Attualità

Un anno di Covid: la complessa convivenza con il mondo dello sport

Fabio Pengo
In ordine: Lorenzo Giusto
A pochi giorni dall'inizio della stagione estiva e dopo alcune parziali riaperture abbiamo raccolto le sensazioni, le paure e qualche nuova speranza dei protagonisti dello sport in città
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‘’Mens sana in corpore sano’’. Giovenale ci ricorda come mantenere il proprio corpo in movimento giovi non solo alla salute fisica ma possa anche alleviare parte di quello stress che accumuliamo ogni giorno. Negli ultimi anni questa consapevolezza è aumentata ed infatti sempre più persone (di qualsiasi età) si dedicano alla corsa o a praticare jogging quotidianamente.

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A Trani gli impianti sportivi sono poco più di una decina e molti di questi offrono la possibilità di praticare diversi sport: dal calcio al basket alla pallavolo passando per il tennis e il padel, la rivelazione di quest’ultimo periodo. In questo anno le strutture principali hanno ospitato – rispettando le restrizioni – gli allenamenti delle Asd che includono per lo più ragazzi in età scolare, escludendo per forza di cose i semplici appassionati. Gli ultimi anni sono stati un buon periodo anche per l’atletica leggera che grazie ad alcune nuove manifestazioni come la Trani Marathon, le gare di triathlon e di salto come la Jumping Together, hanno rinnovato l’interesse verso queste discipline.

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9 marzo 2020. Questa data rappresenta il momento a partire dal quale l’Italia si chiude a riccio per fronteggiare una crisi che sembra riportarci indietro nel tempo di 70 anni. Le testate nazionali non esitano a definire questo periodo come se fossimo ritornati in guerra. Il paragone, per quanto pericoloso, è parzialmente pertinente così come il lessico a cui ci abituano: coprifuoco, controlli, chiusure forzate. Sono proprio le chiusure forzate delle attività ritenute non essenziali  a causare il maggior malcontento tra gli stessi imprenditori che si chiedono fino a che punto sia possibile stabilire se sia non essenziale o meno lavorare. Tra i primi a farne le spese sono stati i gestori di palestre e centri sportivi. Inizialmente hanno adeguato ritmi di lavoro e spazi, acquistando dpi, plexiglass e igienizzanti, sino alla chiusura incondizionata.

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Nei primi mesi dell’emergenza sanitaria abbiamo provato a dare voce alla loro categoria dando sfogo alla loro rabbia e, a distanza di un anno siamo ritornati per un resoconto. Lo sport in periferia, lontano dai riflettori, è praticato in gran parte da appassionati che lo praticano durante il tempo libero. Abbiamo chiesto loro come fossero sopravvissuti ad un anno di inattività quasi totale, tra difficoltà economiche e desiderio di ripartire. Abbiamo contattato e intervistato anche chi, a contatto con gli atleti di varie discipline, ha potuto testimoniarne gli effetti sul loro corpo e la loro psiche.

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Un piccolo viaggio all'interno del mondo dello sport. Buona lettura.

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martedì 4 Maggio 2021

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