Cultura

A Trani riparte Jazz&dintorni. Il 25 ottobre c’è Chiara Civello – Eclipse Trio

La Redazione
Chiara Civello
In Italia, il quotidiano «La Repubblica» l'ha recentemente definita «la mosca bianca»: perfino nel suo paese d'origine, dove in tredici anni di carriera sono usciti sei album di successo, Chiara Civello rimane un'outsider
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Riparte la stagione artistica della rassegna “Jazz & Dintorni”, il festival diretto da Carlo Gallo e organizzato dal Babalù di Trani e dalla Music Art Management, con la collaborazione dell’Assessorato alle Culture del Comune di Trani, e che si terrà al Teatro Impero di Trani. Ospite del prossimo appuntamento, Chiara Civello – Eclipse Trio, venerdì 25 ottobre 2019, inizio ore 21.
In Italia, il quotidiano «La Repubblica» l’ha recentemente definita «la mosca bianca»: perfino nel suo paese d’origine, dove in tredici anni di carriera sono usciti sei album di successo, Chiara Civello rimane un’outsider. Né pop, né jazz, lontanissima dalle classificazioni asettiche della musica leggera e avidamente aperta sul mondo, questa italiana spumeggiante potrebbe essere la figlia segreta di Ennio Morricone, di Michel Legrand e di Astrud Gilberto. La sua voce soave, la sua latinità particolare e il suo percorso fuori dal coro hanno sedotto Marc Collin, l’inventore del gruppo Nouvelle Vague, che ha visto in lei la figura portante della nouvelle vague italiana. L’ha perciò inserita in Kwaidan, la sua etichetta di pop alternativo, e ha prodotto il disco Eclipse, offrendole in questo modo quel french touch che ancora mancava al suo pregevole percorso.
Perché se è vero che Chiara Civello arriva in territorio vergine in Francia, è anche vero che ha già vissuto mille vite. Vanta perfino una serie di collaborazioni di prestigio dall’altra parte dell’Atlantico, da Burt Bacharach a Esperanza Spalding o Al Jarreau, da Chico Buarque a Gilberto Gil. Accompagnerà infatti quest’ultimo in scena per tutta l’estate nella sua tournée europea… Iperattiva, Chiara Civello è un’insaziabile raccoglitrice di suoni, sempre in partenza, e niente le piace di più che addormentarsi la sera pensando a tutto quello che le resta ancora da scoprire. È proprio lei a citare la sindome di Wanderlust, quel virus del viaggio che l’ha spinta ad attraversare l’oceano all’età di 18 anni, dopo aver vinto una borsa di studio al Berklee College of Music di Boston. Da allora, ha costruito una carriera tra tre continenti, con un piede in Italia, uno negli Stati Uniti e il cuore in Brasile. Senza mai prendere fissa dimora, né in una città, né in uno stile.

Da New York…
La sua storia è quella di un’adolescente italiana partita per l’America sulle tracce di Peggy Lee, Nina Simone e Joni Mitchell, e che poi è caduta nel calderone delle musiche della diaspora africane. Prima a Boston, dove viene iniziata allo swing brasiliano dai suoi amici sudamericani. Poi a New York, dove continua a fare concerti nei club di jazz… L’incontro con il produttore Russ Titelman (James Taylor, Paul Simon, Chaka Khan…) le cambia la vita: lui la incoraggia a scrivere le sue canzoni e a trovare la sua strada senza rinnegare le proprie radici. Uscito con Verve nel 2005, il suo primo album (Last Quarter Moon) pone già le basi del suo mutevole universo: quello di una cantante poliglotta (italiano e inglese in quella prima opera), sia pianista che chitarrista, che rifiuta le costrizioni stilistiche e linguistiche. Nella definizione di Tony Bennett, Chiara Civello è «la migliore cantante jazz della sua generazione »!

