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La Cattedrale ammessa al finanziamento del bando Beni ecclesiastici

La Redazione
Mons. Leonardo D'Ascenzo in Cattedrale a Trani
L'avviso era rivolto agli Enti ecclesiastici e sosteneva interventi per il recupero e la funzionalizzazione di infrastrutture materiali del patrimoni, nonché il potenziamento dell'offerta dei servizi culturali
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È stata pubblicata, sul sito della Regione Puglia, la graduatoria dei soggetti ammissibili che hanno fatto domanda di partecipazione all’Avviso per la valorizzazione e la fruizione dei Beni ecclesiastici.

Sono 48: 18 in Provincia di Bari, 10 in Provincia di Foggia, 8 in Provincia di Lecce, 6 nella Bat, 3 in Provincia di Brindisi, 3 in Provincia di Taranto. A Trani è stata ammessa al bando la Cattedrale, per un importo di 1 milione di euro da destinare ad interventi per il restauro integrato del transetto, forniture e servizi laboratoriali, divulgativi ed innovativi per il potenziamento dell’offerta al visitatore della Cattedrale.

L’avviso, che prevedeva inizialmente una dotazione finanziaria di 20 milioni di euro, è stato implementato, lo scorso 6 luglio, a 40 milioni.

«Abbiamo lavorato per recuperare ulteriori risorse – ha detto Loredana Capone. La partecipazione era troppo significativa per non tenerne conto. Questo vuol dire che il messaggio è arrivato forte e chiaro e che la Puglia ha riconosciuto nei beni ecclesiastici un’opportunità per tutti. Perché al di là della personale inclinazione religiosa il patrimonio ecclesiastico è a tutti gli effetti patrimonio culturale pubblico. Non era un bando semplice, per candidarsi occorreva presentare un progetto di fruizione adeguandosi a precisi standard europei. Per questo, d’intesa con gli uffici regionali, abbiamo promosso incontri su tutti i territori. Abbiamo incontrato vescovi, progettisti e operatori, riscontrando grande collaborazione, competenza, entusiasmo, e questi, oggi, sono i risultati.

Uno degli strumenti più significativi della strategia SMART IN – ha aggiunto – per il quale ci siamo spesi con la Commissione europea chiedendo la modifica del regolamento che escludeva il patrimonio ecclesiastico dai finanziamenti per il restauro e la valorizzazione degli immobili culturali. E la nostra proposta è stata accettata.

Un patrimonio vissuto – ha concluso l’assessore – si degrada meno e assolve alla funzione di creare capitale culturale, promuovere inclusione, integrazione, valorizzazione. E questo vale per le biblioteche, i teatri, i musei, i cinema, e vale anche per i beni ecclesiastici che con le competenze e i talenti di tanti giovani professionisti del settore possono arricchire la conoscenza e la consapevolezza di cittadini e turisti visitatori».

L’avviso era rivolto agli Enti ecclesiastici, appartenenti a qualunque confessione religiosa, e sosteneva interventi per il recupero e la funzionalizzazione di infrastrutture materiali del patrimonio, nel rispetto dello sviluppo ambientale e sostenibile, e il potenziamento dell’offerta di servizi culturali, attraverso la realizzazione di laboratori, l’adeguamento tecnologico, la creazione di strutture di servizio per la fruizione dei beni destinate alle collettività locali e ai turisti.

lunedì 13 Luglio 2020

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