Cronaca

Strage in un college a Kerch: 18 morti. Nessun coinvolto della comunità italiana di Crimea

Donato De Ceglie
Strage di Kerch in Crimea
La presidente dell'associazione Cerkio, Giulia Giacchetti Boico, ieri sera è stata ospite di una trasmissione radiofonica su Radiouno, "Tra poco in edicola". La conferma in nottata: nessuna vittima della comunità ma resta dolore
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Ieri una tragedia ha colpito il cuore della Crimea: in un college un ragazzo di 18 anni ha ucciso 17 coetanei prima di suicidarsi. Sono 40 invece i feriti e si teme che il bilancio possa aggravarsi nelle prossime ore poiché alcuni dei feriti sarebbero in condizioni gravi. Una strage inconcepibile che ha aperto una ferita insanabile nella comunità locale che si è ritrovata a gestire i dubbi di un atto terroristico e la paura che potesse essere un atto con ripercussioni sulla già tesa situazione del Donbass. A maggio il presidente russo Vladimir Putin ha inaugurato il ponte di Kerch, una struttura faraonica che collega la riannessa Crimea al resto della Federazione, evitando l’Ucraina. Ben 19 chilometri di superstrada che collegano Kerch a Taman’, nel territorio di Krasnodar. Un modo per “ribadire di chi è la Crimea”.

Nel tardo pomeriggio di ieri il governatore della Crimea, Sergej Aksenov, ha dichiarato che il responsabile è uno studente di 18 anni che poi si è tolto la vita. «Era al quarto anno dell’istituto professionale di Kerch. Il suo corpo è stato trovato in biblioteca al secondo piano», ha riferito in tv. In un primo momento si era parlato di un’esplosione di gas, poi di un ordigno esplosivo che ha squarciato la mensa del college all’ora di pranzo in un presunto attacco terroristico. Successivamente i primi testimoni hanno dichiarato di aver visto uno o più uomini armati. L’ultima versione riconduce tutte le responsabilità a Vladislav Roslyakov, che è entrato a scuola ed ha iniziato a sparare con un fucile a pompa che dopo i 18 anni può essere acquistato senza grandi difficoltà in quel territorio.

L’attacco è stato ripreso dalle telecamere di sicurezza dell’Istituto politecnico. Dopo l’attacco, funzionari locali hanno dichiarato lo stato di emergenza nella penisola del Mar Nero che è stata annessa dall’Ucraina nel 2014. Hanno anche rafforzato la sicurezza sul ponte di 19 chilometri che collega la penisola con la Russia. A Kerch è presente una piccola comunità di italiani che fa risalire le sue origini sin dai tempi delle Repubblica di Genova e di Venezia. Abbiamo contattato ieri pomeriggio l’associazione Cerkio che ci ha detto che avrebbe risposto in serata a tutti con un post su Facebook.

“Cari amici degli italiani di Crimea, abbiamo tardato un po’ a scrivere perché come potrete capire siamo rimasti tutti sconvolti dall’attentato che ha colpito la nostra città e a seguito del quale tanti studenti del Politecnico hanno perso la vita. Le indagini sono ancora in corso, anche se sembra accertato che l’attentatore abbia agito da solo – per motivi ancora sconosciuti – e poi si sia suicidato. Girano tante voci incontrollate, ma noi abbiamo piena fiducia nella polizia, nelle forze antiterrorismo e nei magistrati che stanno indagando” hanno scritto.

“Nessuno della nostra comunità è stato colpito, lo possiamo confermare, anche se il sollievo è annullato dal profondo dolore per questo terribile attentato”. Giulia Boico Giacchetti, presidente dell’associazione, che negli anni scorsi è sempre stata in contatto con la nostra città grazie all’interessamento del compianto Antonio Tritta (Nino Turenum) e di Trani è stata anche ospite durante una visita di qualche ora, in tarda serata è stata ospite di una trasmissione radiofonica, Tra poco in edicola, condotta da Stefano Mensurati.


giovedì 18 Ottobre 2018

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