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Alveare. “La mia favola di Natale”. La rubrica di Rino Negrogno

La Redazione
Il mio presepe
Improvvisamente si ammutolisce, c'è un particolare inquietante, più inquietante delle luci intermittenti e del campanile dietro la collina: il bambino è pallido
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«Ci siamo, signor Giuseppe, sta per nascere, è questione di momenti!» sbraita l’occasionale vammana al padre putativo, e subito rientra nella grotta. Giuseppe resta fuori, continua ad andare su e giù tra la stalla e un accampamento di pastori. S’interroga circa quelle inconsuete montagne in lontananza: «Giurerei che fino a ieri non ci fossero… ma quel che più mi sorprende è che siano innevate». Inoltre non comprende come mai l’arrotino e il falegname si attardino oltremodo, come il legnaiuolo che veglia nella chiusa bottega alla lucerna, cui avrebbe fatto cenno, circa duemila anni dopo, un poeta a quei tempi ritenuto minore.

Vorrebbe fumare, così come fanno tutti i padri che si rispettano, mentre attende la nascita di suo figlio, ma oltre a non trovare un tabaccaio (c’è di tutto nei dintorni, persino il calzolaio e la lavandaia, e, dietro la collina, una chiesa ben illuminata, con un campanile che si staglia senza una buona ragione, ma il tabaccaio no) si ritrova, appioppato tra le mani, un bastone cui farebbe volentieri a meno, non gli pare di essere claudicante.

S’affaccia sull’uscio della capanna, Maria ha le doglie, è sofferente, allora lui, per allentare la tensione, con fare sornione, sussurra: «Questi betlemiti non avranno pagato la bolletta della luce, perché le luci delle loro case lampeggiano, sono intermittenti – ride – e poi, sono tutte così colorate, devono essere dei burloni», ma l’ostetrica fortuita lo fulmina con lo sguardo e gli intima di riscaldare dell’acqua.

Nel cielo le stelle luccicano più del solito, al centro brilla la stella cometa, ma il cielo sembra di carta e la stella cometa sembra appesa a un filo. «La stella cometa porta male, non ci voleva proprio nel giorno della nascita di mio figlio – i suoi pensieri s’interrompono per qualche secondo al rumore del martello del falegname che senza affrettarsi e senza adoperarsi, tanto non è sabato e la notte è lunga – lavora sull’opra – e poi, proprio sulla grotta si doveva fermare sto asteroide?».

«È nato! È nato!» esclama l’aspirante puericultrice. Giuseppe si precipita dentro la capanna, è già tutto perfettamente in ordine, un bue e un asinello alitano sul bambino, lievemente macrosomico per la verità, «ma la paglia potrebbe procurargli un’orticaria e non ne verremmo fuori – esclama Giuseppe – non abbiamo un camicino della fortuna, che già sopra, ma proprio sopra la grotta, ci sta una stella cometa…».

Improvvisamente si ammutolisce, c’è un particolare inquietante, più inquietante delle luci intermittenti e del campanile dietro la collina: il bambino è pallido. «Ma – chiede perplesso a Maria – va bene che sono il padre putativo – ma non poteva essere più olivastro? Così. Per far tacere un po’ le malelingue». Maria non risponde, si volta stizzita verso il bambino, «Non è il colore il vero problema», suggerisce l’ostetrica, prende Giuseppe sotto braccio e lo accompagna verso l’uscio, «Come lo chiamerete?» chiede, «Gesù – risponde Giuseppe voltandosi verso Maria come per chiedere conferma – Gesù!».

«Il vero problema è che è nato un Gesù personalizzabile, vedrete cari genitori, oltre alla fine che farà, e non è la stella cometa, oltre alla fine che farà, ognuno avrà un Gesù personalizzato, a seconda delle sue esigenze. Sarà persino un Gesù simbolo di tradizioni, e ogni anno diranno: presepe sì o presepe no, canti di Natale sì o canti di Natale no, qualcuno urlerà da un palco che è donna ed è cristiana. Dividerà, non unirà come avevano previsto, perchè non capiranno o fingeranno di non capire. «Presepe? Natale? – domanda Giuseppe senza attendere risposta – Torniamo dentro, che con questa neve finta sembra quasi di sentire il freddo nelle ossa per davvero. Torniamo dentro e non diciamolo a nessuno che è nato».

«Chi siete voi?», «Siamo i pastori, un uomo ci ha detto che è nato Gesù».

«Da quando esistono gli angeli non si può più tenere un segreto…».

