Cultura

Chiara Pia Aurora: “Per me la musica è una scialuppa di salvataggio”

Ottavia Digiaro
Chiara Aurora
Oggi, 15 gennaio, in libreria i sette libri dedicati ai ragazzi de La compagnia del Cigno, editi da Rai libri. «Sofia, un po' più grande di così» è il titolo del libro che parla del personaggio interpretato da Chiara
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Chiara Pia Aurora, diciotto anni, tranese, sogna un futuro come insegnante di musica. Frequenta il Liceo di Scienze Umane a Trani e studia violoncello presso il Conservatorio di Monopoli. Il giorno dopo il suo diciassettesimo compleanno, grazie ad uno screenshot inviato da un’amica, decide di partecipare ad un casting; l’annuncio ricercava sette musicisti veri senza esperienza di recitazione. Invia il materiale richiesto, dopo una settimana è a Bari al provino, dove le viene chiesto di suonare un pezzo di un minuto.

Poi il silenzio. A distanza di un mese, un’altra chiamata. Le dicono di presentarsi a Roma, questa volta oltre a suonare deve recitare. Qui a Roma incontra il regista Ivan Cotroneo, la mente di tutto, che Chiara definisce “una persona splendida a cui voglio veramente tanto bene”. La paura di non farcela comincia a trasformarsi in speranza.

Passa altro tempo. È settembre e Chiara è contattata per un provino per la Rai. Questa volta deve suonare, cantare e recitare insieme. “Avevo paura di rapportarmi – racconta Chiara – era l’ultimo gradino prima di arrivare in cima, ma avevo paura di tornare indietro”.

Poi la chiamata mentre era a scuola. “Era la seconda ora, mi arriva una chiamata da un numero che non conosco. Attacco. Subito dopo mi arriva un messaggio in cui mi dicono che mi contattavano da Indigo Film e volevano contattare i miei genitori. Hanno chiamato mia madre e io l’ho letteralmente bombardata di chiamate chiusa nel bagno della mia scuola. Mia madre mi dice “Ora non ti dico nulla, appena sei a casa parliamo. Qualsiasi cosa ti dirò, ricorda di aver partecipato a qualcosa di grande”. Ovviamente non riesco ad aspettare la fine della scuola e dopo mille chiamate, mia madre mi dice “Ivan il regista ha deciso di sceglierti per il personaggio di Sofia. Hanno visto in te questo personaggio”. Mi ricordo che sono scoppiata a piangere”.

Su 1900 ragazzi che hanno partecipato alla selezione, Chiara è stata selezionata per far parte di questo progetto e a distanza di mesi continua a emozionarsi, mentre racconta la sua esperienza.

Da lunedì 7 gennaio, infatti, abbiamo visto Chiara nei panni di Sofia, una delle sette protagoniste della fiction La compagnia del cigno in onda su RaiUno diretta da Ivan Cotroneo e con Alessio Boni e Anna Valle, che sta avendo grande successo.

Abbiamo incontrato Chiara di ritorno dagli studi Rai e le abbiamo chiesto cosa è cambiato dove la messa in onda della fiction.

Ad un certo punto, ti rendi conto di non essere più invisibile. Mentre ero in treno di ritorno da Roma, c’era una signora seduta accanto, vedevo che mi guardava. Per tutto il viaggio non mi ha detto nulla. Lei è scesa a Foggia mentre io a Barletta. Mentre scendeva mi dice “In bocca al lupo per tutto. Sto guardando la serie e mi è piaciuta tantissimo”. In quel momento ho pianto, per la prima volta ho realizzato che i 5milioni di spettatori che hanno guardato la serie, in quel momento diventano partecipi di ciò che abbiamo fatto.

Con chi eri e cosa hai provato mentre ti rivedevi in tv?

