Cronaca

Da una settimana dormono in piazza Dante, una famiglia tranese chiede dignità

Donato De Ceglie, Alessandro Landini
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Da una settimana dormono in piazza Dante
Della famiglia si stanno preoccupando alcuni residenti: "Nel 2020 è imbarazzante vedere una famiglia costretta a dormire sulle panchine in piazza, non possiamo accettarlo"
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La storia della loro sventura inizia dodici anni fa, quando hanno dovuto fare i conti con la necessità di affidarsi ai servizi sociali per difficoltà economica. Dodici anni travagliati tra case, sussidi, b&b, panchine, stazioni, dormitori e case accoglienza. Il signor Domenico Di Ceglie di tanto in tanto vende il pesce, “Un paio di cassette, non sono un grande pescivendolo, faccio quello che posso” dice. È percettore di reddito di cittadinanza, circa 700 euro al mese, utilizzati sino al mese scorso stando a quanto dettoci, in parte (500 euro) per pagare l’affitto del B&B, il resto per vivere alla giornata. Domenico da una settimana è in piazza Dante con la sua famiglia, sua moglie di 45 anni e sua figlia di 19. La loro storia non è nuova negli ambienti comunali. Da una settimana però hanno come tetto gli alberi di una piazza del centro cittadino e vivono nei pressi della fontana.

Ognuno occupa una panchina, non si stanno recando neanche alla Caritas per mangiare, passano la giornata lì, cercando come possono di trovare gli spazi necessari per i bisogni quotidiani. In piazza hanno la loro “casa”, quattro valigie, qualche borsa e il secchio per le pulizie casalinghe. Tutto quello che avevano nell’ultimo Bed and breakfast nel quale vivevano ora è per strada, accanto a loro. Non riescono ad avere un lavoro con busta paga normale, per permettersi di ottenere un affitto normale, denunciano Domenico e sua moglie. Domenico trema mentre parla e ogni tanto si lascia andare ad uno sfogo di pianto, lacrime che non riesce a trattenere neanche sua figlia quando racconta la situazione nella quale vivono.

Dal Comune ci fanno sapere che una soluzione è stata già proposta ma rifiutata: raggiungere il dormitorio a Barletta. “Perché dovremmo spostarci a Barletta? Io chiedo un tetto e se possono anche un lavoro, io sono pronto a pagare, non mi interessa avere soldi. Voglio solo che la mia famiglia sia unita qui, non devono dividerci per darci un posto in cui dormire” dice Domenico. Sempre stando alle informazioni che ci sono state date dal Comune, negli ultimi anni questo nucleo famigliare nello specifico sarebbe stato già beneficiario di circa 6mila euro annui di sostegno, in favore delle strutture che hanno ospitato la famiglia. Al momento questa famiglia è in attesa di soluzione, ma avrebbero già rifiutato la prima proposta. Nella serata di ieri, sempre stando alle informazioni inoltrateci dal Comune, sarebbero stati contattati dal Pis per una soluzione temporanea per la notte ma la famiglia ha risposto negativamente richiedendo una sistemazione stabile, da condividere insieme e non con il rischio di dover accettare di dormire in luoghi diversi. “I servizi sociali dovrebbero preoccuparsi di unire le famiglie, lavorare per tentare di trovare una soluzione per tenerle unite, non per dividerle”.

Aggiornamento, 29 agosto 2020 – Stando ad ulteriori informazioni raccolte, la famiglia non starebbe lì da una settimana ma da un paio di giorni. Dal Comune ribadiscono che il nucleo famigliare ha rifiutato alcune sistemazioni proposte, lavorative e di riparo.

venerdì 28 Agosto 2020

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