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Alveare. “L’uomo nudo con le mani in tasca”. La rubrica di Rino Negrogno

Rino Negrogno
Roberto Fico
Stamattina mi sento un po' come Fico, con le mani in tasca
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Fico con le mani in tasca per qualche secondo mentre parte l’inno, mi ha fatto venire in mente un premio spesso promesso ma mai mantenuto dai miei genitori per esortarmi a nutrirmi controvoglia, insistenti richieste che con il passare del tempo non hanno più avuto necessità di avanzare: se mangi andiamo al cinema a vedere il film “L’uomo nudo con le mani in tasca”. Non ho mai capito perché il film avesse quel titolo, peraltro macabro e certamente proibito a un minore visto che narrava di un uomo nudo, né ho mai compreso come mai trovassi la promessa allettante; ma Fico con le mani in tasca, mi fa venire in mente il mio pranzo poco gradito, mentre le disquisizioni che si fanno sulla vitale questione, mi fanno tornare in mente l’uomo nudo, non il re, che solo un bambino sarebbe in grado di smascherare svestito, ma l’uomo politico avversario, per di più con le mani in tasca.

Fico, probabilmente, era sovrappensiero, cosa che accade sovente anche a me, anche mentre qualcuno mi parla, non per mancanza di rispetto, bensì per il grande interesse che nutro nei confronti dei fatti, tanto grande che smetto di ascoltare il resto per riflettere su quello che ho appena appreso, così importante per me da non riuscire a non soffermarmi per qualche minuto in più rispetto al tempo che l’interlocutore frettoloso mi concede e, intanto, inopportunamente, ficco le mani in tasca. Ma il tempo corre e il re è nudo mentre tutti si abbigliano di amor di patria che pare si debba dimostrare come fanno i calciatori prima della partita di pallone. Solo allora e almeno allora bisogna amare la patria più del dovuto, più del nostro consueto egoismo, più del nostro infrangere lievemente le regole, più del nostro peccato piccolino che Dio tanto non lo vede; mentre il re, che era nudo, ha, pieno di commozione, posato la sua mano sul petto e conosce l’inno a menadito.

Un po’ come Dio (che infatti è il primo in classifica nella sacra triade Dio, patria e famiglia) che bisogna onorare nelle processioni e con i fuochi d’artificio, quasi mai nell’uguaglianza, nella solidarietà e nella fratellanza; un po’ come la famiglia che è sacra, soprattutto la seconda per non parlare della terza; così la patria: fratelli d’Italia l’Italia s’è desta dell’elmo di Scipio s’è cinta la testa e subito dopo l’arbitro è cornuto.

Povera patria.

Alveare 2017

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Alveare 2018

1 Il problema etico di Giuseppe Tarantini – 2 Il Pronto Soccorso – 3 Il corte di Acca Larentia – 4 La razza del mio cane – 5 Alfredo Albanese – 6 Quale giorno della memoria? – 7 Sai già a chi votare? – 8 Caro Michele – 9 Sanremo senza Facebook – 10 Una campagna elettorale monotona – 11 Cara, brumosa, desolata periferia – 12 La favola di Sfortunina – 13 Gli occhi di Marilena – 14 Il furto al centro trasfusionale – 15 Attaccatevi al tram – 16 Nicola, novantasei anni. Colto da malore – 17 La stiratrice Isoardi – 18 Violenza contro anziani e lavoro sottopagato delle badanti – 19 Così festeggiate la Liberazione? – 20 Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono – 21 Don Dino, il sacerdote di quartiere – 22 L’arrivo di Emiliano – 23 Un vaccino per la solidarietà

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venerdì 25 Maggio 2018

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