A cinquant’anni dall’arrivo dell’uomo sulla luna, “No Gravity” è l’occasione per ricordare, omaggiare e fare una riflessione su un momento di svolta dell’umanità, ma anche un modo per giocare con il cambiamento costante. L’inedito trio formato da Stefano Coppari (chitarra), Domenico Cartago (pianoforte) e Gaetano Partipilo (sax) ha deciso di farlo nel modo più vicino a ognuno dei componenti: con un flusso di improvvisazione, catturato in questo EP pubblicato in digitale da Auand Records.
Tutto è nato durante la residenza Auand al Festival Jazzit 2018. La scintilla fra i tre musicisti è scoccata quasi accidentalmente: “Ci siamo incontrati in studio – spiega Coppari – veramente per caso durante quella residenza, senza esserci mai visti insieme prima e senza avere preparato niente. Le musiche che sono venute fuori ci sono subito piaciute e abbiamo deciso di approfondirle registrandone altre”. Queste tracce sono così diventate il materiale di questo EP, una sorta di eterea suite estemporanea a base di elettronica, loop e melodie nate sul momento.
Con un’aria sospesa e lunare che permea l’intero EP (a partire dalla copertina, in cui campeggia un dipinto dell’artista Fatma Ibrahimi), “No Gravity” prende ispirazione dal satellite e dal costante e incessante mutamento che lo contraddistingue: nello spirito di questo continuo cambiamento, le tracce evolvono trovando sempre un nuovo modo di gettare luce sull’elemento successivo, illuminando la presenza di tutti i membri del trio grazie anche ai cangianti riflessi dell’interplay.
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