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HumansfromTrani. #1 Vittorio: «La nostra città dovrebbe fidarsi delle nuove generazioni»

La Redazione
Vittorio Franzese
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#1 – Vittorio

La paura più grande quando hai lasciato Trani la prima volta?

La prima volta che ho lasciato Trani per il Master in Diritto D’Impresa a Roma, in realtà, i miei sentimenti erano parecchio contrastanti: alla tristezza di lasciare quello che era tutta la mia vita fino ad allora, gli amici, la famiglia, i luoghi che conoscevo da quando ero nato, si accompagnava un sentimento di eccitazione per quello che sarebbe stato il mio futuro lontano da lì. Mi dicevo che in fondo sarei stato a poche ore di macchina, che quando volevo sarei potuto tornare ritrovando tutto quello che più amavo. In realtà mentivo a me stesso, e sapevo che quello sarebbe stato un punto di non ritorno. Ed era proprio quella la mia paura più grande: perdermi quei momenti di vita quotidiana insieme alle persone con cui avevo condiviso tutta la vita, non essere presente in caso i miei cari avessero avuto bisogno di me, e che quanto avveniva in quello che era sempre stato il mio mondo in qualche modo non mi avrebbe più riguardato. Più di tutto, la paura di trovare tutto cambiato una volta tornato. Non si direbbe, ma sono un nostalgico di natura, e il cambiamento, anche se necessario ed anche se per il meglio, mi lascia sempre qualche strascico di tristezza.

Cosa ti rende felice lì dove sei e cosa ti rende felice quando torni qui?

Vivere in un paese come la Cina, dove ho passato i miei ultimi 3 anni e dove vivo attualmente, mi ha permesso di crescere come persona lontano dal “nido” familiare e mi ha messo davanti a difficoltà quotidiane (culturali, di comunicazione, climatiche). Qui ci si sente davvero liberi di esprimersi in un sistema che per gli stranieri è quanto più vicino possibile ad una vera meritocrazia, e come in ogni città cosmopolita non si fa fatica a conoscere nuove persone ed a sfruttare tutte le opportunità che un’economia in crescita può offrire; stando qui ho raggiunto traguardi professionali a cui non pensavo di poter arrivare. Di contro, tornare a Trani significa staccare completamente la spina dalla vita frenetica della grande città, significa poter fermare il tempo, e, anche se per pochi giorni, tornare a godersi le piccole cose che tanto ci mancano quando siamo lontani: i pranzi in famiglia, le giornate di sole, le passeggiate tra i gioielli della storia di Trani – quei panorami che troppo spesso mostro con orgoglio a chi non ci è mai stato – i ritmi di vita più lenti… ma qualitativamente imbattibili.

Cosa ti manca di più e cosa ami del luogo in cui ti trovi?

Nonostante non si possa non amare un posto come questo dove si scoprono luoghi diversi ogni giorno e dove tutto è veramente possibile, ciò che manca qui sono proprio le cose che (per assurdo) mi sembrano così ovvie quando sono a casa. Prima di tutto, come prevedibile, il cibo; nonostante a Shanghai ci siano centinaia di ristoranti italiani, negozi di importazione, e c’è a leggenda che tutto si possa trovare se disposti a pagarlo un po’ di più, in realtà manca quella facilità nel reperire quello che noi comunemente troviamo nelle nostre salumerie, caseifici, panifici, pescherie, e soprattutto il trovare il necessario a prezzi accessibili. Un altro elemento sono le distanze siderali, comparate a quelle della mia città: con il tempo che impiego con la mia vespa a raggiungere l’ufficio da casa (e parliamo in entrambi i casi del centro città) potrei tranquillamente arrivare a Barletta… Poi, come detto, le bellezze che ci rendono tanto fieri di essere tranesi: vivere in una città così piena di storia manca tanto quando ci si trova in posti che hanno vissuto il loro vero sviluppo (verticale) meno di mezzo secolo fa. Capitolo a parte per la lingua: per me, giurista, arrivare qui senza conoscere una parola di cinese era fortemente limitante nel quotidiano; solo col tempo – fortunatamente – le cose sono migliorate.

