Spalla

Se non ti blasto, ti accontento: il sindaco colpisce un hater a caso. È la soluzione?

Donato De Ceglie
La risposta su Facebook e la conseguente nomina
Il clima verbale di questo bel Paese sta soffrendo le instabili temperature democratiche degli ultimi anni e sembra essere in atto una corsa al ribasso sui temi di civiltà e rispetto.
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L’epoca dei blastatori è stata la risposta arguta all’epoca degli hater. Dinamiche social che si ripercuotono a tutti i livelli, su qualsiasi argomento e in ogni ambito. Non vi devo di certo illustrare l’odio sputacchiato sulle pagine social degli amministratori locali o tra i commenti delle nostre notizie. Frasi colme di luoghi comuni, accuse gratuite, illazioni da querela. Ma d’altronde il clima verbale di questo bel Paese sta soffrendo le instabili temperature democratiche degli ultimi anni e sembra essere in atto una corsa al ribasso sui temi di civiltà e rispetto.

Un preambolo necessario per anticipare quanto successo negli ultimi giorni. Qualche settimana fa è esploso il caso della pagina Inps per la Famiglia: commentatori blastati da un gestore della pagina (blastare nel gergo giovanile e nella lingua colloquiale dei frequentatori assidui dei siti di relazione sociale in Rete, distruggere, far saltare in aria; per estensione, attaccare e zittire l’interlocutore dall’alto di una presunta superiorità intellettuale e morale).

Negli scorsi giorni si è tenuta a Palazzo di Città la nomina degli scrutatori per le elezioni europee, nomine tra i presenti nell’albo degli scrutatori e nell’elenco dei disoccupati. Tra i commenti un ragazzo con piglio polemico si chiedeva: “Posso fare lo scrutatore oppure i posti sono dei figli dei consiglieri, ecc?”. Controllata la presenza del suo nome, su entrambi gli elenchi, il ragazzo è stato nominato d’ufficio. “Ho esaudito la sua aspettativa”, risponde il sindaco. Se non ti blasto, ti accontento senza darti motivo di replica.

“Nome bianco” ha ottenuto il suo risultato, è stato nominato. Non sarà figlio di un consigliere, parente di un assessore, cugino di un dipendente comunale o tutti gli altri legami che lasciava intendere nel suo “ecc”, ma è padre di un errore: accaparrarsi un privilegio non usufruendo di pari diritti con altri ma solo per un beneficio personale istantaneo. “Nome bianco” è entrato nella schiera dei nominati grazie alla sua polemica, non si è battuto per un metodo di nomina egualitario e democratico. Abbiamo il primo sconfitto di queste elezioni europee.

martedì 7 Maggio 2019

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