Attualità

Tonno in trappola, fotografia di un tempo. Dietro il sistema antitaccheggio, uno spaccato di società

Donato De Ceglie
Sistema anti taccheggio per il tonno nel supermercato
Dimensioni limitate, facile da sottrarre e soprattutto da rivendere. Ma non tutte le tipologie di tonno
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Qualche giorno fa ci arrivava tramite Whatsapp una segnalazione: la fotografia di un sistema anti taccheggio su una scatola di tonno. “Come nei centri vendita di prodotti elettronici”, scrivevano. La foto era stata scattata tra gli scaffali del supermercato di via La Pira, in zona Pozzopiano. Ero indeciso sul da farsi: pubblicarla come foto curiosità o semplicemente cestinare la segnalazione. Ma non è curioso che una scatoletta di tonno venga protetta con una piccola rete di plastica rigida ed un sistema possibile da sbloccare soltanto in cassa?

Ho inoltrato richiesta via mail alla sede del gruppo cui fa capo il punto vendita. Nel frattempo, facendo un giro tra i supermercati della città abbiamo notato lo stesso accorgimento su alcune scatolette di tonno nei punti vendita legati alla stessa catena. Per alcune tipologie di tonno il sistema non era lo stesso che ci era stato segnalato ma una scatola di plastica trasparente, la stessa utilizzata per i prodotti tipo giochi per consolle, per intenderci.

Ricevo risposta alla mail nel giro di 24ore e abbiamo un appuntamento con il direttore del punto vendita ed un responsabile del gruppo. Ci siamo incontrati all’interno del supermercato di via La Pira. È una normale mattina di fine novembre, il supermercato è abitato da qualche decina di clienti e i bip della classe si alternano ai suoni tambureggianti e metallici dei carrelli che scivolano sul pavimento. All’ingresso c’era Cristian, un ragazzo di colore che si presta ad accompagnare i clienti con le buste più pesanti sino alle macchine, accettando qualche spiccio. “Cristian, puoi aiutare la signora per favore a riempire le buste della spesa?”, chiede una cassiera. Ne approfitto per chiedere alla stessa dove potessi trovare il direttore e mi fanno sapere che lo avrei trovato in qualche corridoio.

Incontro infatti i miei due interlocutori nel primo corridoio, mentre organizzavano con un dipendente la sezione dedicata ai prodotti tipici del Natale (panettoni, pandori, et cetera). Mi accolgono con grandissima disponibilità. “Noi dobbiamo fare i conti con dei numeri a fine anno, numeri che mettano a confronto le giacenze, i prodotti venduti e gli incassi. Forse non mi crederà ma con gli ammanchi economici di un singolo anno causati dai furti dei prodotti che oggi vede al riparo con un sistema anti taccheggio, potremmo aprire altri due supermercati”, ci dice il responsabile.

I sistemi anti taccheggio sono due: quello “a ragno”, che vi abbiamo descritto qualche rigo su, e il Safer, nato ed utilizzato inizialmente come contenitore nei negozi di dischi e videoteche. Dietro questa scelta del punto vendita – condivisa in tantissime zone del Paese, ci assicurano – c’è una società che è cambiata. “Anni fa i furti riguardavano i liquori, i beni che servivano per togliersi qualche sfizio – dice il direttore – mentre oggi vengono presi di mira prodotti meno costosi ma in maniera più massiccia. Se il liquore prima veniva rubato dal tossicodipendente sporadico o dall’alcolista e se qualche signora magari in difficoltà economica era tentata dal furto di una crema viso perchè non poteva permettersela, oggi registriamo una serie di furti mirati che hanno come obiettivo principale il tonno, il caffè ed i rasoi”.

I rasoi in alcuni supermercati sono addirittura in piccole vetrinette. Mentre per il tonno sono comparsi i sistemi che hanno dato spunto a questo pezzo. Dimensioni limitate, facile da sottrarre e soprattutto da rivendere. Ma non tutte le tipologie di tonno. “Sì, solo alcune marche. Lo dicono le pagine di cronaca: ci sono bande organizzate dedite a questo tipo di furti per la rivendita. Perchè solo alcune marche? Sicuramente quelle più famose nei Paesi di origine di chi frequenta i mercatini illegali, le marche che sono protagoniste in tv o nell’immaginario collettivo. I furti sono finalizzati alla rivendita in mercatini illegali”. Anni fa accadeva con il Dash, ad esempio. L’ultimo furto risale a qualche settimana fa: è stata beccata una signora con una borsa schermata: “Utilizzano rivestimenti in alluminio o teflon che mascherano i prodotti quando passano dal sistema di allarme”.

Ma dietro questo tipo di furti ci sono altri due aspetti della nostra società: l’indisponibilità economica (sempre più crescente) per l’acquisto di determinati prodotti alimentari e la disponibilità immorale di alcuni esercenti ad acquistare prodotti rubati.

venerdì 30 Novembre 2018

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