Lunedì eravamo tutti insieme a Roma a casa di Francesca Cima, produttrice della seria, che è la responsabile di Indigo e che ha deciso di prendere a cuore questo progetto da una idea di Ivan che ha scritto la sceneggiatura con Monica Rametta. Lei ha deciso di sviluppare quello che oggi vediamo. Noi siamo molto legati a lei e a Ivan che consideriamo i padri artistici. Eravamo a casa sua tutti insieme, in un clima familiare. Eravamo solo noi, con le persone che hanno visto la nascita di tutto.

Voi siete in 7 come le sette note musicali, e provenienti da varie parti d’Italia. Cosa si è creato e cosa rappresentano per te gli altri.

Si è creato un rapporto stupendo. Noi diciamo sempre che l’amicizia che si vede nella serie in realtà è un frammento dell’amicizia vera che si è creata tra noi. Quando eravamo tutti insieme sul set non c’era neanche bisogno di recitare, abbiamo recitato come le sette persone che siamo e non come personaggi. Questo perché c’è un forte legame tra noi e i nostri personaggi che rispecchiano noi. Si è creato un rapporto di amicizia, che non so descrivere, sono la mia seconda famiglia. Quando si condivide così tanto con delle persone, definirli amici è riduttivo.

Sofia, il personaggio che tu interpreti nella fiction, in passato ha vissuto episodi di bullismo in particolare durante l’infanzia e vive male il rapporto con il suo corpo. Non si vede bella e non si accetta. C’è qualcosa di Sofia nella Chiara che noi conosciamo?

C’è tanto. Praticamente io dico che siamo quasi la stessa persona. Sofia è una sedicenne che soffre di bullismo da piccola, però ha la particolarità di non sfogarsi mai con altre persone. Tutte le cattiverie e gli insulti che riceve cerca di reprimerle e sfogarle nella musica, il suo rifugio. Anche per me la musica è un rifugio, una scialuppa di salvataggio. Nei momenti più difficili è l’unica cosa che devo fare è suonare. Ma Sofia è una persona anche molto romantica e si innamora di Matteo. Quando arriva l’amore lei decide di fare un cambio: decide di iniziare un percorso di rivincita. Parte dal canto e dalla canzone True Colors. Ma la differenza è che il cantare questa volta non è una richiesta d’aiuto, ma è per sé stessa. Si dedica questa canzone con un significato meraviglioso e decide di essere sé stessa.

Dopo questa esperienza, chi è Chiara?

Oggi Chiara è una persona diversa dalla Chiara di 7 mesi fa, ma forse anche di un anno fa. Diversa in senso positivo, perché questa serie è stata anche un percorso di vita, oltre che lavorativo. Sono diventata maggiorenne sul set e c’è stato un passaggio, un cambio totale della mia persona; qualcosa che mi ha responsabilizzato molto sia per la grandezza del progetto sia per la complessità del lavoro. È una Chiara diversa, ma molto più felice di prima perché ha ricevuto la possibilità di viaggiare, cosa che adoro, di non essere fissa in un posto e di aprire la mia mente a mondi diversi che non conoscevo.

Cosa vorresti dire a chi si avvicina al mondo della musica o già ne è immerso?

Il messaggio che mi sento di dare è molto simile a quello che vuole comunicare la fiction: se si hanno dei sogni, degli obiettivi su cui investire la propria vita, nonostante tutto e tutti è importante guardare la meta. Non bisogna mai tornare indietro. La musica è un’autobiografia della nostra vita, un percorso che ci rappresenta, ma non possiamo aspettarci che ci sia sempre la solita melodia. Un po’ come quando si studia musica se si sbaglia, si ricomincia.

Nei progetti del regista c’è quello di continuare la fiction “Sarebbe un’emozione molto più grande della prima volta quella di tornare sul set” conclude Chiara.

Nel frattempo, però, oggi 15 gennaio, in libreria i sette libri dedicati ai ragazzi de La compagnia del Cigno, editi da Rai libri. «Sofia, un po’ più grande di così» è il titolo del libro che parla del personaggio interpretato da Chiara.

martedì 15 Gennaio 2019

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