Attualità

Mascherine, Tolicizumab e altre domande sul Covid-19: parola all’ematologo

Donato De Ceglie
Dott. Giuseppe Tarantini
"La soluzione del problema non è la Medicina e neanche la mascherina, ma i nostri comportamenti. Restate a casa e lavatevi molto"
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Cercare parole alle quali aggrapparsi nei periodi confusi non è facile, spesso si cede alla tentazione di dar credito a toni allarmistici e lasciarsi coinvolgere emotivamente da sentimenti negativi. Stiamo affrontando una situazione epocale e per darvi indicazioni utili su come affrontare questi giorni, ci affidiamo alle parole di una fonte autorevole, il dott. Giuseppe Tarantini, ematologo.

Abbiamo chiesto permesso al Direttore del Dipartimento oncologico della Azienda sanitaria locale di Barletta-Andria-Trani di poter estrapolare alcune sue riflessioni che di seguito vi proponiamo per argomenti.

Mascherine chirurgiche

Sono diventate introvabili per gli Ospedali. Il che è gravissimo perché le abbiamo ormai contate per le Unità Sterili e i Trapianti , per le Terapie Intensive, per gli stessi interventi chirurgici. Le mascherine non servono a proteggere chi le porta, dovrebbero servire a proteggere chi più ne ha bisogno da tutti gli altri. Il chirurgo che opera con la mascherina non protegge se stesso ma il paziente che sta operando, non è difficile. Non è la mascherina che vi protegge ma il lavaggio delle mani, del cellulare, di quello che usate piu frequentemente oltre al mantenimento delle distanze se proprio non potete stare in casa.

Quindi sono utili per tutti o no?

Dovete stare a casa, non uscire a comprare mascherine!

Attività all’aperto, corsa, jogging, si può fare?

Quando dico che è giusto fare jogging e non è vietato fare attività fisica all’aperto, questo non significa che si debba intasare il lungomare o la nostra villa comunale che non è esattamente Villa Borghese. Il mantenimento della distanza di sicurezza deve essere considerata superiore ad un metro se si suda, si respira affannosamente, si sputa, si starnutisce, et cetera.

Da giorni si parla del Tolicizumab, di che medicinale si tratta? Sarà la cura?

Uno studio indipendente in Cina e leggo, qualcosa fatta pure al Pascale di Napoli, sembrano dimostrare un’efficacia di Tolicizumab nella polmonite da Coronavirus. È un anticorpo monoclonale che noi Ematologi conosciamo per via del suo utilizzo per le complicanze delle CAR. T. Costa molto ma Roche ha detto che lo fornirebbe gratis (lodi, lodi lodi!). Nessun particolare entusiasmo collettivo. Il problema è che si dovrebbe fare in modo che nessuno arrivi ad avere necessità di farmaci come il Tolicizumab per complicanze polmonari da Covid 19. Sarebbe comunque un cercare di chiudere la stalla dopo che i buoi sono già scappati. In ogni caso questo sarebbe un paziente già in Rianimazione, ammesso che vi abbia trovato posto (questo è il punto). Nessuno pensi quindi “ah beh, tanto adesso c’è il farmaco”. Il problema non è la terapia, ma la prevenzione, anzi, la limitazione della diffusione del virus. La soluzione del problema non è la Medicina e neanche la mascherina, ma i nostri comportamenti. Restate a casa e lavatevi molto.

Qual è il più grande problema del Covid 19?

La compressione. Se non si è ancora capito, il più grande problema di questo virus non è la sua pericolosità intrinseca, che pure esiste, come abbiamo più volte ribadito. È il gigantesco crash test a cui sottopone, sottoporrá, deve ancora sottoporre, il nostro Servizio Sanitario Nazionale. E non è solo questione di posti di terapia intensiva. È il terreno che guadagna ogni giorno di più a discapito della cura delle altre malattie, delle risorse e degli spazi ad esse dedicati. Le altre malattie non rispettano i DPCM, non sono sparite e non sono diventate più addomesticabili, continuano ad esserci eccome. Il problema dunque è cercare di evitare di arrivare al punto critico di dover scegliere fra malattie e malattie, che significa scegliere tra ammalati e ammalati, che significa scegliere tra uomini e uomini.

Quali ulteriori attenzioni prestare?

Secondo alcuni dati preliminari, il Coronavirus infetterebbe le cellule dell’epitelio gastrointestinale (GI) e si potrebbe trasmettere quindi anche per via oro-fecale. L’ infezione del tratto GI e la potenziale trasmissibilita’ potrebbero persistere anche dopo la clearance nel tratto respiratorio. Se venisse confermato che l’infezione del tratto GI è più duratura di quella del tratto respiratorio, potrebbe essere necessario attendere la negativizzazione del campione fecale per dichiarare la guarigione del paziente. Data la possibile trasmissione oro-fecale è prudente osservare le norme di igiene più attenta anche per gli alimenti.

Come lavarli?

Acqua e amuchina.

venerdì 13 Marzo 2020

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