Cronaca

“Chiedo giustizia per Giovanni, chi ha una lama in mano è consapevole di poter uccidere”

La Redazione
Aula udienza del Gip al Tribunale di Trani
Lo sfogo di Emanuela, vedova di Giovanni Di Vito, 28enne ucciso durante una lite per mancata precedenza un anno fa
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“Penso che viviamo in un paese corrotto, scendere da una machina armato di una lama di 8 centimetri e piantarla dritta al cuore di un uomo spezzandogli la vita e strappandolo ai suoi cari debba avere delle conseguenze”, così si sfogava qualche giorno fa sui social Emanuela, moglie di Giovanni Di Vito, giovane tranese ucciso un anno fa ad Andria dopo una lite per una mancata precedenza. Qualche giorno fa l’uomo ritenuto responsabile della morte di Giovanni ha ottenuto i domiciliari su disposizione del Giudice per le indagini preliminari su parere favorevole del pubblico ministero, sulla base di attenuate esigenze cautelari e comportamento nesemplare, in attesa del processo che si celebra stamane.

“Non credo sia giusto”, si sfoga Emanuela ai nostri microfoni, “non può esistere buona condotta a distanza di un anno da un episodio simile, con questo messaggio tutti potranno pensare di poter ammazzare un ragazzo e scontare solo un anno di carcere, è ingiusto”. Giovanni Di Vito fu ucciso il 12 settembre del 2019 tra via Corato e via Puccini, nella città di Andria, dopo il fendente che lo ferì gravemente, fu trasportato d’urgenza al Bonomo di Andria ma morì poco dopo.

sabato 19 Settembre 2020

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