…a Rio
Invitato per una canzone, Daniel Jobim (nipote di Tom) diventa suo amico. Dopo tre anni e un secondo album (The Space Between, 2007, da Universal), Chiara va a trovare Daniel a Rio e quel soggiorno suggella per sempre la sua storia d’amore con la musica brasiliana. Daniel la porta a un sarao (serata musicale tra amici), dove conosce Ana Carolina, autentica star della MPB. Quest’ultima è l’ospite d’onore di Chiara in 7752: un album molto brasiliano, che risente delle influenze di Tom Jobim, Caetano Veloso, Gilberto Gil, ma anche di Ryuichi Sakamoto e Mark Ribot (presente come ospeite alla chitarra nell’album). Il titolo fa riferimento al numero di chilometri che separano New York da Rio. Quest’album riscuote un enorme successo da una parte e dall’altra dell’Atlantico. La canzone Resta, che Chiara scrive con Ana Carolina, entra a far parte della colonna sonora di una famosa telenovela brasiliana e diventa una hit. Due anni dopo, un’altra canzone, Problemi, tratta da un disco (Al Posto del Mondo, 2012) registrato sulla scia della sua partecipazione al festival di Sanremo, ottiene il premio musicale Multishow Brazilian come miglior canzone del Brasile.

La più brasiliana delle pop star italiane
Gilberto Gil, Ana Carolina, Chico Buarque, Esperanza Spalding accettano subito di inciedere un duetto con Chiara sull’album Canzoni: la cantautrice riprende in quell’album delle torch songs emblematiche del patrimonio italiano, con quel modo tutto suo di coniugare la forza melodica delle canzoni transalpine con le armonie e le ritmiche del jazz, del blue-eyed soul e della bossa nova. Nel corso della sua discografia, Chiara ha anche fatto sua la massima antropofaga ripresa dal tropicalismo brasiliano enunciata dal poeta modernista Oswald de Andrade: nello stesso modo in cui lui esortava a divorare la cultura europea per meglio costrastare il processo di colonizzazione, Chiara vuole mangiare il mondo per meglio far rinascere il suo retaggio italiano. Artista avventurosa, ha metabolizzato le culture dei continenti che ha attraversato e oggi parla e canta in inglese, italiano, portoghese, spagnolo e francese.

Un’aria di cinema italiano
Questo spirito d’avventura, Chiara lo ha riconosciuto in Marc Collin. Per Eclipse, il produttore le ha perfezionato un sound pop inedito, senza basso né batteria, ma con un organo elettrico, una batteria elettronica e un basso sintetico, come per meglio esaltare la grana sensuale della sua voce. Entrambi adepti di un minimalismo vintage, Marc e Chiara condividono anche la stessa passione per le colonne sonore dei film italiani degli anni ’60 e ’70. Chiara rende anche omaggio a quest’altra dimensione di quello che definisce il suo «retaggio» attraverso tre grandi classici: reinterpreta l’Eclisse Twist di Michelangelo Antonioni su un ritmo affannoso, propone una versione ultraintimista di Amore Amore Amore di Piero Piccioni e conclude con Quello che conta, tema morriconiano che lei sublima con un’infinita dolcezza.
Giocando con i silenzi e i costrasti come farebbe un regista con la luce, Marc Collin ha creato per ogni titolo delle atmosfere cinematografiche diverse. In questo immaginario in bianco e nero, Chiara è la ragazza di Ipanema: leggera e inebriante, surfa sulla Nouvelle vague di Truffaut, fa ondeggiare delle arie co-composte con la crème dei songwriters italiani (Francesco Bianconi, Pippo Kaballa, Cristina Donà, Diego Mancino, Diana Tejera e Dimartino), reprende perfino languidamente Parole Parole di Dalida. Senza dimenticare il piccolo regalo esclusivo che fa all’ascoltatore francese, per cui canta Petite Fleur di Sidney Bechet.

“Jazz & Dintorni” è una rassegna musicale con ricercate proposte internazionali e occasioni d’ascolto “uniche”, un programma ricco e variegato, dedicato ad un genere in cui la musica jazz incontra le melodie più “sofisticate” della musica italiana ed internazionale.I prossimi appuntamenti: venerdì 29 novembre Danilo Rea Feat. Oona Rea, venerdì 20 dicembre Francesco Cicchella.

venerdì 27 Settembre 2019

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