Una secchiata di benzina o altro liquido infiammabile contro la porta vetrina e sotto la fessura inferiore dell'imposta sull'uscio. I segni del liquido sono visibili sul marciapiede, la fiammata è partita quasi dalla parte marginale della sede stradale riservata ai pedoni. Ad agire ignoti, in via Umberto, poco prima delle ore 2 di venerdì 22 ottobre. Passanti hanno notato fumo fuoriuscire dal locale e arredi in fiamme. Hanno allertato i vigili del fuoco che sono giunti sul posto congiuntamente ad una pattuglia dei carabinieri.
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"Non sappiamo chi ha fatto la segnalazione, vorremmo ringraziarli", ripetevano i ragazzi di Nevermind nel pomeriggio di venerdì. Lo hanno ripetuto per tutto il tempo in cui siamo stati da loro per un'intervista, come un mantra di gratitudine e riconoscenza verso chi è riuscito a salvare con tempestività il resto del locale e probabilmente anche le auto parcheggiate nelle vicinanze e la struttura sovrastante.
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L'atto intimidatorio che hanno subìto i ragazzi di Nevermind è un episodio inquietante e inaccettabile. Chi agisce nel buio, a pochi giorni dall'inaugurazione di un'attività, danneggiando la stessa, lo fa solo per affossarla prima ancora che inizi a camminare. Chi ha agito contro questa attività lo ha fatto probabilmente consapevole della giovanissima età di quanti sono impegnati in questo progetto imprenditoriale. Un modo per imporre un'idea: la realtà è meno felice di quello che immaginate. Un'azione volta a minare la felicità per la nuova attività, incutere paura.
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Un episodio contro il quale una comunità dovrebbe fare muro. Per una strana coincidenza del caso, i ragazzi di Nevermind hanno da poco curato la realizzazione dello spot di un progetto sulla legalità. L'atto intimidatorio non li fermerà ma la cittadinanza si soffermi a riflettere su quanto accaduto e chiunque abbia visto qualcosa non esiti a denunciare.
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