Alveare 2017

1 Ernesto Che Guevara – 2 Al capezzale dei vecchi – 3 La visita medica – 4 Il sindaco è come il pesce – 5 L’incidente dell’ambulanza – 6 Le nonne che giocavano a tombola – 7 Vi racconto il mio primo appuntamento al buio con una donna – 8 Barresi-Bottaro: che brutta storia – 9 Lei è un medico? Una donna? – 10 Quello strano fascista di Pinuccio Tarantini – 11 Rossella è andata via da Trani – 12 Disabili vs. normodotati. Volete sapere chi ha vinto? – 13 Ciao Ivan, compagno di liceo – 14 Lettera di Gesù Bambino – 15 Non sparate a Capodanno

Alveare 2018

1 Il problema etico di Giuseppe Tarantini – 2 Il Pronto Soccorso – 3 Il corte di Acca Larentia – 4 La razza del mio cane – 5 Alfredo Albanese – 6 Quale giorno della memoria? – 7 Sai già a chi votare? – 8 Caro Michele – 9 Sanremo senza Facebook – 10 Una campagna elettorale monotona – 11 Cara, brumosa, desolata periferia – 12 La favola di Sfortunina – 13 Gli occhi di Marilena – 14 Il furto al centro trasfusionale – 15 Attaccatevi al tram – 16 Nicola, novantasei anni. Colto da malore – 17 La stiratrice Isoardi – 18 Violenza contro anziani e lavoro sottopagato delle badanti – 19 Così festeggiate la Liberazione? – 20 Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono – 21 Don Dino, il sacerdote di quartiere – 22 L’arrivo di Emiliano – 23 Un vaccino per la solidarietà – 24 L’uomo nudo con le mani in tasca – 25 Doppio senso di marcia sul lungomare – 26 Ma siamo uomini o caporali? – 27 Cronaca di una serata di anormalità – 28 Il passaggio a livello è chiuso – 29 Gli zingari mettono sempre d’accordo tutti – 30 Papà, e se ti infilza? – 31 Il razzismo ve lo spiego con la mitologia – 32 Tra qualche giorno nei porti approderanno i Santi – 33 La pistola ad aria compressa – 34 Il razzismo è vita e i preti tutti pedofili 35 – Il pomodoro e il sangue – 36 Non essere stupido – 37 Le polpette avvelenate di ignoranza – 38 Finalmente potrò andare a messa la domenica – 39 Ho commesso atti impuri – 40 Cara Cecilia di Lernia – 41 Aggredito il 118 – 42 L’ignoranza allontana, l’arte avvicina – 43 Chi sono io per giudicare? – 44 Il sindaco di Riace, la sindaca di Lodi e la sorella di Cucchi – 45 I soccorritori della Misericordia di Andria – 46 Ascoltiamo i bambini – 46 Nicola Landriscina, i suoi primi 40 anni – 47 A proposito di Silvia Romano che se l’è cercata – 48 Il carabiniere, Felice Di Lernia, Amedeo Bottaro e Stefano Cucchi – 49 Ehy tipa, vieni in camera con me! Portati un’amica – 50 La medicina narrativa di Maurizio Turturro e Guevara – 51 Ho finito il presepe

Alveare 2019

1 Sono felice anch’io – 2 Cesare Battisti – 3 Mi dispiace per il magistrato arrestato – 4 Francesco non era morto – 5 Il Giorno della Memoria. E gli altri morti? I morti vostri 6 Scendi il cane? Bazzecole, a noi non c’interessa dell’Accademia della Crusca 7 Nunzio aveva scritto un libro – 8 Il filosofo Simeone – 9 Il girone dei dannati – 10 Buona festa per cosa – 11 Non serve combattere il razzismo – 12 Le mani di mia sorella – 13 La poesia e il cibo di Verrigni
– 14 La balestra – 15 Il parcheggio dell’ospedale – 16 Perdonatemi e permettetemi un po’ di autocelebrazione – 17 Salvini, pochi libri – 18 La capocciata – 19 La pizza del futuro è cotta al sangue – 20 La sindachite – 21 “Pescaria, Salto dell’acciuga, tavoli di plastica sulla spiaggia libera e Ceralacca” – 22 Stanco delle nostre discussioni da bar su Carola ho interpellato il professore – 23 I biscegliesi sono preoccupati per l’ospedale – 24 L’albero segato – 25 L’ambulanza per Tomasicchio – 26 Perchè non piace la festa dei popoli? – 27 Samara e la noia. Anche a Trani – 28 La salsa – 29 Non insegnate ai bambini – 30 Un caffè per la vita – 31 L’aiuto al suicidio – 32 Greta Thunberg – 33 Sasso su ambulanza. Il sonno della ragione – 34 I poliziotti uccisi – 35 La grattugia – 36 Dolcetto o scherzetto? Fate attenzione soprattutto ai dolcetti – 37 Distanti ma vicini con una canzone – 38 Furti e danneggiamenti nel liceo di Trani – 39 Dall’amministrazione della cosa pubblica agli epiteti denigratori: la politica su Facebook – 40 Ciao, sono un albero. Anni fa ero molto riservato – 41 Senza sbarre

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sabato 21 Dicembre 2019

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