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Terzo Settore, nel 2019 la Puglia registra un +2,6% rispetto all’anno precedente

La Redazione
Massimo Papa
Abbiamo approfondito la tematica con il dottore commercialista Massimo Papa, uno degli autori del volume "Il terzo settore" della collana "Disposizioni Fiscali 2022" edita da Ad Maiora
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La presenza del Terzo Settore, nonostante la fase pandemica, ha assunta una notevole rilevanza nel territorio italiano. Un universo di centinaia di migliaia fra istituzioni, associazioni, enti privati e cooperative sociali che perseguono, senza scopo di lucro, finalità civiche e solidaristiche e che realizzano attività di interesse generale mediante forme di azione volontaria e gratuita. La Regione Puglia ha fatto registrare nell’anno 2019 un incremento rispetto al precedente anno del 2,6%, sebbene le istituzioni non profit siano ancora molto più presenti al nord con un numero di medio di 65 organizzazioni rilevate per ogni 10 mila abitanti rispetto alle 43 del sud ed in particolare alle 48 presenti in Puglia. Abbiamo approfondito la tematica con il dottore commercialista Massimo Papa, uno degli autori del volume "Il terzo settore" della collana "Disposizioni Fiscali 2022" edita dalla casa editrice Ad Maiora.

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nQual è la situazione attuale del Terzo Settore in Italia, o nello specifico in Puglia, dopo la pandemia?

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"Il Terzo settore è ad oggi oggetto di una profonda riforma iniziata nell’anno 2017 con il d.lgs. 117/2017 e non ancora completa in quanto il Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) è diventato operativo solo nel mese di novembre dello scorso anno. Inoltre, affinché tale riforma sia pienamente operativa, è necessario che pervenga l’autorizzazione della Commissione Europea alla parte fiscale del decreto di riforma, a seguito di apposita richiesta a cura del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Ad oggi tale richiesta non risulta essere stata inoltrata e pertanto non si conoscono i tempi in cui si completerà il passaggio al nuovo regime fiscale. La normativa fiscale entrerà in vigore solo l’anno successivo alla citata autorizzazione e pertanto per l’anno 2022 avremo ancora una situazione transitoria, con una riforma ancora non completamente operativa. Il Terzo settore negli ultimi anni e soprattutto con la riforma in atto assume sempre maggiore rilevanza sociale. Il D.Lgs. 117/2017, infatti, all’art.2 cita proprio il valore e la funzione sociale egli enti del Terzo settore, qualificandoli come quegli enti costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, mediante lo svolgimento, in via esclusiva o principale, di una o più attività di interesse generale. Ed è proprio l’intento di preservare la connotazione sociale di queste organizzazioni che ha spinto ad una riforma il cui obiettivo è stato anche quello di coordinare finalmente la materia del Terzo settore in una norma unitaria, visto il sovrapporsi delle numerose e diverse norme prima esistenti che hanno contribuito a creare sovrapposizioni e confusione nel mondo del non profit. Parlando oggi di Terzo settore, è necessaria una distinzione tra coloro che sono già transitati nel RUNTS e coloro che ne sono ancora fuori. La qualifica di Ente del Terzo settore è infatti riservata a coloro che si iscrivono al RUNTS e pertanto, in alcuni casi, è ancora opportuno parlare di non profit o di Terzo settore prescindendo ancora però dall’effettivo concretizzarsi della riforma. Le organizzazioni non profit in Italia sono oggetto di un rilevamento da parte dell’Istat che ha pubblicato gli ultimi dati, riferiti all’anno 2019, il 15 ottobre 2021. In Italia sono presenti circa 362 mila organizzazioni alla data di riferimento del censimento, con una crescita rispetto all’anno 2018 dello 0,9%. La Regione Puglia ha fatto registrare nell’anno 2019 un incremento rispetto al precedente anno del 2,6%, sebbene le istituzioni non profit siano ancora molto più presenti al nord con un numero di medio di 65 organizzazioni rilevate per ogni 10 mila abitanti rispetto alle 43 del sud ed in particolare alle 48 presenti in Puglia. Certamente gli ultimi due anni non hanno aiutato il settore, in particolare dal diffondersi della pandemia da Covid-19 in poi le organizzazioni del Terzo settore hanno subito un duro colpo a causa dell’emergenza sanitaria, dei conseguenti periodi di lockdown e della crisi economica che ne è conseguita. Basti pensare che un terzo delle organizzazioni non profit operano nell’ambito sportivo, uno dei più colpiti dalla crisi proprio a causa della chiusura forzata e delle difficoltà legate alla specifica attività svolta. La situazione più recente non è certamente favorevole a causa delle varianti del virus che periodicamente contribuiscono al diffondersi della pandemia ed all’aumento dei contagi. In questo scenario, il ruolo sociale degli enti del Terzo settore diventa più importante che mai, anche per la crisi economica già citata. Sono infatti già stati stanziati 210 milioni di euro del Fondo straordinario per il sostegno al Terzo settore che hanno permesso ad un gran numero di organizzazioni, operanti nel Terzo settore, di beneficiare di aiuti a fronte della cessazione o della riduzione delle proprie attività statutarie conseguenti alle misure per il contenimento e la gestione dell’emergenza da Covid-19".

