Cronaca

Derivati Bnl venduti ad azienda di Corato: il Tribunale assolve vertici e dipendenti

La Redazione
Bnl
L'accusa di truffa è caduta per tutti e 13. Tra questi anche due dirigenti locali
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L’inchiesta del pm Michele Ruggiero era partita dalla denuncia di un’azienda di Corato, la Malo srl, che accusava la Banca nazionale del Lavoro di truffa in merito alla vendita di prodotti derivati per coprire un prestito di tre milioni di euro. Oggi il Giudice monocratico del Tribunale di Trani, Laura Cantore, ha assolto – perché il fatto non sussiste – 13 tra vertici, dirigenti e dipendenti della Bnl, dall’accusa di truffa pluriaggravata e continuata, contestata loro dalla Procura per fatti relativi al periodo 2008-2011. Tra gli imputati assolti anche il presidente Luigi Abete, l’ex ad e direttore generale, Fabio Gallia, e l’ex vicepresidente Sergio Pietro Erede. E, ancora, gli allora dirigenti Stefano Calderano, Roberto Fredella, Marco Tarantola, Alessandro D’Agata, Nicola D’Anselmo, Massimo Bonciani, Antonio Zagari, Vincenzo Piro; l’allora direttrice della filiale di Corato, Isa Ernestina Sciscioli, e l’ex responsabile del customer desk di Barletta Sud, Pietro Augusto Esposito. Tutti assolti, così come richiesto al termine della discussione dall’accusa rappresentata dalla pm Raffaella De Luca, subentrata al collega Ruggiero ora in servizio a Bari.

Secondo quanto veniva constato dalla Procura tranese, i derivati ‘interest rate swap’ (Irs), anziché essere una ‘copertura’ per il cliente, avevano una natura ‘speculativa’, con il risultato di far guadagnare solo la banca. L’azienda, invece, aveva raggiunto perdite per quasi 592mila euro. Tra le contestazioni mosse all’istituto di credito dalla Procura anche l’aver venduto i prodotti “in condizioni di squilibrio e asimmetria informativa tra le parti contraenti”. Ma le difese sono riuscite a smontare questa circostanza, dimostrando che invece l’azienda era stata supportata nella sua scelta di sottoscrivere il derivato da persone esperte. Ai vertici di Bnl veniva contestato, invece, il fatto che “nonostante le anomalie e le irregolarità rilevate” nelle ispezioni di Bankitalia e Consob e portate a conoscenza del management, il fatto di non aver adottato “tempestivamente e proficuamente delibere, iniziative, procedure e tutti gli atti necessari a garantire l’effettivo rispetto” della normativa esterna e interna in tema di strumenti finanziari derivati e sulla correttezza delle modalità di vendita dei prodotti. Per tutti, indistintamente, ora è arrivata l’assoluzione con formula piena.

venerdì 21 Settembre 2018

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