Attualità

Piccoli miracoli a quattro zampe: la Lega del Cane di Trani si racconta

Vincenzo Avveniente
Lega del Cane Trani
La realtà del Rifugio San Francesco conta quasi vent'anni di storia. "Adotta un campione" è l'ultima simpatica iniziativa con cuccioli in versione 'modelli'
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A Trani, nella zona Nord della città, è possibile rintracciare una curiosa isola felice del mondo a quattro zampe. Per alcuni, un cane è molto più di un amico, è un fedele compagno di vita, un componente di famiglia. Per altri, purtroppo, questo amore sconfinato non coinvolge fino in fondo e termina per spegnersi, riversarsi nell’indifferenza di atroci cattiverie. È proprio quando un gruppo di cittadini, unito dall’intensa passione verso i cani, decide di rimboccarsi le maniche, che anche in città sorge un polo di accoglienza e cura per animali meno fortunati. La Lega del Cane di Trani è una sezione della Lega Nazionale per la Difesa del Cane e nasce all’inizio degli anni ’90 esclusivamente attraverso forme di autofinanziamento. Lo scopo principale era quello di contrastare in maniera più decisa ed organizzata fenomeni su cui all’epoca l’attenzione era minima: “Parliamo di un randagismo in continua crescita, di cucciolate raccolte ad ogni angolo delle strade, di mattatoi in cui i cani venivano soppressi dopo un certo periodo di vera e propria prigionia, tutte realtà che oggi farebbero solo ribrezzo” spiega Stefania Simone, volontaria dell’associazione.

L’organizzazione del Rifugio San Francesco, nome del luogo di accoglienza, conta circa 150 ospiti ed è un ente no profit: tutte le persone che offrono il loro sostegno lo fanno in forma di volontariato sostenuti dal Comune di Trani, che contribuisce con rette giornaliere per il sostentamento degli animali, e dalle donazioni esterne che vanno a coprire, ove possibile, le spese extra come quelle di mangimi speciali, emergenze e manutenzione. “Per garantire il funzionamento di questo ingranaggio ci sono regole assolutamente necessarie” sottolinea Stefania. “Riuscire ad accordare i pareri di più persone, diverse tra loro, non è per nulla facile, specialmente in un ambiente dove gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo, le delusioni terribilmente amare e le sconfitte numerosissime. Ogni giorno ci si ritrova a scontrarsi con una realtà esterna fatta anche di ostilità nei confronti degli animali, mancanza di conoscenza di questo mondo e della sua complessità, difficoltà economiche e cavilli burocratici. Ci si deve armare di tanta pazienza, buona volontà e spirito di resistenza” racconta la volontaria.

Sono diverse le modalità attraverso cui la Lega del Cane inizia a prendersi cura del cucciolo, a partire dal ritrovamento. “Gli ospiti del nostro rifugio provengono dalle situazioni più disparate: a cominciare dai cani ritrovati vaganti sul territorio, poi segnalati e quindi accalappiati, passando per quelli abbandonati illecitamente accanto ai cassonetti o dietro i cancelli del nostro rifugio, o ancora dai cani di cittadini che decidono di “liberarsene” una volta scemato l’entusiasmo, o infine dai cani sottratti a situazione di maltrattamento e incuria” rivela Stefania, che aggiunge: “È difficile credere che una persona che accoglie in famiglia un animale, considerandolo parte integrante di essa, si svegli una mattina e si renda conto di non potersene più occupare. È molto più plausibile che la scelta non sia stata ponderata dal primo momento, che sia stata compiuta solo per soddisfare un “capriccio” o una moda e soprattutto che quella creatura non sia stata rispettata e considerata come custode di sensazioni e sentimenti esattamente come i nostri. Nessun uomo dovrebbe avere la capacità di restare indifferente davanti a due occhi spaventati e increduli che vedono un cancello chiudersi davanti a loro e la persona su cui avevano contato fino a quel momento, allontanarsi senza voltarsi indietro, ma peccato che la realtà racconti una storia diversa”.

