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Inchiesta su Lampare al Fortino, TraniaCapo: “Dispiace che non ci abbiano ascoltato a tempo debito”

La Redazione
Trani a Capo
"La magistratura faccia il suo corso, noi andremo serenamente davanti ai giudici per rispondere del reato di diffamazione, come avremmo fatto anche se non avessimo saputo della chiusura delle indagini partite dal nostro esposto"
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“Abbiamo grande rispetto per i giudici e grande fiducia nella magistratura e per questo attendiamo che l’inchiesta faccia il suo corso. Però non possiamo esimerci dal fare un commento, perché per aver reso pubblica questa storia, tenuta nascosta all’opinione pubblica per anni, oggi siamo noi stessi sotto processo, per il reato di diffamazione. Proviamo rabbia per il fango che ci è stato gettato addosso con quella querela. Ma siamo sempre stati molto sereni, perché le carte le sappiamo leggere, a dispetto di quello che pensa il sindaco Bottaro”.

Comincia così il post del movimento Trani a Capo che commenta l’avviso di conclusioni delle indagini e soprattutto il video postato dal primo cittadino. “Dispiace che Bottaro, i suoi assessori, i consiglieri di maggioranza, i dirigenti comunali, nessuno di loro abbia voluto ascoltarci. Nessuno può dire che non sapeva e tutti si sono ben guardati da prendere una posizione su questa vicenda. Se invece di attaccarci e di offenderci, mettendo in discussione le nostre competenze, ci avessero dato ascolto, probabilmente oggi non si troverebbero in questa situazione. Perché quello che oggi viene contestato loro, noi gliel’abbiamo detto ben prima di rivolgerci alla magistratura. Basta cercare su internet e tutti potranno verificare che agli indagati viene contestato esattamente quello che noi abbiamo denunciato sin dal 2016”.

“Quanto ai contenuti del video diffuso oggi da Bottaro, che dire? Si vanta di aver recuperato 200.000 euro. E ci mancherebbe! Dopo che abbiamo scoperchiato il pentolone e fatto conoscere alla città questa situazione avrebbe mai potuto non pretendere il recupero di quei soldi? La verità è che, come anche scritto dai magistrati, oltre a recuperare quei soldi andava fatta decadere la concessione. Invece hanno scelto la strada della transazione, a condizioni che nessun inquilino riuscirebbe a spuntare dal proprietario di casa (una dilazione su 38 mesi), ed agitando – a giustificazione della transazione – lo spettro di un ipotetico ricorso da parte del gestore del ristorante contro una sentenza che aveva dato ragione al Comune. Sentenza – per la cronaca – inappellabile, in quanto passata in giudicato: singolare che l’Avvocato Bottaro non se ne sia accorto. Ma legge quello che firma? Un fatto grave, che la Procura contesta a lui, agli assessori che hanno firmato quella delibera, al dirigente e al legale del Comune. Su questo, però, nel video, nessun cenno. Lo capiamo, anche noi al posto suo avremmo provato imbarazzo”, continuano.

E sulla storia dei 60.000 euro di “sconto”: “Bottaro – a parte scaricare come suo solito le responsabilità sui dirigente – dice che giustamente quei soldi, per il rifacimento del tetto, devono essere posti a carico della proprietà dell’immobile, quindi del Comune. Ma Bottaro, evidentemente, nonostante glielo abbiamo detto più volte, continua a non leggere le carte. Nel video il sindaco dice proprio così, che il rifacimento del tetto non era una normale opera di manutenzione, e quindi giustamente il costo era a carico della proprietà, ovvero del Comune. Ma il sindaco sa che nel contratto, ad esempio all’art. 10 è scritto che “il concessionario rinuncia sin d’ora espressamente a qualsiasi richiesta nei confronti del concedente, di indennizzo di sorta per opere eseguite”? Inoltre il sindaco sa che nel permesso a costruire n. 54/2007 rilasciato dall’ing. Affatato, all’epoca dirigente dell’ufficio tecnico, chiesto proprio per poter ricostruire il solaio, è scritto che “si precisa che questo ufficio ed il Comune restano sollevati da eventuali richieste di partecipazione nelle spese che l’istante sosterrà nell’esecuzione dei succitati lavori, che dovranno rimanere a totale ed esclusivo carico del richiedente, senza nulla a pretendere”? La risposta è no, evidentemente non lo sa. Ma continua a sostenere che il Comune ha giustamente fatto lo sconto alle Lampare. E che ha fatto gli interessi dei cittadini! La magistratura faccia il suo corso, noi andremo serenamente davanti ai giudici per rispondere del reato di diffamazione, come avremmo fatto anche se non avessimo saputo della chiusura delle indagini partite dal nostro esposto. Perché, come detto, le carte le sappiamo leggere e siamo certi di aver fatto, NOI, gli interessi dei cittadini, denunciando pubblicamente una storia che andava avanti da anni, evidentemente con la complicità di tanti”.

mercoledì 2 Ottobre 2019

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