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Manifestanti No Green Pass in piazza a Trani: come da copione l’ignobile attacco alla stampa

Donato De Ceglie
Manifestazione No Green Pass a Trani
Presa di mira una collega della testata giornalistica Il Giornale di Trani, sbeffeggiata pubblicamente per aver rivolto domande ad inizio manifestazione
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No Green Pass, Italia senza schiavi, Italia senza Draghi, Rispetto per la Costituzione, sono i tre striscioni esposti in piazza della Repubblica nel pomeriggio da manifestanti che potremmo contare nell'ordine tra le 28 e le 34 persone, passante più, passante meno. L'annuncio su Whatsapp invitava la cittadinanza ad unirsi "al grido no grren pass (con errore di battitura annessa) per rivendicare i diritti costituzionali" ed è stato raccolto da quanti hanno ascoltato i tre interlocutori che si sono susseguiti al microfono.

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"Il Green Pass è solo un primo passo per la dittatura, è evidente quanto stanno facendo", questo il tono dei messaggi lanciati. "Siamo qui per svegliare questa piazza che da tanto tempo dorme". Sentimenti di rivalsa, di ribellione, che si sono affannate per elencare una serie lunghissima di argomenti, sanità in primis. "Siamo arrivati al fascismo, il Green Pass seppur in un'altra forma propone oggi quello che proponeva il fascismo".

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Attacchi al governo, alle forze dell'ordine "gente che guadagna milleduecento euro che manganella milleduecento euro", attacchi populisti ai migranti "paghi tremila euro per un viaggio clandestino perchè sei un avanzo di galera, sei un pregiudicato, sei costretto a venire col gommone e a farmi credere che da dove vieni c'è la guerra".

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In un tripudio di idee sgrammaticate, il copione prevedeva anche l'attacco alla stampa che è arrivato puntuale: "Non sono un dottore ma sono una persona che si informa. Mi informo da gente che è stata un punto di riferimento mondiale per la scienza e la medicina e questa gente parla di quello che c'è dietro questa farsa. Oggi anche un bambino entra nell'ospedale e ti fa vedere i reparti vuoti, non puoi dire non è vero. Oggi se dici la verità ti dicono che sei pazzo. Poco fa ho visto una ragazza simpatica, una giornalista di radiombo che diceva Perchè siete qua? Sembrano quelle domande che fanno i giornalisti mainstream, è una domanda stupida che non va fatta, perché il giornalista oggi è indagare, chiedere perchè. Sono diventati tutti giornalai, fanno solo propaganda".

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Al pubblico sbeffeggiamento – dal quale nessuno dei presenti ha preso distanze ma ha ridacchiato – della collega di una testata giornalistica cittadina rispondiamo con la nostra solidarietà.Il nostro lavoro – che in quel momento ha dato voce a questa manifestazione – non può essere oggetto di atteggiamenti denigratori e pubbliche accuse basate su vaniloqui. Quanto leggiamo in queste parole non è "antisistema" ma un fenomeno di disagio che va monitorato.

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domenica 7 Novembre 2021

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