Se ne sono occupati tutti, la burocrazia sta lentamente procedendo, l’amministrazione sta facendo il proprio e domenica ci sarà un sit-in in piazza della Repubblica. La cava di Contrada Monachelle continua a riempire le narici degli abitanti della periferia nord di puzza soprattutto nelle ore serali. Da agosto ad oggi, una situazione irrisolta che continua a “fumare” senza accennare un minimo rallentamento del processo di autocombustione in corso nel sottosuolo.
I dati pubblicati da Arpa sono dieci volte superiori a quelli “allarmanti” pubblicati, per usare un metro di paragone, nel 2014 dagli ambientalisti che denunciavano lo stato di salute del Pertusillo in Basilicata. Nei limiti fissati dall’Istituto superiore di Sanità, gli idrocarburi pesanti non dovrebbero superare i 50 milligrammi per chilo ed invece in quella zona ne son stati registrati oltre 60mila.
Chi è più a rischio? Dopo la richiesta di adozione del “principio di precauzione” da parte di due associazioni per il Parco di Santa Geffa vi mostriamo una mappa che registra due fasce: raggio di un chilometro e raggio di due chilometri. Il Parco è situato al limite della prima area in direzione Sud mentre nell’area del raggio di due chilometri direzione centro cittadino dal lato della periferia Nord vi sono: un centro sportivo, diverse aziende ed un centro commerciale. Chi è più a rischio e, soprattutto, quando avremo dati certi sull’inquinamento di tutta l’area (compresa la periferia nord della città)?