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Cosa è il Runts e quali i benefici previsti?

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"Il RUNTS, Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, ha il compito di racchiudere tutte quelle organizzazioni che operano nel Terzo settore ad esclusione di quelle, come per esempio le associazioni sportive dilettantistiche, che sono state escluse dalle limitazioni conseguenti alle modifiche delle norme fiscali conseguenti alla riforma del Terzo settore e che potrebbero rimanerne fuori per motivi di convenienza. Si verificherà quindi un passaggio al RUNTS, e quindi alla normativa prevista per gli enti del Terzo settore solo di una parte delle organizzazioni non profit, a cui si applicheranno le previsioni normative del d.lgs.117/2017. Gli altri enti ne rimarranno fuori continuando ad essere soggetti alle precedenti previsioni fiscali. I benefici previsti per coloro che accederanno al RUNTS, acquisendo quindi la qualifica di enti del Terzo settore, sono molteplici. Il D.Lgs. 117/2017 prevede agevolazioni nell’accesso ai finanziamenti del Fondo sociale europeo, la possibilità da parte dello Stato, delle Regioni e delle Province autonome e degli Enti locali di prevedere per gli enti del Terzo settore l’utilizzazione di beni mobili o immobili per manifestazioni e iniziative temporanee o la concessione in comodato di beni mobili ed immobili di loro proprietà per lo svolgimento delle attività istituzionali degli ETS o ancora la concessione di beni culturali immobili, a determinate condizioni, con pagamento di un canone agevolato, ai fini della riqualificazione e riconversione tramite interventi di recupero, restauro e ristrutturazione a spese del concessionario. È inoltre previsto un fondo per il finanziamento di progetti ed attività di interesse generale nel Terzo settore ed altre risorse destinate in maniera specifica a finanziare l’attività in particolare delle organizzazioni di volontariato e delle associazioni di promozione sociale".

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Quali saranno i regimi fiscali ai quali gli enti del Terzo Settore saranno sottoposti?

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"Sono previste una serie di agevolazioni a livello fiscale, con l’istituzione di regimi riservati agli enti del Terzo settore. A fianco degli ordinari regimi di determinazione delle imposte e solo successivamente alla citata autorizzazione della Commissione Europea, sarà possibile optare per regimi di favore che permetteranno una determinazione forfettaria delle imposte sui redditi e che, in particolare per organizzazioni di volontariato e per associazioni di promozione sociale, avrà come conseguenza, quella di poter assoggettare ad imposta solo una minima parte dei ricavi prodotti nello svolgimento delle attività di carattere commerciale. Inoltre, volendo semplificare la situazione che si sta venendo a creare, una volta ottenuta l’autorizzazione della commissione europea, sarà modificato l’art.148 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR). Ad oggi per la maggior parte delle organizzazioni non profit, non concorrono a formare reddito imponibile ai fini delle imposte sui redditi i corrispettivi percepiti dai soci per lo svolgimento nei loro confronti di attività svolte in conformità alle finalità istituzionali. Una volta che la normativa fiscale sarà definitamente modificata, tale regime di favore sarà applicabile ad una ristretta parte di tali organizzazioni. La modifica del TUIR avrà quindi come conseguenza la necessaria iscrizione al RUNTS da parte di tanti enti che, vedendosi negare le agevolazioni fiscali di cui godono fino ad oggi, dovranno entrare nel RUNTS ed acquisire la qualifica di Ente del Terzo settore, per poter avere comunque una normativa di favore nello svolgimento delle attività istituzionali e commerciali, rispetto a quanto previsto per le imprese che svolgono abitualmente attività di natura commerciale".

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La sua esperienza con la casa editrice Ad Maiora.

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"Posso qualificare la mia esperienza con la casa editrice Ad Maiora in modo estremamente positivo. Ad Maiora è un’azienda dinamica, qualificata, con testi redatti in modo altamente professionale e che quindi rispecchiano i bisogni e le necessità dei professionisti, ma anche di tutti coloro che operano nei settori di riferimento. Il testo “La riforma del Terzo settore – Focus e approfondimenti”, completando l’informazione teorica con pratici esempi di modulistica, si pone quale supporto ai professionisti che si occupano della materia quali dottori commercialisti e consulenti del Terzo settore, ma anche agli organi di amministrazione e di controllo degli enti che hanno la necessità di essere guidati attraverso la riforma in atto, con l’obiettivo di individuare gli opportuni adattamenti organizzativi per le diverse tipologie di enti".

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martedì 18 Gennaio 2022

(modifica il 7 Luglio 2022, 9:05)

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