Cosa pensi di poter dire a chi sta per lasciare Trani?

A chi vuole andar via direi: se ritieni che fare esperienza fuori sia necessario al tuo futuro, non farti frenare dalla facilità e dalle comodità della vita nella tua città natale. Allo stesso tempo, però, le nostre radici e la nostra cultura, ciò che ci ha reso quello che siamo non può essere dimenticato, o trattato con sufficienza. Cerca di non perdere contatto con la realtà in cui sei cresciuto, continua a coltivare le amicizie d’infanzia, non far mai mancare l’affetto alla tua famiglia. Il provenire da un posto che tutto il mondo ci invidia può e deve essere sfruttato come merita. C’è ancora molto da fare per Trani, al di là delle difficoltà di crescita degli ultimi anni, e non bisognerebbe mai escludere la possibilità di tornarci, anche solo per più o meno lunghi periodi dell’anno, magari con un know-how o risorse acquisite altrove, da impiegare puntando sulla nostra economia e sulle nostre, di risorse. E nessuno può farlo meglio di noi tranesi.

Cosa potrebbe spingerti a tornare?

Nonostante viva a 8000 km da casa, ho sempre sostenuto che avere una vita lavorativamente “appagante” nella nostra città, nonostante la crisi, fosse possibile; tutt’oggi non escludo di tornarci, un giorno. Avere un lavoro che mi permetta di trovarmi ovunque io voglia, lavorando da remoto – una direzione che oramai l’economia sta certamente prendendo – sarebbe un ottimo incentivo per spenderci almeno qualche mese all’anno (paragonato alle 3-4 settimane all’anno attuali). Riuscire ad investire nel turismo e fare di Trani una meta ancora più ambita di quanto lo sià già, sarebbe uno stimolo ancora più grande.

Che idea ti sei fatto della tua città d’origine, ora che sei lontano?

Ascoltando i resoconti quotidiani di amici e parenti e leggendo i giornali locali, l’impressione purtroppo è che si faccia fatica a cambiare, e che i problemi siano da anni sempre gli stessi, riguardanti cattive amministrazioni, strutture scarse, danni ambientali – proprio in questi giorni seguo con rammarico la scoperta dei nuovi rifiuti tossici; e da anni assisto, tramite l’attività di bed&breakfast portata avanti dalla mia famiglia, alle lamentele dei turisti riguardo la qualità e la pulizia del nostro mare. Nonostante ciò, le notizie della nascita di nuove attività di successo ad opera di giovani imprenditori locali portano una ventata di ottimismo sul futuro di Trani. Sono fiducioso: le nuove generazioni hanno un potenziale enorme e competenze vastissime, oltre ad una consapevolezza e ad un senso morale generalmente più spiccato, e nel momento in cui riusciremo ad unire il nostro essere all’avanguardia con un maggiore attaccamento al territorio potremo finalmente sfruttare al meglio un potenziale infinito come quello della nostra città.

Vittorio Franzese è avvocato in uno studio legale italiano a Shanghai, precedentemente ha lavorato in uno studio americano a Pechino.


HumansFromTrani Il futuro passa anche da chi ha lasciato questa terra. Per poco, per molto, per sempre. Da chi tornerà con competenze diverse, da chi la guarderà da lontano ma saprà sempre da dove è partito. Sulla scorta del progetto famoso in tutto il mondo, HumansOfNewYork, e anticipando la pagina “People from Trani” di Wikipedia abbiamo posto 6 domande (sempre le stesse) a decine di tranesi emigrati nei luoghi più disparati. Se volete segnalarci persone da intervistare e contattare scriveteci su Facebook o alla nostra mail: redazione@tranilive.it

domenica 5 Novembre 2017

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