Cronaca

Ultimo gruppo trasferito al Cara di Bari, finisce l’esperienza di accoglienza a Villa San Giuseppe

La Redazione
La conferenza stampa dell'Oasi 2
L'amarissimo bilancio dell'Oasi 2 che ha rinunciato al nuovo bando
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«Finisce l’esperienza di accoglienza e integrazione del CAS, il centro di accoglienza straordinaria, di Oasi2 a Villa San Giuseppe, a Bisceglie. Abbiamo salutato con il groppo in gola gli ospiti che oggi sono stati trasferiti al Cara di Bari-Palese: lancette che tornano indietro di anni per molti di loro».

Con queste parole, cariche di emozioni, i vertici di Oasi 2 hanno annunciato pubblicamente la fine di una avventura durata ben quattro anni. Un a fine, peraltro, assolutamente non indolore, visto che sono andati in fumo anche ben 18 posti di lavoro. Così come sono andati in fumo gli enormi progressi fatti dagli ospiti di questo centro che aveva dimostrato in modo inequivocabile, l’assoluta capacità di integrazione tra popoli, culture, persone molto diverse tra loro.

«La nostra Comunità – hanno spiegato ieri nel corso della conferenza stampa convocata a Villa San Giuseppe – non ha ritenuto di presentare la propria candidatura all’avviso pubblico della Prefettura di Barletta per l’affidamento del servizio di accoglienza in favore dei cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale e per la gestione dei servizi connessi.

È un’accoglienza totalmente svilita e sganciata dall’integrazione quella prevista dal cosiddetto ‘Decreto Sicurezza’. Il capitolato di gara dell’avviso pubblico presentato dalla Prefettura cancella di fatto tutti i servizi d’inclusione sociale e lavorativa, formazione, orientamento e accompagnamento ai servizi del territorio e supporto psicologico destinati ai cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale e riduce il lavoro degli operatori sociali ad attività di portineria e guardiania, attività, queste, non in linea con la dignità del lavoro sociale e la presa in carico integrale della persona che la Comunità Oasi2 ha maturato in oltre trent’anni di lavoro sul territorio.

Si tratta, a nostro avviso, di una grande perdita per tutto il territorio.

Dal canto nostro, continueremo a lavorare e ad impegnarci per un’accoglienza che sia sempre intimamente connessa all’integrazione e ai diritti costituzionalmente sanciti e definiti.

sabato 1 Giugno 2019

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