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Alveare. “Papà, se ti infilza?” La rubrica di Rino Negrogno

Rino Negrogno
Aggressione
Mio figlio ha ovviamente compreso che l'atteggiamento del ragazzo era sbagliato, ma ha avuto paura di difendere la legalità
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Mentre attendevo con mio figlio dietro le sbarre del passaggio a livello, un ragazzo, smanettando sul suo cellulare, compulsivamente prendeva a calci la struttura posticcia che non dovrebbe permettere di passarci sotto. Premeva sempre più forte facendola dondolare sempre di più e prima o poi l’avrebbe spezzata. Mi sono avvicinato e gli ho chiesto, con tono ironico ma perentorio, se avesse deciso, per un motivo ignoto, di distruggerla. Ha risposto, imbarazzato, che, con quel dondolio, non si sarebbe rotta, ma contemporaneamente ha smesso. Mio figlio nel frattempo si è vergognato e poi si è arrabbiato con me, mi ha rimproverato, ha detto che avevo ragione a proteggere un bene pubblico, un bene che tutti abbiamo pagato e che pagheremmo di nuovo per ripararlo, ma quel ragazzo avrebbe potuto reagire violentemente, avrebbe potuto persino essere armato di coltello e infilzarmi, con tutte le brutte storie che si leggono sui giornali (mio figlio ha il terrore di queste storie), e quindi avrei dovuto evitare di immischiarmi in faccende che non mi riguardano.

Dopo questo episodio ho fatto, tra me e me medesimo, delle considerazioni: mio figlio ha ovviamente compreso che l’atteggiamento del ragazzo era sbagliato, ma ha avuto paura di difendere la legalità. In un periodo storico dove si decide se togliere o meno le scorte in base a presunte opportunità, se non antipatie, mio figlio ha seriamente temuto che suo padre, intrepido, anziché occuparsi delle cose di casa, rischiasse di prendere mazzate per aver protetto la cosa pubblica. Il ragazzo non era un cattivo ragazzo, era annoiato, inconsapevolmente dondolava, danneggiando l’ingranaggio; era l’inconsapevolezza il vero dramma.

Ho spiegato a mio figlio che se continuiamo a ragionare così non cambierà mai nulla e lui ha risposto chiedendomi se fossi stato predestinato io, da una qualsivoglia entità, per cambiare le cose.

Nessuna conclusione a questa mia riflessione, in fondo, avevamo ragione entrambi, dai nostri punti di vista.

Alveare 2017

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Alveare 2018

1 Il problema etico di Giuseppe Tarantini – 2 Il Pronto Soccorso – 3 Il corte di Acca Larentia – 4 La razza del mio cane – 5 Alfredo Albanese – 6 Quale giorno della memoria? – 7 Sai già a chi votare? – 8 Caro Michele – 9 Sanremo senza Facebook – 10 Una campagna elettorale monotona – 11 Cara, brumosa, desolata periferia – 12 La favola di Sfortunina – 13 Gli occhi di Marilena – 14 Il furto al centro trasfusionale – 15 Attaccatevi al tram – 16 Nicola, novantasei anni. Colto da malore – 17 La stiratrice Isoardi – 18 Violenza contro anziani e lavoro sottopagato delle badanti – 19 Così festeggiate la Liberazione? – 20 Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono – 21 Don Dino, il sacerdote di quartiere – 22 L’arrivo di Emiliano – 23 Un vaccino per la solidarietà – 24 L’uomo nudo con le mani in tasca – 25 Doppio senso di marcia sul lungomare – 26 Ma siamo uomini o caporali? – 27 Cronaca di una serata di anormalità – 28 Il passaggio a livello è chiuso – 29 Gli zingari mettono sempre d’accordo tutti

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venerdì 29 Giugno 2018

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