Una volta salvato, il cane è sottoposto ad una serie di operazioni volte a tutelare la sua salute. Sverminazione, vaccino ed installazione del microchip sono i primi passaggi, seguiti dall’eventuale sterilizzazione e da un test di compagnia volto a valutare le reazioni del cane quando si trova in presenza di persone ed altri cuccioli. La scelta dell’affidamento è effettuata in maniera estremamente scrupolosa: ogni cane conta di un personale annuncio che racchiude tutte le informazioni utili alla sua adozione. Al momento della richiesta i volontari procedono dapprima con un questionario conoscitivo di pre-affido, seguito da un colloquio faccia a faccia ed eventualmente da una conoscenza diretta tra cane e potenziale padrone. Per assicurarsi che tutto proceda per il verso giusto e per dare l’opportunità alla nuova famiglia di chiarire perplessità o condividere i progressi fatti, i volontari si riservano inoltre la possibilità, in un secondo momento, di effettuare dei controlli di post affido.

Sbirciando sui canali social dell’associazione risulta difficile non restare incantati dinanzi agli scatti fotografici ritraenti i cuccioli del Rifugio. Una precisa e funzionale opera di mediazione virtuale permette ai volontari di diffondere non solo i volti dei cani custoditi, ma anche di intervenire in campagne di sensibilizzazione. “In un’epoca in cui gran parte della nostra esistenza viene messa a disposizione di tutti attraverso i social – spiega Stefania – ci è sembrato opportuno essere al passo con i tempi e, di conseguenza, sfruttare questi canali per dare visibilità all’operato della nostra associazione, ma ancora prima ai nostri ospiti, nella speranza che tra un commento ed un like, qualcuno ne resti affascinato e decida di contattarci. Si può parlare sicuramente di “colpo di fulmine”, seppur virtuale, e per questo facciamo in modo di fornire al potenziale adottante tutte le informazioni di cui ha bisogno per trasformare questo amore a prima vista in una scelta oculata, consapevole e definitiva. Accanto agli appelli di adozione e alle testimonianze delle attività svolte, spesso inseriamo anche campagne di sensibilizzazione contro l’abbandono, il maltrattamento e la violenza in ogni loro forma”.

Un’iniziativa molto curiosa intrapresa dall’associazione è stata quella di trasformare alcuni cagnolini in “modelli”, affiancandoli a società sportive per un calendario annuale. Il progetto si intitola “Adotta un campione” e ritrae numerosi cuccioli in compagnia di atleti tranesi di vario genere. “L’idea di fondo è stata quella di creare una sorta di confronto tra due realtà apparentemente molto distanti, che invece non lo sono per niente. Quando a trasportarti è una passione, qualunque strada, anche quella più irta di ostacoli, non ti fa paura. La passione per lo sport e quella per il mondo animale hanno in comune più di quanto si riesca ad immaginare ed è per questo che per il Calendario 2019 abbiamo scelto proprio questo connubio. “Adotta un campione” è un inno alla grinta, all’entusiasmo, alla capacità di risollevarsi dopo ogni caduta, alla gioia di fronte ai piccoli successi e alla tenacia nel non mollare dopo le più cocenti sconfitte: tutti ingredienti indispensabili per uno sportivo…e per un volontario. Abbiamo voluto, quindi, regalare dei momenti di svago ad alcuni degli ospiti del Rifugio San Francesco di Trani, facendoli essere modelli per un giorno, fuori dalle loro gabbie e pare proprio che abbiano apprezzato. Chiaramente l’obiettivo di sfruttare è quello di diffondere i volti dei nostri amati pelosi in cerca di casa e di allargare il più possibile la cerchia di persone che potrebbero innamorarsene e decidere di adottare uno di loro” conclude Stefania Simone, volontaria della sezione di Trani.

Con impegno e perseveranza quell’idea, nata negli anni ’90da un gruppo di amanti dei cani, prende sempre più piede e realizza sempre più il suo obiettivo. L’associazione guidata da Mariella Lavarra, instancabile volontaria e presidente della sezione, rende possibile ogni giorno che dei piccoli e apparentemente insignificanti miracoli, avvengano.

domenica 2 Dicembre 2018

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