RUBRICA

Alveare: “Lettera di Gesù Bambino”. La rubrica di Rino Negrogno

Rino Negrogno
Il presepe in casa di Rino
Ve lo confesso sono stanco d'esser tirato fuori dallo scatolone e starmene dentro la mangiatoia ad aspettà sempre i re magi
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Cari cristiani e, soprattutto, cari cristiani non praticanti

che so esser molto di più e ne capisco bene le ragioni

ché andar d’accordo con mi padre, son capaci solo li santi,

ha pretese e non transige su di certe propensioni,

su uguaglianza e fratellanza, né tantomeno sulle leggi

che con voce tonitruante ci ha inviato tra li fulmini,

crede d’essere il pastore, d’ognuno e tutti i greggi,

così poco incline all’eccezioni che gradite tutti gli omini

ma è un’altra la questione che mi preme sottoporvi all’attenzione

e approfitto di dicembre ché vi assettate ai vostri agi,

ve lo confesso sono stanco d’esser tirato fuori dallo scatolone

e starmene dentro la mangiatoia ad aspetta’ sempre i re magi,

sono stanco d’esser na volta all’anno la vostra bella tradizione

e starmene lì da solo abbacinato come un bambascione,

preferirei vedervi tutt’insieme come dei fratelli

senza poveri né ricchi, sia li brutti sia li belli,

perfino senza religioni, così quel che voglion esser duri,

dovran cercarsi n’altra scusa per i soldi e per la guerra,

sono stanco anche di starmene inchiodato sopra i muri

ed esser na statua più che un Cristo sulla terra

e di starmene in certi luoghi dove vedo solo intrallazzi

e cose che non si dovrebbero mai far con me dinnanzi,

sono stanco d’esser difeso dai politici, anzi di sti pupazzi,

ve lo devo per forza di’ mi so’ proprio rotto li coglioni

di vederli ogni Natale che mi cantano canzoni,

proprio loro che, se arrivo affamato sopra li barconi,

m’affonderebbero a me nsieme a tutti li pastori,

prima d’andare a messa a mezzanotte colmi di ori.

Vi prego, sono stanco, non insistete più di tanto,

se potessi, vorrei nascere nel cuore e questo è quanto.


BIO – Alveare – Lavoro per strada, in mezzo alla gente, ascolto il brusio e ho l’impressione di trovarmi in un alveare; salgo e scendo i gradini delle scale, entro ed esco dalle case, dai reparti ospedalieri, delle prigioni e ho l’impressione di entrare e uscire dalle celle esagonali dei favi di un alveare; scorro le notizie e le storie sul mio pc, su e giù e mi ritrovo di nuovo in un alveare di pensieri e avvenimenti; mi fermo un istante e nella mia mente nasce una storia. Lavoro come infermiere nel servizio emergenza urgenza 118 da quattordici anni ma ho la mania della scrittura, della poesia e del racconto e qualcuno è così folle da concedermi lo spazio per farlo, ma, tutto sommato, è meglio incontrarmi in veste di poeta e scrittore. Buona lettura.


Alveare 2017

1 Ernesto Che Guevara – 2 Al capezzale dei vecchi – 3 La visita medica – 4 Il sindaco è come il pesce – 5 L’incidente dell’ambulanza – 6 Le nonne che giocavano a tombola – 7 Vi racconto il mio primo appuntamento al buio con una donna – 8 Barresi-Bottaro: che brutta storia – 9 Lei è un medico? Una donna? – 10 Quello strano fascista di Pinuccio Tarantini – 11 Rossella è andata via da Trani – 12 Disabili vs. normodotati. Volete sapere chi ha vinto? – 13 Ciao Ivan, compagno di liceo

venerdì 22 Dicembre 2017

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