Calcio

«Io, nato da Mamma Strada»: Francesco Moriero presenta la sua biografia all’Inter club di Trani

La Redazione
La presentazione del libro di Moriero all'Inter Club di Trani
La frase che dà il nome al libro fu urlata da Gigi Simoni, storico allenatore dell'Inter 97-98, durante la partita di Piacenza, in cui Moriero sembrava intestardirsi nelle giocate individuali
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«Sono nato da “mamma strada” e quelli che hanno scelto la strada sbagliata, paradossalmente, mi hanno aiutato a crescere proseguendo su quella corretta». Così Francesco Moriero, presentando a Trani nella sede dell’Inter club Javier Zanetti 4ever, la sua autobiografia, scritta a quattro mani da Luca Carmignani e Luca Tronchetti (anch’essi presenti) dal titolo «Kekko, passa la palla», edito da Dbs.

La frase che dà il nome al libro fu urlata da Gigi Simoni, storico allenatore dell’Inter 97-98, durante la partita di Piacenza, in cui Moriero sembrava intestardirsi nelle giocate individuali: proprio quando era pronta la sua sostituzione, il fantasista leccese dribblò tutti e si inventò un gol pazzesco, frutto di estro e classe cristallina.

«Gigi Simoni e Carlo Mazzone sono stati i miei secondi padri», ha ammesso Moriero rievocando la sua carriera e, soprattutto, l’esordio a sorpresa con la maglia del Lecce, contro la Juventus, per volere proprio di Mazzone che lo convocò in tutta fretta e gli anticipò in ascensore che sarebbe partito titolare.

Poi la firma per il Milan, ma il passaggio all’Inter dopo venti giorni: «Mi convinse Sandro Mazzola – racconta Checco -, e sono certo del fatto che scelsi veramente bene, perché ho avuto la fortuna di giocare con alcuni grandissimi campioni, da Ronaldo a Baggio, da Vieri a Recoba, Da Zamorano a Simeone, ed ebbi la fortuna di entrare in una squadra, l’Inter, che presto diventa la tua famiglia. Non è un caso che la stessa cosa la dicano proprio Zamorano, Simeone, Milito, Bergomi, Mourinho e Zanetti».

E proprio a quest’ultimo, il «capitano», Moriero deve la sua affermazione in nerazzurro: «Quando arrivai all’Inter pensavo fossi chiuso da lui, che occupava la fascia destra, ed invece Zanetti mi vide e disse: “Questo qui è veramente forte, sono io che me ne vado a sinistra”».

Francesco Moriero è stato un talento puro di una Lecce che, prima di lui, aveva espresso il “mundial” Franco Causio e, insieme con lui, portò in Nazionale anche Antonio Conte: «Per me è un autentico fratello – risponde l’ex ala a chi gli chiede su Conte all’Inter – e farà non bene, ma benissimo, perché è un altro che, come me, viene dalla strada e ha fatto sacrifici immani per arrivare dove è arrivato. Un ragazzo che, per due volte, si frattura la tibia e altrettante volte ritorna in campo più forte di prima è chiaro che sarebbe stato, poi, anche un grande allenatore con fame di vittorie. Conte, a breve, sarà un altro che parlerà dell’Inter come una grande famiglia».

Infine la risposta al piccolo Mattia, che gli chiede un consiglio sulla sua futura carriera di calciatore: «Non ci rinunciare per alcun motivo – risponde il neo allenatore della Cavese -. Coltivate i vostri sogni e, soprattutto, ricominciamo a fare divertire la gente, facendo ritornare il calcio spensierato come una volta».

Francesco Moriero è stato il primo ex giocatore nerazzurro ospite dell’Inter club di Trani, che in soli tre anni di attività continua a crescere senza mai fare un passo più lungo della gamba. L’omaggio finale per lui è arrivato attraverso una targa con dedica dei fratelli Galeno, affermati scultori di pietra di Trani.

lunedì 17 Giugno 2019

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