Cronaca

Scontro treni: bagarre su perizie, il processo riprende a settembre

La Redazione
Scontro tra Treni tra Andria e Corato
Secondo i difensori di alcuni dei 17 imputati del processo, in alcuni casi i consulenti sarebbero incorsi in "imprecisioni", se non in veri e propri "errori"
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Hanno contestato alcune affermazioni dei consulenti tecnici della Procura, a cominciare da quelle relative al “blocco telefonico”, il sistema di sicurezza in vigore sulla linea a binario unico della Ferrotramviaria, tra Andria e Corato, quando avvenne l’incidente ferroviario del 12 luglio 2016 che provocò 23 vittime e 51 feriti. Secondo i difensori di alcuni dei 17 imputati del processo, in corso ad Andria nell’auditorium dell’oratorio Sant’Annibale Maria di Francia, in alcuni casi i consulenti sarebbero incorsi in “imprecisioni”, se non in veri e propri “errori”. Almeno è quanto emerso durante il controesame dei due periti, tenutosi nel corso dell’udienza di questa mattina.

L’avvocato Michele Vaira, co-difensore di Giulio Roselli, dirigente di Ferrotramviaria, ha contestato punto per punto le affermazioni dei consulenti, a partire dalla data di istituzione del blocco telefonico (che non risale al 1850, ma al 1963 come ha dimostrato riportando il contenuto di articoli di stampa) per finire alla sua efficacia: è obsoleto, ma consentito, ha detto in sintesi. «Obsoleto significa che ci sono altri sistemi più efficienti, che non significa più sicuri» ha spiegato il legale all’Agi.

Anche riguardo alla formazione dei cosiddetti “treni bis” (ovvero treni supplementari rispetto a quelli in programma) l’avvocato ha ricordato che si tratta di “una cosa assolutamente legale e consentita”, mentre “ciò che non è consentito era mandare un bis prima dell’orario del treno normale”.

A contestare le conclusioni dei due periti, anche altri difensori intervenuti oggi, in linea peraltro con quanto accaduto durante l’udienza del 15 luglio con il contro interrogatorio tenuto dall’avvocato Michele Laforgia, difensore della Ferrotramviaria. Il processo è stato aggiornato al 9 settembre, per la chiusura dell’esame dei due periti da parte della Procura e la deposizione di una investigatrice del Noif, il Nucleo operativo incidenti ferroviari della Polfer. A seguire, si terranno udienze tutti i mercoledì fino al 16 dicembre per completare la corposa lista dei testi dell’accusa. In tutto sono 17 le persone alla sbarra, più la società Ferrotramviaria.

Si tratta di dipendenti, dirigenti e vertici di Ferrotramviaria, di un dirigente del Ministero dei Trasporti e due direttori dell’Ustif di Puglia, Basilicata e Calabria (che si occupa delle linee ferroviarie in concessione), che rispondono a vario titolo dei reati di disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni gravi colpose, omissione dolosa di cautele, violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e falso.

Ferrotramviaria è imputata in qualità di persona giuridica per la responsabilità amministrativa nei reati contestati ai suoi dipendenti. Parti civili nel processo (solo nei confronti delle persone fisiche) la Regione Puglia, i Comuni di Corato, Andria e Ruvo di Puglia, alcune associazioni, parenti delle vittime e passeggeri sopravvissuti. Ferrotramviaria, Ministero dei Trasporti e Regione Puglia sono stati citati in qualità di responsabili civili.

giovedì 23 Luglio 2020

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