Una sfilata inclusiva per condurre gli spettatori in un viaggio incentrato sulla donna, “Dammi la possibilità di parlare” è l’evento organizzato dalla coach stylist Sabrina Altamura che ha animato gli spazi del Centro Polivalente Villa Guastamacchia nella serata dell’11 settembre.
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L’idea di Daniela Raffaele, titolare della Clitorosso Art Gallery, è stata quella di rievocare il percorso ultraterreno di Dante Alighieri, filo rosso dell’intera serata, attraverso citazioni letterarie e costumi. La celebre frase “Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate” (Inf. III, v. 9), pronunciata dal conduttore della serata Antonio Procacci, ha dato il via alla passerella durante la quale hanno sfilato donne che hanno indossato abiti simbolici legati a tematiche sociali stringenti.
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In particolare, attraverso gli abiti creati da Carmela Calabrese (Creazioni Charmelle), è stata evocata la condizione delle donne afghane soffocate dal regime talebano. D’impatto l’ingresso della prima modella con indosso un abito nero chiaramente ispirato al niqab (ma realizzato con un solo pezzo), velo della tradizione islamica che copre l’intero corpo, volto compreso, lasciando scoperti solo gli occhi che rappresentano l’unico spiraglio d’espressione. In questo caso gli occhi della modella erano segnati da un trucco cupo, forse sinonimo dalla mancanza di libertà che spegne lo sguardo delle donne costrette ad indossarlo.
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I turbanti e le parrucche di Madame Toupet, poi, hanno permesso di far luce sulla tematica delle donne in terapia oncologica che hanno vissuto la difficoltà di continuare le cure durante la pandemia e che sono spesso sottoposte al disagio della perdita dei capelli.
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In seguito, la passerella è stata animata da donne con abiti dai colori sgargianti (Creazioni Charmelle) simbolo dei vizi capitali, che si sono spogliate dal velo che copriva loro la bocca per prendere la parola e far rivivere citazioni letterarie e poetiche. Il viaggio di ispirazione dantesca si è concluso con l’ingresso del Paradiso rappresentato da una donna vestita di bianco accompagnata da due giovanissime damigelle e da una Beatrice molto speciale scortata da Dante, unica presenza maschile della sfilata.
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L’intenzione di Daniela Raffaele, entusiasta della riuscita dell’evento finalmente organizzato “in presenza” (rispettando la normativa antiCovid), è stata quella di eleggere l’arte come potente mezzo per lanciare messaggi significativi. Viene denunciato il malessere di una società governata dai peccati capitali alla quale non resta che affidarsi a “l’amore che move il sole e l’altre stelle” per superare la disumanità che spesso caratterizza la natura umana. A questo proposito, il fulcro della performance è la donna in quanto simbolo dell’Amore per eccellenza e di salvezza: non a caso anche Dante riesce a scoprire la bellezza e la luce dell’Amore assoluto grazie alla sua musa, Beatrice.
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Le donne a cui, al giorno d’oggi, non è ancora superfluo ricordare di dover concedere la possibilità di esprimersi liberamente, sono state valorizzate nelle loro diversità grazie a Sabrina Altamura che ha sapientemente portato a termine tale progetto di moda inclusiva facendo scendere in passerella modelle dalle caratteristiche uniche, di tutte le età, curvy, in terapia medica o in sedia a rotelle, lanciando, così, un messaggio di unicità della persona in quanto tale.
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L’evento ha visto la partecipazione e l’apprezzamento di Antonio Corraro, presidente dell’Auser Trani, Vincenzo Topputo, presidente dell’Auser Insieme Trani, dell’ Avv. Giuseppina Chiarello, presidente dell’associazione Le avvocate italiane e di Eugenio Benedetto Martello, assessore ai servizi sociali politiche giovanili e partecipazione attiva dei cittadini.
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