Cultura

Nevermind: The Bollocks, il libro del tranese Francesco Di Perna per i 30 anni del celebre disco

Ottavia Digiaro
Francesco Di Perna
"Un disco inesauribile – sottolinea Francesco – che ha una capacità di comunicazione diretta", commentando Nevermind
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Chi nei primi anni 90 aveva 18 anni, non può non ricordarsi del proprio periodo Nirvana. Caricate le pistole e portate gli amici. È buffo perdere e fingere. Lei è arcistufa e sicura di sé. Oh no, conosco una parolaccia”. Con queste parole ci si catapultava nel mondo di Kurt Cobain e dei Nirvana. Era il 24 settembre 1991 quando da Seattle arriva Nevermind, forse tra gli album più importanti degli anni novanta.

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Per celebrare il trentesimo anniversario del disco Nevermind, il tranese Francesco Di Perna decide di pubblicare, con Arcana edizione, il libro dal titolo Nevermind: The Bollocks. Francesco è nato nel 2000 ma è un grande fan dei Nirvana, perchè “se ami la musica, con loro devi farne i conti”. Appassionato di musica, Francesco, che dal 2018 scrive per la webzine culturale LaScimmiaPensa.com nella sezione musica, decide di intraprendere questo lungo viaggio in uno degli album di cui più si parla e più si scrive. Ma Francesco ne parla cercando di riportarlo alla sua forma originaria. Ascoltarlo prima che possano farlo i Nirvana stessi e per fare ciò è necessario ripercorrere il susseguirsi di idee che hanno animato la band più esplosiva della scena di Seattle, tra quello che hanno detto prima di essere sommersi dai fan e quello che hanno lasciato intendere.

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“Un disco inesauribile – sottolinea Francesco – che ha una capacità di comunicazione diretta”. Uno studio attento del disco, ma soprattutto delle pagine di diario scritte da Kurt Cobain, di cui riprende alcuni dei passaggi cruciali per l'immersione nel mondo dei Nirvana. “Le parole fanno schifo. – scrive Kurt Cobain – Voglio dire, tutto è già stato detto. […] Le parole non sono importanti come l'energia che viene dalla musica, soprattutto dal vivo. […] La musica è energia”  Forse proprio il rifiuto della parola ha reso Kurt Cobain un genio inconsapevole. I Nirvana non hanno mai saputo decidere se essere punk o R.E.M., scriveva K. Cobain. Nel 1991, con l'uscita di Nevermind i tre ragazzini di Aberdeen rimasero annoiati e arrabbiati come tutti i ragazzini del tempo che erano annoiati nel doversi identificarsi dentro o fuori un gruppo.

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Con una prefazione di Marika Lucciola e una postfazione del critico musicale Domenico Caccamo, Nevermind – The Bollocks vuole essere, non il solito libro sui Nirvana, ma un resoconto di quella che doveva essere un'espressione insuperabile del gruppo. Dopo aver letto il libro, non ci resta che metterci le cuffie e provare a scombinarli anche una volta.

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domenica 28 Novembre 2021

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