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Trani, costa nord tra abbandono selvaggio di rifiuti e il sogno di una spiaggia chilometrica

Alessandro Landini e Donato De Ceglie
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Trani
Abbiamo affiancato i volontari di Legambiente in una passeggiata di monitoraggio ambientale su quella porzione di territorio deturpato da roghi nelle ultime settimane
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Tre chilometri di macchia mediterranea deturpati e danneggiati dai recenti incendi. Una costa, originiariamente sabbiosa, la cui conformazione è stata fortemente modificata a causa degli scarichi abusivi delle attività imprenditoriali negli scorsi decenni. Dopo gli ultimi roghi che hanno interessato l'area costiera a nord della città di Trani, abbiamo affiancato in una passeggiata di monitoraggio ambientale i volontari di Legambiente. Le immagini che vi mostriamo nel servizio fanno riferimento ad un'area demaniale che ad oggi è terra di nessuno. Pierluigi Colangelo, presidente di Legambiente, ci spiega la storia geofisica del territorio.

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"Mentre tutta la costa adriatica subisce un fenomeno di aggressione da parte del mare, la costa di Trani paradossalmente è l'unica in progressione" afferma Pierluigi Colangelo, presidente del circolo cittadino. "I tratti costieri sono progrediti anche di 150 metri nel mare a causa del materiale della lavorazione del marmo che, fra gli anni '50 e '90, veniva scaricato in mare. Da quel momento in poi chiunque si è sentito legittimato a scaricare qui qualsiasi forma di rifiuto".

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Il fenomeno dell'abbandono selvaggio di rifiuti nell'area in questione, che in un primo momento si era fermato grazie al monitoraggio e alle denunce di Legambiente, è tornato forte e costante – casualmente in corrispondenza temporale con l'inizio della pandemia – trasformando così l'area in terra di nessuno. Qui si scaricano rifuti per poi incendiarli. Un problema non solo ambientale ma anche sociale: spesso i rifiuti riguardano materiali smaltiti illecitamente perché provenienti da attività lavorative in nero che non possono smaltire regolarmente gli scarti. Lagambiente effettua periodicamente sopralluoghi di monitoraggio al fine di segnalare tempestivamente cumuli di rifiuti potenzialmente dannosi all'ambiente e preda di roghi appiccati per celare eventuali tracce di riconoscimento.

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"Ormai possiamo dire che questa è una vera a propria terra dei fuochi" afferma Vincenzo Di Cugno, volontario di Legambiente. "Gli incendi sono quotidiani. Siamo in stretto contatto con i vigili del fuoco tutti i giorni i quali però, causa altre emergenze, spesso non fanno in tempo ad arrivare. In quel caso interveniamo noi per tenere sotto controllo uno dei tanti incendi". Uno degli accessi principali all'aerea in questione è in via Barletta, nella zona industriale. Le catene installate per bloccare gli ingressi vengono facilmente divelte e non vi sono telecamere o fototrappole che possano fungere da deterrente. L'area, inoltre, è sfruttata anche dalla micro criminalità per abbandonare proventi di scippi e furti. 

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Recupero in chiave naturalistica per ridare alla città una delle sue spiagge più grandi, questo il sogno di legambiente nelle parole del presidente del circolo cittadino. "La prospettiva, negli anni, è che si recuperi l'intera costa in chiave naturalistica, considerando soprattutto le particolari nicchie di fauna e flora mediterranee che vanno salvaguardate" conclude Colangelo.

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sabato 26 Giugno 2021

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