Attualità

In Brasile per un anno da leader globale: il racconto di Marco Barracchia

Vincenzo Avveniente
Marco Barracchia durante il GCY in Brasile
"Sii vulnerabile, spingiti oltre, lotta per ciò che credi ed esamina sempre i tuoi pregiudizi e stereotipi"
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Tranesend’origine e diplomatosi lo scorso anno presso il college internazionale UnitednWorld College in Norvegia, Marco Barracchia è appena rientrato in patria connmolte esperienze da condividere. Conseguita la maturità, ha deciso dinintraprendere una nuova avventura oltre oceano: si tratta di “GlobalnCitizen Year”, un’associazione americana che permette ai giovani di viverenun anno di formazione di leadership globale. Marco ha deciso di avventurarsinverso la terra sudamericana del Brasile, la quale gli ha offerto uno spunto dincrescita personale. Avevamo già conosciuto la sua storia in questo articolo ed ora è pronto per raccontarci il suo viaggio con tutte le sue curiosità.

Ciao Marco! Spiegaci “Global Citizen Year”:nqual è la loro missione?

Lanstoria mostra che le idee non cambiano il mondo: i leader lo fanno. GCY,nattraverso la sua metodologia, fornisce l’empatia, l’umiltà e la visione pernvedere opportunità in ciò in cui gli altri hanno visto delle sfide. Il mondonsta vivendo una crisi di leadership. Nel contesto di una prosperità senzanprecedenti, la disuguaglianza sta crescendo. Nel contesto di progressintecnologici, stiamo distruggendo il nostro ambiente. Nel contesto del nostronmondo connesso, non stiamo affrontando le sfide globali che minacciano lannostra società, il nostro pianeta e il nostro futuro. Ilnsuperamento di queste sfide richiede una nuova generazione di leaders chenvedono il quadro intero, che operano in modo efficace, e che hanno una visionenolistica del mondo. Ogni anno GCY recluta e forma un corpo talentuoso endiversificato di studenti e li supporta attraverso un’immersione di un anno inncomunità in India, Brasile, Ecuador e Senegal. Ogni selezionato vive con unanfamiglia locale e fornisce lavori di volontariato in campi di istruzione,nsalute e ambiente. Attraverso la formazione, il coaching e la riflessionenstrutturata, GCY aiuta a sviluppare abilità e prospettive che guidano la loronistruzione, plasmano il loro carattere e informano la loro leadership.

La tua scelta post-diploma è sicuramente singolare enmolto particolare. Cosa ti ha spinto a vivere questa esperienza?

InnNorvegia, ricordo spesso la sensazione di “voler fare di più, ma non saperencome”. Era come se dentro di me sapessi che potevo dare un contributo maggiorenper il mondo, ma non ne avessi la possibilità. Prendersi del tempo per lonsviluppo personale post-diploma è inoltre una scelta assolutamente estranea quinin Italia, eppure una decisione popolare tra i miei colleghi all’estero.nDurante il mio percorso accademico, mi sono adattato a sistemi educativi chenvalutavano più i voti che ottenevo di chi fossi davvero. Ero stanco di esserenreputato un punteggio. Ricordo uno stato di confusione, l’incertezza sul mionpercorso universitario, e tanta voglia di essere partecipe in questioninsocio-ambientali. Per la prima volta nella mia vita mi sono sentito pronto perninvestire tempo ed energia per me stesso e allontanarmi dal sentiero che lansocietà odierna aveva già deciso per me. Cosa mi ha spinto quindi? L’esserminascoltato. E la voglia di un pò di sole dopo due anni in Norvegia!

Parlaci dei tuoi giorni in Brasile: di cosa ti seinoccupato? Hai trovato ostacoli lungo il percorso?

Honvissuto a Garopaba, una cittadina del sud nota per il surf. Sono stato ospitendi una famiglia locale, ho studiato portoghese, lavorato e frequentato varincampi di formazione in giro per il Brasile. Ho lavorato con MMC,nun’organizzazione socio-ambientale senza fini lucrativi che informa e stimola inbambini delle elementari a prendersi cura e studiare gli oceani mentre vengononcoinvolti in problematiche socio-ambientali attuali, promuovendo esperienze dinapprendimento pratico nell’ambiente costiero. I miei ruoli erano: monitoraggione gestione di un museo marittimo, organizzazione e leadership in spedizioninscientifiche con i bambini delle scuole sulle spiagge, oltre che lancatalogazione di nuovi esemplari oceanici. Durante gli ultimi tre mesi ci siamonanche impegnati in nuovo progetto volto alla sensibilizzazione sugli effettindella plastica nel mare.

Sicuramentenil processo di apprendimento linguistico non è stato semplice all’inizio. Ilnportoghese ha una pronuncia e grammatica complessa ma con il tempo l’honperfezionato sempre di più, arrivando ad apprezzare molto anche la suanletteratura e poesia!

Il bagaglio di ritorno di Marco: cosa ti ha insegnatonquesta esperienza?

Prima dintutto ho rispettato le mie scelte, ho riflettuto e valutato le mie esperienze,ncosa mi ha portato lì e perché. Ho ascoltato me stesso, ho preso cura del miontempo e ho ponderato le mie decisioni. Ho riflettuto su cosa significasse pernme essere un cittadino globale coinvolto in tematiche sociali, cosansignificasse per me essere felice, curioso o semplicemente me.

Il Brasile mi ha insegnato molto, soprattutto quanto sianimportante essere curiosi prima che giudiziosi, quanta bellezza ci sia nellansemplicità e nelle piccole cose, quanto ingiusto questo mondo possa essere. Honimparato che disimparare è tanto importante quanto imparare e quanto siancruciale mettere in discussione le proprie credenze. Questa esperienza mi hananche reso più critico su argomenti quali relativitànculturale, disparità globale, impatto sostenibile, dinamiche di potere engenere, e responsabilità civica.

Credi molto in ciò che fai. Hai suggerimenti per i giovani d’oggi?

Se seinattivo socialmente: cerca sempre di vedere “fuori dalla scatola”; vai oltre inlimiti sociali e temporali e punta in alto. Se non sei attivo socialmente:ncerca di esserlo. La nostra generazione è l’ultima che può cambiare il destinondei nostri figli in termini ambientali, e non. Dobbiamo svegliarci, apprezzarenla bellezza del mondo e contribuire ad un mondo migliore. Penso che sianestremamente importante essere attivi prima nelle nostre comunità, e poi fuori.nBasta guardarsi intorno e capire qual è causa per la quale ci sentiamo piùnaffini, quel fuoco che giace dentro noi. E non abbiate paura di alzare lanvostra voce e opinioni, partendo dalle vostre famiglie e amici.

Infinensiamo giovani e molto spesso siamo costretti a pensare in una determinatanmaniera definita dalla nostra società, ma io ti consiglierei: sii vulnerabile, spingiti oltre, lotta per ciò che credi ed esamina sempre i tuoinpregiudizi e stereotipi. Come Gandhi disse: “Sii il cambiamento che vuoinvedere nel mondo”. Comincia da me, da te, da noi, ma soprattutto dallenpiccole azioni giornaliere.

Prima dei saluti, svelaci i tuoi piani futuri!

Vietare lanproduzione di plastica e carne nel mondo! (sorride). Scherzi a parte,ncontinuerò il mio percorso di studi negli Stati Uniti, Colorado College, dovenstudierò neuroscienze e politica ambientale. Free time? Danza, cucina enattivismo, tutto ciò che mi rende felice.

giovedì 23 Maggio 2019

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