Cronaca

Danni da vaccino, famiglia tranese risarcita per due milioni di euro

La Redazione
Vaccini
La sentenza del Tribunale riguarda il caso di un bambino tranese sottoposto ad antivaiolo nel 1972
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La Asl di Bari è stata condannatana pagare due milioni di euro a una famiglia di Trani per il danno provocato danuna vaccinazione obbligatoria, praticata nel 1972 al loro figlio,nprematuramente scomparso a 34 anni proprio per le conseguenze dellanvaccinazione. Lo ha stabilito una sentenza del Tribunale di Trani, che èndiventata definitiva in mancanza di appello da parte della stessa Asl Ba (qualengestione liquidatoria della ex Usl BA/4) e in base alla quale la famiglia dellonsfortunato ragazzo è stata già risarcita.

Nel 1972 il piccolo fu sottopostona vaccinazione obbligatoria antivaiolo. Questa provocò – come si legge nellansentenza del gennaio 2017 – “una gravissima forma di meningoencefalitenpost-vaccino, esiti epilettici, grave deficit psichico ed irrequietezzanpsicomotoria”, costringendolo a “trascorre la sua vita in stato vegetativo”. Personil figlio, i genitori e le sorelle hanno dunque inteso richiedere ilnrisarcimento del danno causato dalla vaccinazione. In particolare, gli avvocatinFerdinando Fanelli e Domenico Porcelluzzi, hanno sostenuto che “la preparazionene la somministrazione del vaccino venne effettuata in maniera affrettata ednillegittima da personale non abilitato, senza raccolta d’anamnesi e senzanneppure un controllo preventivo finalizzato a verificare se potessero essercineventuali controindicazioni per il soggetto vaccinando, il quale non fu neppurensottoposto a una visita obiettiva” e “senza reale verifica della sicurezza delnvaccino da inoculare”. Secondo quanto contestato, “non fu inoltre fornitannessuna informativa sui potenziali rischi legati alla vaccinazione del 1972”.nIn tutto questo, l’allora Usl Ba/4 non si è mai costituita in giudizio e ilnconsulente tecnico nominato dal Tribunale ha accertato il “rapporto causalendiretto ed esclusivo” tra la vaccinazione e la grave malattia neurologicancontratta dal ragazzo, ma anche ha anche verificato che “la pratica vaccinalenfu eseguita senza alcuna visita medica preventiva o, comunque, senza preventivinaccertamenti diagnostici e senza assolvere al debito informativo relativo ainrischi e precauzioni da adottare”. Il ctu ha, infine, dedotto che “sussiste lanresponsabilità contrattuale in relazione al decesso” del ragazzo.

“La particolarità di questansentenza – spiega l’avvocato Fanelli – sta proprio nell’aver riconosciuto, innaggiunta all’indennizzo pensionistico già riservato in casi di danno accertatonda vaccinazione e di cui il ragazzo aveva goduto in vita, anche un risarcimentondel danno per fatto colposo posto in essere dagli operatori sanitari cheneffettuarono la vaccinazione dal 1972, caratterizzato da negligenza e imprudenza.nQuesti, infatti, né informarono i genitori sui potenziali rischi dellanvaccinazioni né procedettero preliminarmente a una visita medica per accertarenle condizioni di salute del bambini e, quindi, verificare eventualincontroindicazioni alla vaccinazione”.

mercoledì 28 Marzo 2018

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