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Coronavirus: “Non vedo l’ora di abbracciare la mia famiglia a Trani”

Antonio Digiaro
Dott.ssa Santa de Simola
La testimonianza della dott.ssa Santa, operatrice sanitaria in Lombardia
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Numerosi sono gli operatori sanitarinalle prese con questa pandemia, tanto pericolosa quanto assurda.nL’emergenza Coronavirus è una sfida per tutti glinoperatori sanitari: non solo sotto l’aspetto operativo, ma anchensotto quello emotivo. Oggi i nostri riflettori si fermano innprovincia di Monza dove dal 2006 risiede una famiglia di originintranesi: Santa e Gianluca, con i piccoli Daniele e Serena. LanDott.ssa de Simola occupa la posizione di Responsabile dei servizi dinristorazione in ospedali, cliniche private e RSA, gestendo ilnpersonale operante, la produzione e i controllinigienico-sanitari.

In questo periodo la suanprofessionalità è messa maggiormente alla prova: è necessariongarantire i servizi nonostante il moltiplicarsi dei contagi danCovid-19, ma il problema più grande è il sovraffollamento deinreparti, tutelando la salute degli operatori delle mense, deglinammalati e della sua stessa famiglia. Bisogna pensare anche a tuttonil personale sanitario, medici, infermieri e paramedici che in questonmomento presidiano gli ospedali, fornendo loro tutto ilnsupporto.

Qual è la situazione che si prospetta giornalmentendavanti ai tuoi occhi? n

Il pericolo è sempre dietro l’angolonin una terra, quella brianzola, dove il virussi sta insediando semprenpiù. Se penso al Policlinico di Monza dove fino a dieci giorni fanavevamo soltanto dieci ricoveri per Covid-19 e ad oggi sono più din160. Vedo situazioni veramente inimmaginabili. Per non parlare dinBergamo, dove purtroppo si lavora in un tetro silenzio, alternatonsolo dal suono delle sirene. A tutto questo, si aggiunge la paura enla responsabilità di non diventare veicolo del virus, per cui sinrende necessario cambiare i dispositivi individuali di protezione adnogni ospedale e casa di cura visitata, con conseguente scarsità dinmezzi. Insomma non è un periodo facile e semplice.

Come riesci ad equilibrare il legamenfamiglia-lavoro?

Dopo una giornata infinita, con turninmassacranti, si torna a casa e ci sono i tuoi figli e tuo marito adnaspettarti. Mi hanno disegnato l’arcobaleno, mi incoraggiano enmi ricordano che “andrà tutto bene”. Mi rassereno, ma fin quandonnon sarà tutto passato non potremo mai dirci completamente sereni.

Tra i tanti impegni, riesci anritagliare un piccolo spazio per la tua città nativa?

Certo, comenpotrei non pensarci. Lì ho il mio cuore, i miei genitori, i mieinfratelli, le mie amiche. Con la mia famiglia mi sentonquotidianamente, per fortuna oggi esistono diversi dispositivi pernvedersi oltre che per sentirsi. Sono tranquilla perché vedo chenstanno bene, le notizie che giungono riportano dati ancora sottoncontrollo in Puglia, spero non arrivi la situazione emergenzialenvissuta qui.

Vuoi lasciarci un consiglio?

Io consiglio di rimanere a casa ednuscire lo stretto necessario. Per fortuna non è un virus che viaggiannell’aria, ma si trasferisce per contatto. Quindi è necessarionevitare occasioni di promiscuità e assembramento. Si esca il menonpossibile così tutto finirà prima. Sono certa che Andrà tuttonbene. Anche perché non vedo l’ora di tornare per una bella vacanzanin famiglia a Trani.

venerdì 27 Marzo 2020

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