«Desidero fotografare ciò che vedo, sinceramente, direttamente, senza trucchi e penso che possa essere questo il mio contributo a un mondo migliore» Nel 1926, Tina Modotti commenta così il suo impegno.
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Fino ad oggi 6 gennaio, alcuni scatti di una tra le maggiori fotografe e fotoreporter italiane attive durante la prima metà del secolo breve, sono esposte a Trani presso Palazzo delle Arti Beltrani, contenitore polifunzionale pugliese.
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Volti, mani, paesaggi, dettagli, cuori, funamboli sono alcuni degli elementi presenti nella mostra “Tina Modotti. Immagini dalla Galerie Bilderwelt”, organizzata dalla storica dell’arte tranese Alessia Venditti.
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«La mostra di Trani – sottolinea la curatrice Alessia – vuole ripercorrere cronologicamente la vita dell’artista attraverso una selezione di opere dei vari periodi, aventi come fil rouge il comune valore storico e documentaristico, e pone l’esposizione in un’ideale relazione dialogica con la collezione permanente otto e novecentesca di Palazzo Beltrani, sede anche della Pinacoteca Ivo Scaringi, sollecitando così il visitatore a riflettere sui rapporti storico-sociali insiti in ogni singolo risultato artistico».
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Nata ad Udine il 17 agosto 1896 e morta a Città del Messico il 5 gennaio 1942, Tina Modotti vive una vita da rivoluzionaria, piena di viaggi, passioni e separazioni. Con i suoi scatti, Tina Modotti ha saputo raccontare la realtà di un periodo storico pieno di inquietudini culturali e politiche.
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La sensibilità delicata di Alessia si riversa nella scelta delle 50 fotografie provenienti dalla collezione berlinese di Reinhard Schultz, che tratteggiano la bravura di Tina Modotti e la sua ricerca dell’onestà delle fotografie senza distorsioni o manipolazioni «Mi considero una fotografa, niente di più»
L’affascinante impianto espositivo, fortemente voluto dall’Assessorato alle Culture del Comune di Trani, diretto da Felice Di Lernia, e realizzato grazie all’Associazione delle Arti in collaborazione per i testi con le storiche dell’arte romane Sara Esposito e Francesca Macera, è completato dalla proiezione, visibile durante la fruizione della mostra, del film The Tiger’s Coat del 1920, (Pelle di tigre, regia di Roy Clements, USA), unica testimonianza giunta ai giorni nostri della parentesi attoriale hollywoodiana di Tina Modotti.