Cultura

La storia di Gigi, il giovane scrittore che ha deciso di non arrendersi. L’intervista

Giuseppe Di Bisceglie
Giuseppe Di Bisceglie
Gigi Mintrone con i Maneskin
Il racconto della sua vita nel libro "Mamma colorami il Cuore" da oggi al Salone del Libro di Torino
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«Questa è una storia semplice, eppure non è facile raccontarla. come in una favola c'è il dolore maè anche piena di meraviglie e di felicità». È uno dei passaggi del libro dello scrittore coratino Gigi Mintrone, edito da Secop; un libro dedicato «a tutti gli albatros che, come me sognano di volare e hanno le potenzialità per farlo». Perché anche se il corpo ha dei limiti, la mente e la conoscenza, l'amore e l'amicizia, sono degli ottimi alleati per spiccare il volo. 

Gigi Mintrone ha 36 anni, una laurea in Scienze Politiche e una specializzazione in Relazioni internazionali. Parla quattro lingue e scrive in punta di cuore. È nato con una tetraparesi spastica, patologia fortemente invalidante, ma ha deciso di non arrendersi. Nei cenni biografici del suo libro si legge: «Tenacemente aggrappato alla vita per non finire sconfitto dalla tristezza e dal dolore, descrive la grande determinazione che ogni giorno impiega per combattere strenuamente il "mostro a tre teste" che tenta continuamente di risucchiare la vivacità del suo carattere e la sua ecletticità. Una battagloa senza esclusione di colpi, non ancora finita ma già vinta da quella straordinaria forza di volontà che non conosce limiti né barriere, quella forza che unisce la perseveranza alla caparbietà e si rigenera nell'amore, che sa guarire mente e cuore».

Il suo primo romanzo è esattamente questo: l'autobiografia di un ragazzo che non si è arreso ai suoi limiti ma che, anzi, li ha saputi superare con tenacia, raccogliendo ciò che di buono la vita gli ha saputo donare nonostante la malattia. Una storia d'amore con la vita e con sua madre, la donna che gli ha colorato il cuore.

Gigi, da oggi, sarà a Torino a presentare il suo lavoro al Salone del Libro. Il 30 maggio, invece, sarà nel chiostro di Palazzo di Città alle 18.30 per parlare dinanzi al pubblico di Corato. Il suo libro è finito anche nelle mani dei Maneskin, a Trani e Andria nei giorni scorsi, che hanno gradito il dono di Gigi, rimanendo conquistato dalla sua voglia di vita. 

Un libro, come rivela lo stesso autore, da noi intervistato, nato durante il periodo delle restrizioni della pandemia, «come regalo a mia madre perché volevo fare qualcos'altro per farla sentire una mamma e una donna speciale, perché per me è una donna speciale».

Di cosa parla questo libro?

Parla del nostro rapporto, della mia istruzione, dei miei periodi terapeutici degli Stati Uniti e delle mie visioni sull'amicizia e sull'educazione.

C'è un motivo particolare per il quale lei ha scelto di affidare alla penna la storia della sua vita?

Ho scelto di scrivere questo libero perché è come se fosse una estensione del mio corpo. Molti autori concludono la loro carriera con l'autobiografia, io invece l'ho iniziata con l'autobiografia, perché avevo bisogno di sfogarmi, tant'è che mia madre ha letto delle cose di me sul libro, fatti di cui non era a conoscenza. Questo libro rappresenta per me un vero e proprio diario delle emozioni. 

Dovesse usare una sola parola per riassumere il suo libro quale sceglierebbe?

La parola amore. È un libro d'amore, l'amore che unisce una madre e un figlio, intorno al quale ruotano tanti soggetti, professori, terapisti, medici, compagni di scuola…. Sono loro che hanno dato importanza e spessore a questo libro e che hanno colorato il mio cuore. Non tutte le esperienze sono state positive ma esse sono servite comunque a temprare il mio carattere e a rendermi la persona consapevole e decisa che sono. Il mio libro si fonda su alcune caratteristiche principali: i colori bianco, nero e rosso e anche il color seppia che rappresenta gli incubi.

Ai diari solitamente si affidano le confidenze. Anche per lei è stato cosi?

È un libro nel quale io mi sono proprio aperto. È come se questo libro fosse un amico che raccoglie le mie confidenze. È come se fosse se lì ad ascoltarmi senza giudicarmi, come hanno fatto molti dei miei amici… Molte persone invece, come purtroppo alcuni degli insegnanti che ho incontrato nel mio percorso, mi hanno giudicato aspramente. Questo lo reputo molto grave. 

Cosa dirà al pubblico del Salone del Libro di Torino?

A Torino cercherò di colorare i cuori. È questo ciò che ho voluto fare con questo mio libro, irrigare l'anima del lettore portandolo a ridere, piangere, commuoversi, a provare tante sensazioni insieme come nella vita reale. Perchè questo libro è la via reale, sono io. 

Cosa si aspetta dal suo futuro di uomo, di professionista, di scrittore?

Dal futuro mi aspetto la tranquillità che è sempre relativa, perché io ho una problematica importante che mi accompagnerà per tutta la vita. MI aspetto che la medicina faccia passi da gigante così da ridurre l'impatto che la mia "malattia" ha sul mio corpo, giorno e notte. Non posso far finta che la malattia non esista, ma vorrei poterla "ammaestrare" meglio. Spero di diventare uno scrittore di fama e divulgatore di tanti messaggi di comprensione verso i più deboli, di amore e solidarietà e perché no, di amicizia,. Spero inoltre che i miei genitori vivano il più a lungo possibile per godersi ogni singola tappa del mio successo. 

 

mercoledì 18 Maggio 2022

(modifica il 6 Luglio 2022, 18:29)

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