Cultura

Dialoghi di Trani: arrivare al cuore della gente con garbo e semplicità. La lectio di Mancuso

Fabio De Palma
Dialoghi di Trani
Giovedì sera presso la Basilica cattedrale di Trani, la lectio del teologo e filosofo Vito Mancuso.
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Il termine responsabilità è la password che apre al tema di quest’anno della XVIII° edizione dei Dialoghi di Trani, importantissima manifestazione culturale della nostra città e di tutto il Meridione.

Discutere di responsabilità, di questioni morali in tempi ardui come questi non è semplice, serve la lucidità e la sensibilità di menti acute, di intellettuali che sappiano arrivare non solo alle menti, ma anche al cuore, con semplicità e in questo Vito Mancuso, ci riesce senza difficoltà.

Teologo e filosofo conosciuto per le sue collaborazioni giornalistiche e televisive (editorialista de La Repubblica, conduttore radiofonico e brillante penna di importanti saggi) docente universitario presso il San Raffaele di Milano e l’Università di Padova, giovedì sera ha coccolato e affascinato il pubblico nella Cattedrale di Trani. Le sue parole di esordio sono state contraddistinte da una forte emozione, nonostante non fosse la sua prima volta ai Dialoghi, dettata dalla bellezza del luogo, dalla sua storia, le sue caratteristiche architettoniche. Ha legato il suo discorso all’arte muraria e ricordato il suo papà, un muratore di origine siciliane. La responsabilità è arte muraria, è costruzione, ci sono movimenti particolari, apparentemente semplici ma che hanno in sé un’antica conoscenza. Il discorso del Professor Mancuso è un discorso aggraziato, aperto ad ogni tema, ogni disciplina, mostrando una grande conoscenza ed eleganza intellettuale, sapendo ripercorrere varie fasi della teologia e della filosofia, dalla quella antica a quella cristiana sino a quella moderna- contemporanea.

Tanti sono i filosofi citati, da Sant’Agostino, con un approfondimento delle Virtù Cardinali, quali la Prudenza, la Giustizia, la Temperanza e la Fortezza, facendo un piccolo appunto sul senso di Prudenza, che viene interpretata come “cautela diplomatica”, in realtà il senso di prudenza greca è la capacità di saper discernere la verità dalla falsità con l’aiuto della ragione (infatti il termine prudenza è legato a quello di Giustizia da cui nasce Giurisprudenza).

Raffinata citazione anche della Critica della ragion pratica di Kant, dove il filosofo esprime la sua ammirazione per “Il cielo stellato sopra di me e la legge morale in me”, due elementi che non si devono cercare ma si connettono nel nostro mondo, il primo elemento esprime il Principio (ossia la prima parte di una entità distribuita nello spazio o nel tempo) e i tempi illimitati, il contatto con mondi esterni ed infiniti. Il secondo elemento rappresenta la vera infinitezza, essendo L’Io indivisibile, la nostra vera personalità.

Tanti sono gli argomenti trattati, anche attuali, come la mancanza di ascolto da parte dei più giovani, la difficoltà degli insegnanti a farsi ascoltare, “Ormai i giovani non riescono ad ascoltare neanche una favola” ma senza mai scendere nel pessimismo totale, perché questo mondo ha tanti aspetti meravigliosi.

Dopo un breve excursus sulla responsabilità della bellezza, l’incontro termina con un grande applauso, come in un teatro dopo uno spettacolo incantevole. Vito Mancuso dimostra non solo una grande conoscenza ma anche delle doti performative da grande mattatore, un intellettuale che sa arrivare al cuore di tutti, con semplicità e grande garbo.

venerdì 20 Settembre 2019

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