Cultura

Quel filo rosso tra Trani e la Nuova Zelanda: Piri Sciascia

Donato De Ceglie
Il tradizionale Hongi tra la Duchessa di Sussex e Piri Sciascia
Un mese fa l'anziano Kaumatua Maori ha accolto il Principe Harry e Meghan Markle, oggi Duca e Duchessa di Sussex
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C’è un pizzico di Trani dall’altra parte del mondo. Una bandiera della comunità maori che prova profondo orgoglio delle sue origini italiane. Un mese fa Piri Sciascia, residente a Wellington e fresco di festeggiamento dei suoi 70 anni con sua sorella Judy, è stato protagonista in prima linea dell’accoglienza in Nuova Zelanda del Duca e della Duchessa di Sussex. Per caso tempo fa, con Piri, abbiamo stretto un legame virtuale sui social e le foto di questo evento non potevano sfuggirci. La storia degli Sciascia in Nuova Zelanda è una storia meticcia, avventurosa, una storia di immigrazione ed è ben raccontata da Stefano Semeraro sulle pagine de La Stampa. Gli Sciascia in Nuova Zelanda sono circa 4mila e discendono da Nicola Sciascia, tranese purosangue nato nel 1840 da Carlo e Giacinta di Toma. Prima di morire sventrato da un toro a Portland, Nicola si sposa con Riria McGregor, una donna maori di origini scozzesi, con la quale avrà undici figli. Piri è figlio di La Basse Sciascia, figlio di Frank Sciascia, a sua volta figlio di Nicola.

Nell’agosto del 2007 Sonny Sciascia, zio di Piri e nipote di quel Nicola Sciascia citato, ha ricevuto dall’allora sindaco Giuseppe Tarantini, la cittadinanza onoraria. Nella delibera del Consiglio Comunale leggiamo di Sonny: “E’ stato Sindaco di Levin dal 1986 al 1989; Presidente del Rotare Club e Presidente dell’Unione Federale del Rugby della Nuova Zelanda. Grazie alla sua paziente determinazione, incrollabile entusiasmo ed efficace immaginazione, Sonny Sciascia è riuscito – prodigandosi nell’arco di un decennio – a ritrovare il ramo italiano degli Sciascia e a stabilire contatti con esso. Ciò anche dopo che gli era ufficialmente comunicato che degli Sciascia di Trani non esisteva più alcuna discendenza. Esempio mirabile ed assolutamente fuori del comune di attaccamento alle radici, alla famiglia ed alla terra degli avi”.

Piri nutre e alimenta lo stesso attaccamento e gli abbiamo inoltrato qualche domanda alla quale ci ha risposto con grande piacere, dopo la visita del Principe Harry e di Meghan Markle. Gli chiediamo a “freddo” e a distanza quale ricordo conservi della nostra città e ci fa subito notare quanto il nome della nostra città sia ricorrente in famiglia grazie ad una scelta: “Trani era sempre stato solo un posto molto lontano per noi. Ritornare, trovare la casa di Nicola, incontrare i parenti di Sciascia e Di Toma è stata una gioia profonda. Trani è ora ancora più speciale per noi. Zio Sonny Sciascia fu nominato cittadino di Trani e ora ho una nipotina di nome Trani Sciascia”.

Fa strano pensare che scorra sangue tranese in un uomo simbolo oggi per la comunità maori. Piri di cosa si occupa principalmente? “Non è strano. Maori e italiani condividono molti amori: soprattutto il cibo, la musica e la capacità di ridere. Un sacco. Lasciami dire che essere sia Māori che italiani è… facile. Il mio attuale lavoro è l’anziano Kaumatua Maori sia per il Primo Ministro che per il Governatore Generale della Nuova Zelanda”. Il Kaumatua è una figura quasi istituzionale: è il più anziano di una comunità, è colui che è riuscito a tenerne le fila per lungo tempo e trapassa le sue conoscenze ai più giovani. Un ruolo che va a sottolineare il rispetto per le origini, che serve a tramandare le tradizioni, a conservare il fuoco di una comunità, dinanzi al quale scaldarsi nei momenti più freddi.

Piri, come si è svolta l’accoglienza dei reali? Abbiamo visto anche un francobollo con la foto del saluto con la duchessa di Sussex. “I Royal hanno avuto un tour di quattro giorni in Nuova Zelanda, iniziando con un benvenuto di stato alla Government House, e terminando con un tradizionale benvenuto Maori a Ohinemutu marae a Rotorua. Una serie di francobolli è stata realizzata da New Zealand Post per commemorare questa visita. Include l’hongi tra la Duchessa di Sussex e me”. L’hongi, il saluto tradizionale dei Maori, che si fa premendo la testa contro il naso della persona che si intende salutare.

Con quali occhi oggi Piri Sciascia vede il mondo? E come vede l’Italia? Cosa ne pensi? “Oggi siamo chiamati ad essere noi stessi nella cultura in cui viviamo, ma anche a essere globalmente connessi e consapevoli. Dobbiamo mantenere la nostra unicità e singolarità, difendere la nostra cultura ma non possiamo perdere di vista il mondo. L’ambasciatore Paolo Fulci, messinese e pronipote di Giacinto, fratello minore di Nicola Sciascia, ci ha presentato il concetto di “Sciascia del mondo”. Grazie a Facebook abbiamo l’opportunità di connetterci con tante persone, internet ci permette di condividere le nostre storie con nuovi parenti nel mondo. L’Italia rimane una bellissima esperienza e non posso che pensare cose buone. Oggi abbiamo facilmente notizie sugli Azzuri, le inondazioni di Venezia, le notizie finanziarie e politiche italiane. Viviamo momenti intimi con l’Italia come la condivisione del buon vino pugliese realizzato da Severino Garofano. Le opportunità di connessione sono infinite”.

Ricostruire la vostra cultura non è facile, soprattutto in poche battute. “La cultura māori è costruita sulla genealogia. Conosco la mia discendenza italiana da 13 generazioni e posso risalire fino al 16° secolo. E la mia ascendenza Maori va indietro di almeno 20 generazioni. Giacinto La Notte di Bisceglie ci ha fornito il collegamento da Trani a Bisceglie per ricostruire il tutto. Viviamo, cantiamo e balliamo la nostra storia Maori ogni giorno. E mangiamo entrambi tutti i giorni perché siamo persone molto affamate”.

Insomma, la tavola resta il miglior luogo per scoprire l’identità culturale di un popolo.

mercoledì 12 Dicembre 2018

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