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La seconda vita di Asia dopo l’aggressione: Giuseppe ha bisogno di aiuto per curare la sua cagnolina

Vincenzo Avveniente
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Paura per Asia: aggredita da un pitbull
Oltre un mese fa fu aggredita da un AmStaff. Poi l'odissea di cure insufficienti ed infine quelle che l'hanno salvata. Il racconto della vicenda
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La storia di adozione ed intensa complicità tra Giuseppe Bevilacqua, tranese di 42 anni, e la sua cagnolina Asia, boxerina, è iniziata 5 anni fa. In questi giorni però questa storia sta attraversando il momento più difficile.

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Era il tardo pomeriggio del 19 gennaio scorso. Giuseppe e Asia erano a Bari. Un Amstaff, un cane con un trascorso in combattimenti clandestini, lasciato libero dal suo negligente padrone, si è fiondato su Asia azzannandola all’altezza del ventre e procurandole una ferita che sarebbe potuta essere mortale. “Ero in fila all’esterno di un’attività e mentre aspetto il mio turno con me c'è Asia, la mia migliore amica di circa 22 kg, dolcissima ed intelligentissima. È stato un attimo e vedo un missile, un mostro, un pit-bull di circa 45 kg, probabilmente addestrato per lottare, che ci assale. Asia si ribalta zampe all'aria e lui la addenta tra l'addome e l'inguine. Panico, latrati. Io mi butto al collo del mostro mentre tutti e tutto si confonde. Poi Asia si gira e punta il muso del mostro, tenta di addentarlo e lui svanisce all’interno di un'automobile che riprende la marcia e si dilegua”.

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Scongiurato il peggio, alcuni passanti si sono prontamente offerti di guidare i due presso una clinica veterinaria su Bari che, richiedendo un’ingente somma di denaro, non ha sanato in modo adeguato la ferita della cagnolina. 

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Rintracciato tramite targa e modello del veicolo, il padrone del cane aggressore è stato contattato da Giuseppe nei giorni seguenti all’accaduto. A Giuseppe sono stati girati soltanto pochi insufficienti spiccioli sul suo conto, dopo di che il padrone del pitbull si è poi completamente disinteressato della vicenda. Attualmente c’è una denuncia in corso che pende sul soggetto: “Non posso incolpare il cane aggressore, lui ha solo bisogno di amore e di qualcuno che lo capisca e lo accudisca per com’è” dice Giuseppe. “Io ero ancora sotto shock, ma Asia era viva, questo era l’importante”.

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Rientrato a Trani, dopo tre giorni dall’accaduto Giuseppe non crede che la sua cagnolina stia ancora bene: “Lei era in affanno, fiacca, con una zampa visibilmente ingrossata. Decido di portarla nuovamente in clinica a Bari, dove la visitano e mi rasserenano. Mi assicurano che Asia starà bene. Ma invece continua a star male, la zampa va in setticemia, il corpo inizia a puzzare e le sue labbra sono scolorite”. La sorella di Giuseppe, preoccupata, decide di farla visitare da un veterinario su Andria che comunica al padrone il pericolo di vita che stava correndo la piccola.

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A quel punto si innesta sui social un'iniziativa di solidarieta sul caso e relativo passaparola. Numerosi sono stati i benefattori che si sono offerti di sostenere le cure per Asia, con mangime, coperte o anche un incentivo economico. Dimessa dal ricovero in clinica, la sopravvivenza della piccola a quattro zampe dipenderà soltanto dalle medicazioni giornaliere e dalla naturale evoluzione del suo stato precario di salute. Giuseppe, dipendente part-time presso un ufficio di Poste Italiane a Trani, ci dice che tutto il suo stipendio è dedicato a lei, ma non sempre può essere sufficiente per le cure necessarie dopo l'aggressione.

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Ogni giorno, contando sulle sue risorse economiche e fisiche, Giuseppe lascia salire Asia all’interno di una cuccia con le rotelle legata alla sua bicicletta e pedala verso Andria per raggiungere la clinica. Circa 45 minuti di strada e poi ancora verso Trani, dove abitano e spesso anche dormono, insieme. La zampa posteriore sinistra è stata svestita della sua pelliccia ed ha bisogno di un particolare bendaggio che non le permette di poggiarla per terra, essendo necessario per drenare il sangue che sgorgava dalla ferita. Dal viso dolce e dalla confidenza immediata, Asia dovrà lottare con Giuseppe per restare in vita. 

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Per sostenere la sua difficoltà, il collettivo di Nevermind Studio ha deciso di intraprendere una campagna di crowdfounding, cui è possibile partecipare cliccando qui, per sostenere le ingenti spese, ingiustamente poste soltanto a carico del solo padrone di Asia. Una somma che “non voglio tra le mani – dice Giuseppe – ma che va tutta per lei. Qualora dovesse anche avanzare del denaro, sarei felicissimo di donarlo presso associazioni che si occupano di questo mondo. Faccio tutto per Asia, la mia migliore amica”. 

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Una lotta per la sopravvivenza, causata da una ferita mortale e da cure discutibili, in cui la piccola Asia e il suo Giuseppe non hanno smesso di crederci per un secondo e, sicuramente, continueranno a farlo.

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lunedì 22 Febbraio 2021

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