Cronaca

Libera nei quartieri. Dott. Drago: “Negli anni 90 ci sentivamo soli e mal sopportati”

Donato De Ceglie
Dott. Pasquale Drago intervenuto agli Angeli Custodi
"Trani ha vissuto un periodo molto pericoloso. Annacondia si trasferì a Milano ed era una persona molto scaltra, aveva una spiccata intelligenza criminale, lui riuscì a tornare a Trani con competenze e capacità di gestione"
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“Libera nei quartieri”, il breve ciclo di incontri che il Presidio di Trani dell’associazione Libera ha organizzato per affrontare tematiche che hanno come filo comune i fenomeni criminali, gli effetti della loro presenza, diffusione e radicamento sui territori, e gli anticorpi che la società civile può sviluppare per difendersi, è partito ieri sera nella parrocchia Angeli Custodi di Trani, ospitando il dott. Pasquale Drago.

Anna Rossi ha presentato il dott. Drago al pubblico che ha occupato i banchi della chiesa della periferia nord e Michele Gallo ha coordinato lo svolgimento della serata. Il dott. Drago, già Procuratore aggiunto della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari da poco in pensione, ha parlato di quanto accaduto negli anni della sua attività di magistrato nella nostra città e in quelle della nostra provincia.

La criminalità organizzata ha tenuto in pugno il nostro territorio, Trani ne è stata pienamente sotto scacco, ma oggi può finalmente dire – stando a quanto dichiarato dal dott. Drago – di avere in seno solo esponenti di “criminalità comune”. “La differenza tra criminalità organizzata e criminalità comune? Pensate ad un’azienda: quando è organizzata per bene, anche se il capo dovesse mancare, dovesse andare in ferie, l’azienda continuerà a produrre. Se uno dei boss è in carcere, il gruppo criminale organizzato riesce comunque a gestire gli affari illeciti. La criminalità comune viene invece mozzata, ha difficoltà nel perseguire gli affari illeciti quando i punti di riferimento mancano”.

A cavallo tra gli anni ’80 e ’90, quando il boss Salvatore Annacondia, “Manamozz”, riuscì ad ergersi a capo unico della criminalità del nord barese, Trani ha vissuto uno dei momenti di buio sociale. “Avete passato momenti difficili e pericolosi, anche se Trani è stata fortunata per alcune coincidente” ha detto il dott. Drago. “I tranesi dediti al contrabbando si tennero fuori dal concetto organizzativo della Sacra Corona Unita. Questo, quando Annacondia decise di tirarsi fuori, ha consentito una più facile repressione della criminalità. In Salento e nel foggiano invece la storia criminale è molto più radicata e complessa”. E tutt’oggi sparge sangue.

“Trani ha vissuto un periodo molto pericoloso. Annacondia si trasferì a Milano ed era una persona molto scaltra, aveva una spiccata intelligenza criminale, lui riuscì a tornare a Trani con le “competenze” e la capacità di gestione del contrabbando e dello spaccio di droga, a Milano aveva trovato canali comodi per ottenere grossi quantitativi di droga”, racconta il magistrato. “Quando arrivai qui fui accolto da una persona che oggi vedo tra voi, Salvatore Paracampo, fu lui ad insegnarmi il mestiere. A Trani in quegli anni c’era il coprifuoco, la città era terra di conquista della criminalità”. Poi un ricordo di don Tonino Bello, “In quegli anni a Trani i morti di overdose si raccoglievano per strada. In quel periodo don Tonino aveva capito che i nuovi poveri erano le persone cadute tra le braccia della droga. Per questo fondò una comunità per quei giovani che avevano perso tutto, perché c’erano davvero persone che dilapidavano risorse economiche immense e si bruciavano così il futuro”.

Anni in cui gli omicidi si susseguivano, “Chiunque tentava di bloccare l’ascesa del boss veniva ferocemente eliminato. Erano gli anni dei controlli delle bische clandestine. Erano gli anni degli sbarchi delle sigarette. Gli anni in cui il gruppo criminale tranese aveva contatti con la ‘ndrangheta e la Lombardia”, la Milano dei Tegano, come confessò il boss Annacondia.

L’egemonia ed il controllo degli affari illeciti lambiva però diversi ambiti. “Quando si passa dai guadagni modesti del contrabbando ai guadagni notevoli del monopolio del controllo della droga, si hanno capitali notevoli da investire. E per questo vengono investiti in situazioni che compromettevano il quadro socio economico della città. In quegli anni capitali di Annacondia erano stati investiti abbondantemente nell’edilizia, quando siamo riusciti a farlo confessare ho saputo che anche la casa che comprai io fu costruita con suoi capitali”, ha detto il dott. Drago. “Dall’economia il passaggio alla politica è immediato. Annacondia non so quanto con fare sbruffone ma dichiarò a noi che possedeva un pacchetto di 20 mila voti. Significa avere un peso politico impressionante. Trani ha avuto il disonore di un consiglio sciolto per mafia ma fu un bene, perché fu occasione per rinnovare la classe politica”. Come si combatte la criminalità organizzata? “In quegli anni tra le forze dell’ordine si crearono gruppi di studio specifici. Quando si sente della presenza dell’esercito a presidiare le strade, è una presa in giro. La criminalità organizzata si combatte con la scienza, con lo studio, con strumenti legislativi. Falcone e Borsellino quello facevano. La procura di Trani nel 90 ebbe a disposizione strumenti di contrasto della criminalità organizzata”.

Michele Gallo, con un passato nella Direzione Investigativa Antimafia, chiede al dott. Drago quanto la società civile sia stata importante nel suo cammino di magistrato a Trani in quegli anni. “La presa di coscienza della società civile capace di chiedere giustizia è arrivata dopo. Questo è venuto dopo, quando si è cominciato a prendere coscienza dell’inquinamento del fenomeno. E parlo di inquinamento ambientale, economico, sociale. Io per alcuni tempi mi sono sentito solo e talvolta mal sopportato, sono stati anni molto duri”.

E oggi che situazione “criminale” vive Trani? “Attualmente l’ordine pubblico di Trani sembra quasi tranquillo. La criminalità comune c’è, è facile contrastarla e controllarla. Mi risulta che gli ultimi arrestati per estorsione siano tutti sotto controllo, c’è solo una personalità dedita allo spaccio ritornata in libertà ma non vi sono evidenze di un gruppo che faccia capo a lui, probabilmente sta proseguendo le sue attività illecite a livello personale. L’altra fortuna di Trani è il non aver mai avuto evidenze di gruppi stranieri dediti allo spaccio in maniera organizzata, come invece accaduto nelle vicine Barletta e Bisceglie. A Trani le organizzazioni criminali pugliesi non si insinuano in primo piano perché le organizzazioni criminali pugliesi non si sradicano dal proprio territorio”. Ma ovviamente il contatto con le stesse, da parte dei malviventi della nostra città, esiste: le sostanze stupefacenti o di contrabbando arrivano da loro.

Quello di Libera sarà un ciclo itinerante nelle parrocchie di diversi quartieri della città per consentire a tante e tanti di partecipare. “E per avviare il cammino verso il 21 marzo, la Giornata della Memoria e dell’Impegno istituita da Libera per ricordare ogni anno le vittime innocenti delle mafie” come scrivono i referenti del presidio.

Per approfondireLettura Verbale della Commissione parlamentare Antimafia, audizione di Salvatore Annacondia

giovedì 5 Dicembre 2019

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