rivalità in cui Antonio veste le maglia bianconera ascolana. Passato alla Fiorentina, l’esterno affronterà Maradona per altre due volte nella stagione ‘89-’90 in cui il Napoli fece suo il secondo Scudetto tricolore conquistato con il capitano argentino.

Un curioso aneddoto riguarda la maglietta di gioco che Diego donò ad Antonio: “Avevo un’amicizia abbastanza forte con suo fratello, Ugo, a cui chiesi il favore di farmi lasciare la maglietta da Diego Armando. La maglietta la cambiavano solo con i grandi, i più famosi, ma a fine partita Ugo riuscì a consegnarmi quella maglietta che custodisco ancora. Ho ricevuto persino offerte di migliaia di euro”.

A quell’incontro ne seguì un altro, al torneo organizzato da Dirceu per la Croce Rossa ed a cui partecipò una squadra di All Stars. Dell’Oglio racconta: “Oltre a 60mila persone presenti sugli spalti di Avellino, ho avuto la fortuna di condividere lo stesso spogliatoio con Maradona. Ricordo quel momento come fosse adesso: eravamo tutti pronti per giocare, quando lui entrò nella stanza e tutti ci alzammo in piedi ad applaudirlo. Come se fosse entrato un Dio, un extraterrestre. Ci diede la mano ad ognuno di noi, mi presentai e ricordò che fossi amico di Ugo. Quella parentesi finì con lui, al centro dello spogliatoio, che palleggiava con un limone”. Poi conclude: “Sono molto triste. Ancora non ci penso, ma porterò con me a vita la fortuna di aver marcato il più forte di tutti. Non ha eguali.”

giovedì 26 Novembre 2020

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