Amedeo Bottaro ha bacchettato la maggioranza in Consiglio, ha detto ai "suoi" consiglieri di essere scontento delle performance e li ha invitati ad una settimana di colloqui a scaglioni. La settimana si è prolungata per vari motivi ed il primo cittadino sta tenendo tutti in pugno con i suoi tempi ed i suoi "no" (al gruppo autonomo Befano-Mastrototaro che aveva avanzato la proposta di un nome in giunta ed al doppio ingresso in giunta della lista Con, con Amoruso che si sarebbe proposto nonostante la presenza dell'assessore uscente Nenna).
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Ha messo a nudo le criticità interne ai gruppi, facendo emergere i "punti deboli" e chiedendo agli stessi di chiarirsi le idee. Ma c'è qualcuno che legge in queste mosse un disegno diverso, a tratti con sfumature degne del miglior complottista. La lettura più lineare è quella che vedrebbe Bottaro impegnato in "solitaria" alla costruzione dell'approvazione in Consiglio del Dup in vista del bilancio di previsione da portare in Consiglio a stretto giro. Un modo per far capire alla sua maggioranza che con le sue doti di politico e diplomatico è in grado di costruirsi le strade che vuole, come ha già dimostrato nell'aula di Palazzo Palmieri in questi anni.
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Ma nel quadro del Bottaro accentratore i/le consiglier* di maggioranza, artista oniric*, il primo cittadino viene disegnato con tratto incerto. Secondo la rappresentazione di questa corrente, Bottaro potrebbe aver semplicemente messo la maggioranza davanti alla sua visione: se dovessi lasciare ora, io Amedeo, potrei dire di aver messo a disposizione della città N finanziamenti. Chi verrà dopo di me sarà in grado di gestirli o li perderà?
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Il disegno molto più ampio emerso dalle riflessioni politiche in corso nell'ultima settimana ri-guarda invece ciò che in questi giorni accadrà nel Lazio: se dovessero allinearsi i pianeti delle poltrone romane e dovesse aprirsi l'ipotesi di elezioni politiche già nel 2023, Amedeo Bottaro potrebbe essere proiettato alla candidatura alla Camera dei deputati. In quest'ultimo caso si tratterà di un'altra giunta "transitoria"?
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Intanto l'opposizione – o quasi – commenta con note a mezzo stampa. Italia in Comune smentisce l'ingresso in giunta: "Leggiamo da più parti che sarebbe imminente l’ingresso in giunta comunale di soggetti riferiti all’ambito politico di Italia in Comune. Vorremmo smentire tale eventualità. Come forza politica non abbiamo mai mostrato interesse ad assumere cariche politiche fini a se stesse, ove non funzionalmente inserite in un programma politico da noi condiviso e partecipato in modo democratico".
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La Lega invece, nella persona di Giovanni Di Leo, critica "il ritardo della costituzione della nuova giunta comunale" che "manifesta tutto il malessere di chi sta non-governando la città. Il giochino che ha consentito in passato di portare a termine la precedente consiliatura, cioè quello di acquisire uomini-stampella dalla opposizione dell'epoca, questa volta non sta riuscendo. Se nessuno tradisce il ruolo conferito dal mandato dei cittadini, se chi deve essere consigliere di opposizione resta al suo posto e non si fa incantare dalle briciole offerte dal padrone, allora tutto diventa più complicato e lo spettro del futuro anonimato si intravede all'orizzonte".
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